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11 Settembre 1683: trailer, poster, foto, sinossi, note di regia del film di Renzo Martinelli

4 anni dopo il flop di Barbarossa, torna Renzo Martinelli con 11 Settembre 1683

pubblicato 18 Marzo 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 17:18

Con il trailer italiano di 11 September 1683, entriamo nel vivo della personale visione di Renzo Martinelli della battaglia tra Islamismo e Cristianesimo, condotta negli ultimi mesi del 1683 su un campo di battaglia mai portato sul grande schermo, distribuito in Italia da MicroCinema l’11 aprile , ma anche all’estero.

Un film che si spinge fino allo scontro decisivo tra un grande condottiero alla testa dell’esercito Turco e il soldato di Cristo Marco d’Aviano, il frate italiano consigliere di re Leopoldo I che incita il suo popolo alla battaglia finale e la vittoria dell’esercito della Santa Lega sui turchi. Trailer che aggiungiamo al poster, le prime foto, la sinossi e le note di regia, che trovate dopo il salto, oltre alla colonna sonora firmata da Roberto Cacciapaglia.

11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia per il ritorno di Renzo Martinelli

4 anni fa Renzo Martinelli fu il protagonista di uno dei più clamorosi e roboanti flop del cinema italiano. Barbarossa, kolossal leghista costato oltre 30 milioni di euro, ne raccolse appena 835.000 in sala. Persino la premiere tv fece acqua da tutti i parti, limitandosi ad un misero 13,5% di share in prima serata e su Rai 1, con appena 3 milioni e 559 mila spettatori.

Digerito l’affronto, Martinelli prepara ora il ritorno in sala grazie a 11 Settembre 1683, dall’11 aprile al cinema grazie a MicroCinema Distribuzione. Al centro della trama la vita di Marco da Aviano, il frate cappuccino che ebbe un ruolo decisivo nella battaglia di Vienna del 1683, quando i cristiani fermarono l’avanzata dell’esercito turco. Una vittoria, quella della Lega Santa sull’esercito ottomano, che cambiò la storia e il destino dell’Europa. Oggi, in attesa del trailer, possiamo ammirare poster, gallery fotografica e sinossi, oltre alle note di regia diffuse dalla stessa casa di distribuzione.

Protagonisti del film l’immancabile F. Murray Abraham, attore feticcio di Martinelli, Enrico Lo Verso, Alicja Bachleda Curus, Piotr Adamczyk, Matteo Branciamore, Marius Chivu, Antonio Cupo, Giorgio Lupano, Federica Martinelli, Gianni Musy, Daniel Olbrychski, Isabella Orsini, Borys Szyc, Yorgo Voyagis, Hal Yamanouchi, Wojciech Mecwaldowski, Vlad Radescu , Marcin Walewski, Brando Pacitto, Claire Bloom e Jerzy Skolimowski, nel ruolo del Re Jan III Sobieski.

Ovviamente ralizzata con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale per il Cinema – Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione con Polish Film Institute e con il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Film Commission Torino Piemonte, la pellicola, sceneggiata da Martinelli insieme a Valerio Massimo Manfredi, sarà così chiamata a far dimenticare l’aihnoi indimenticabile Barbarossa. Ma riuscirà nell’ardua impresa?

11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia
11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia
11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia
11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia
11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia
11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia
11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia
11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia
11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia
11 Settembre 1683: prime foto, sinossi e note di regia

Sinossi

L’11 settembre 1683 trecentomila guerrieri chiamati da ogni angolo dell’Impero Ottomano tengono Vienna sotto assedio.
Sono comandati dal Gran Visir Kara Mustafa, al quale il Sultano di Istanbul ha affidato il vessillo del Profeta: lo stendardo verde con la luna crescente dorata che la tradizione rivendica essere appartenuta al Profeta Maometto in persona.
Lo scopo della loro aggressione è di issare quella bandiera su tutte le capitali d’Europa, tra le quali, in ultimo, Roma, la culla della Cristianità.
L’apparizione di una cometa luminosa nei cieli, viene interpretata come un segno di Allah che promette una gloriosa vittoria dell’Islam e la sottomissione dell’Europa cristiana.
I cavalli arabi si abbevereranno presto alle fontane di Piazza San Pietro.
Nonostante due mesi di resistenza eroica, il destino di Vienna sembra segnato: colpi di cannone dell’esercito turco hanno fatto breccia nelle mura in diversi punti, aprendo la via per una rapida incursione della cavalleria tartara affiancata ai giannizzeri del Visir.
Le sortite sono sempre più feroci e frequenti.
L’11 settembre – alle prime luci dell’alba – un monaco cappuccino tiene messa in cima alla collina che sovrasta la città. Poi, con un ultimo appassionato sermone, incita le truppe cristiane.
Il suo nome è Marco da Aviano, nato in Friuli nel 1631 da una nobile stirpe. E’ il consigliere e la guida spirituale dell’Imperatore Asburgico Leopoldo I.
La battaglia tra i due eserciti opposti si trascina fino al tramonto, con risultati alterni per le due parti, in un gioco strategico di avanzate e ritirate, finchè la Lega Santa, guidata da Re Polacco Jan III Sobieski conduce l’assalto finale che sbaraglia le truppe ottomane e l’ultima resistenza dell’accampamento nemico: venticinquemila tende tra le quali troneggia il padiglione verde dello stesso Kara Mustafa.
Durante l’intera battaglia la figura di Marco da Aviano si staglia nel cielo in cima alla collina tenendo tra le mani il crocefisso, sollevato al cielo.
Qualche giorno più tardi, Marco in persona porterà lo stendardo di Maometto a Roma e lo consegnerà nelle mani di Papa Innocenzo XI.

Note di Regia

Dentro l’inquietudine collettiva suscitata dall’11 Settembre 2001 c’è, umanissima e diffusa, la spinta a cercare nella Storia motivi di comprensione per una pagina della cronaca così sconvolgente.
L’11 Settembre è data significativa: infatti, come non smettono di ricordare Bernard Lewis, il più qualificato studioso dell’Islam contemporaneo, e Michael Novak, uno tra i più importanti studiosi cattolici, quella data rappresenta il punto massimo dell’espansione islamica nel cuore dell’Occidente, drammaticamente sull’orlo di un definitivo annientamento.
Anche in Italia, sulle pagine del “Corriere della Sera”, un intellettuale autorevole come Paolo Mieli ha più volte messo in evidenza la singolare coincidenza delle due date.
Da queste riflessioni è nata l’idea del film.
Un film che ripesca dalle profondità della Storia la figura di un grande sacerdote cristiano: Marco da Aviano. Un sacerdote che Giovanni Paolo II ha beatificato pochi anni fa, consapevole della enorme importanza di questo umile servitore della Chiesa nella storia dell’Europa.
Eppure, incomprensibilmente, nessuno sa chi sia questo Marco da Aviano.
Fate un piccolo test: chiedete a dieci uomini di cultura di vostra conoscenza chi sia Marco da Aviano. Nessuno vi saprà rispondere.
Chiedete chi sia Giovanna d’Arco e tutti avranno la risposta pronta.
Bene: se, paradossalmente, non fosse esistita Giovanna d’Arco, nulla sarebbe cambiato nella Storia dell’Europa.
Se non fosse esistito Marco da Aviano l’Europa avrebbe avuto un destino sicuramente diverso da quello che oggi conosciamo.
Protagonisti del film sono Karà Mustafà, un grande condottiero musulmano. E Marco da Aviano, un umile sacerdote cristiano.
Entrambi intimamente convinti che il loro Dio li spinga ad una impresa sovrumana: Karà Mustafà vuole distruggere Vienna, la “Mela d’oro”, allora il cuore pulsante dell’Europa, ed arrivare fino a Roma per trasformare la Basilica di San Pietro in una moschea.
Marco da Aviano vuole impedire che questo disegno si compia.
Il risultato di queste loro scelte è una carneficina.
Da entrambe le parti.
Il film termina infatti con l’urlo disperato di Marco su un campo di battaglia ricoperto da migliaia di cadaveri e con la morte di Karà Mustafà, giustiziato il giorno di Natale del 1683 dai carnefici inviati dal Sultano Maometto IV.
“Undici Settembre 1683” è, alla fine, un film sulla totale insensatezza delle guerre di religione.