Nicole Kidman è sinonimo di flop al botteghino americano?
Per molti, tra i quali il sottoscritto, è la più brava attrice della sua generazione e una delle più brave di sempre, eppure la sua presenza da troppi anni è diventato ‘veleno’ per il botteghino americano. Parliamo di Nicole Kidman, da tanti, troppi anni finita in un tunnel senza fondo di insuccessi, spesso clamorosi, al
Per molti, tra i quali il sottoscritto, è la più brava attrice della sua generazione e una delle più brave di sempre, eppure la sua presenza da troppi anni è diventato ‘veleno’ per il botteghino americano. Parliamo di Nicole Kidman, da tanti, troppi anni finita in un tunnel senza fondo di insuccessi, spesso clamorosi, al boxoffice statunitense. Ultimo della serie Australia di Baz Luhrmann, che ha esordito al botteghino americano con appena 20 milioni di dollari, dopo esserne costati 120 in più, proprio quest’ultimo weekend.
Andando a fare una dettagliata analisi degli ultimi 8 anni di Nicole, ovvero da Moulin Rouge! in poi, troviamo 16 pellicole. Di questi 16 titoli solo 4 sono riusciti ad incassare più dei costi di produzione negli Usa. Il film di Luhrmann fa esplodere la stella lucente della Kidman, ingiustamente non premiata con l’Oscar ma premiata al box office, visto che il film incassa 57 milioni di dollari, dopo esserne costati 50. Passano pochi mesi e Nicole si ripete, riuscendo a fare addirittura di meglio. The Others, costato appena 17 milioni di dollari, ne incassa 97 negli Usa.
Con Birthday Girl iniziano le prime avvisaglie di quella che sarà una lunga e pesante flessione. Costato 13 milioni di dollari, il film ne incassa poco più di 5. Ma il 2002 per Nicole si rivelerà finalmente benevolo, visto il meritato riconoscimento dell’Academy con The Hours. Il film, costato 25 milioni di dollari, ne incassa 41 negli Usa. Con una statuetta sul comodino Nicole diventa l’attrice più richiesta di Hollywood, tanto da girare ben 12 film in 5 anni, ma solo uno negli ultimi 12 mesi, molti dei quali però estremamente deludenti al boxoffice… andiamoli a vedere.
Con La Macchia Umana arriva il primo pesantissmo K.O del nuovo millennio, con poco più di 5 milioni di dollari incassati, che diventano 24 nel mondo, dopo esserne costati 30. Il 2003 si riprende però grazie a Ritorno a Could Montain. Il film del compianto Minghella, costato 80 milioni di dollari, ne incassa 95 negli States. Nel 2004 Nicole incrocia Von Trier, che ammalia la critica con il suo Dogville. Il film, clamorosamente costato 10 milioni di dollari, ne incassa meno di 2 sul suolo americano.
L’approdo alla commedia firmato Frank Oz, con La moglie Perfetta, non porta i frutti sperati, con 60 milioni di dollari incassati, dopo esserne costati 90. Alternando sempre film d’autore a film più ‘leggeri’, la Kidman torna alla prima categoria con Birth, film scandalo che incassa appena 5 milioni di dollari, dopo esserne costati 20. Nel 2005 arriva lo spionistico The Interpreter di Sydney Pollack, che incassa 72 milioni di dollari, dopo esserne costati 80, seguito dall’osceno Vita da Strega, costato 85 milioni di dollari e capace d’incassarne appena 63.
Con Fur il tonfo è ancora più roboante, visto che il film incassa meno di 3 milioni di dollari in tutto il mondo, dopo esserne costati 17, fino all’arrivo di The Invasion, autentico flop del 2007, con appena 15 milioni di dollari incassati negli Usa, che diventano 40 in tutto il mondo, dopo esserne costati 80. La “maledizione” Kidman comincia a serpeggiare tra le major, che tentennano di fronte alla sua palese bravura e alla sua altrettanto palese ‘sfiga’ al botteghino.
Margot at the Wedding, uscito lo scorso anno, incassa meno di 2 milioni di dollari worldwide, dopo esserne costati 10, ma è con La bussola d’Oro che Nicole sancisce il divorzio ormai ufficiale dal box office Usa. Il film fantasy, primo di un’annunciata trilogia, incassa negli States solo 70 milioni di dollari, dopo esserne costati 180. Battuto, in negativo, addirittura da quell’oscenità di Eragon, che riuscì ad arrivare almeno ai 75 milioni.
16 film girati in 8 anni, solo 4 capaci di incassare di più dei costi di produzione negli States, con l’ultimo, Ritorno a Cold Mountain, di ben 5 anni fa, per una donna che negli Usa ha fino ad oggi incassato con i suoi film 1,403,483,655 dollari. 31 film dal 1987 ad oggi, per una media a pellicola di 45 milioni di dollari ed un primo weekend che non è mai andato oltre ai 16,517,725 dollari. Negli ultimi anni però la parabola è letteralmente crollata, facendo diventare la Kidman sinonimo di insuccesso sul suolo americano.
Amata paradossalmente molto di più in Europa che negli Usa, Nicole non riesce a far andare a braccetto critica, che la adora, e gusti del pubblico, che troppo spesso la evitano, nemmeno fosse un’appestata. Tutto sta nel vedere se le grandi major continueranno ad accettare il compromesso “grande attrice/grande performance-pessimo box office”. Vero è che ‘fa fico’ per un produttore riuscire ad accaparrarsi la Kidman in un film, ma è anche vero che alla fine i produttori che ‘già l’hanno fatto’ finiranno, e allora si che saranno guai per la Divina Nicole, grande incompresa di questo millennio cinematografico.