I migliori film del 2008 secondo Cineblog
Ed eccoci arrivati al 31 dicembre 2008. Come l’anno scorso vi proponiamo una nostra personale lista dei film belli belli in modo assurdo dell’anno appena passato aggiungendo la sezione Sorprese, pellicole che ci hanno (appunto) sorpreso, emozionato, deliziato. Abbiamo scelto 10 film a testa per i migliori e 5 sorprese. Ed i vostri? Vi aspettiamo
Ed eccoci arrivati al 31 dicembre 2008. Come l’anno scorso vi proponiamo una nostra personale lista dei film belli belli in modo assurdo dell’anno appena passato aggiungendo la sezione Sorprese, pellicole che ci hanno (appunto) sorpreso, emozionato, deliziato. Abbiamo scelto 10 film a testa per i migliori e 5 sorprese. Ed i vostri? Vi aspettiamo nei commenti con la vostra lista personale! Qui invece trovate il peggio dell’anno… intanto tutta la redazione vi augura Buon 2009!
I migliori di Mario:
Il cavaliere oscuro: perché Nolan ha saputo (ri)scrivere dalle fondamenta il mito di Batman con un secondo episodio compatto, dark, appassionante e dalla sceneggiatura perfetta.
Tropic Thunder: geniale! una satira così fracassona solo Stiller poteva metterla in scena. Costato come i kolossal che prende in giro, regala un grande Robert Downey Jr. e tre trailer iniziali che da soli valgono il biglietto!
The Orphanage: il miglior horror dell’anno per quanto poco fortunato al box office. Intelligente con gran stile. Giocare ad 1,2,3 stella non ha mai messo tanta paura…
Hellboy II: perché del Toro riesce a costruire un mondo visivo come non si vedeva dai primi due Guerre Stellari. E perché Hellboy è uno degli eroi-antieroi meglio tratteggiati del cinema-fumetto odierno.
Il Divo: Sorrentino è a mio avviso il miglior autore di cinema che il Belpaese abbia partorito da decenni. Il Divo ci rimanda una figura grottesca che fa ancor più paura perché vera oltre che verosimile.
Gomorra: perché era difficile trasporre l’inchiesta-romanzo di Saviano in immagini, ma Garrone vi riesce alla grande mantenendo uno stile crudo e realistico che fa respirare l’aria della periferia di Napoli anche a chi non la conosce.
Non è un paese per vecchi: dopo alcune prove francamente sottotono i fratelli terribili tornano alle atmosfere assolutamente irresistibili di Fargo, trasponendo una storia non semplice e regalando a Javier Bardem il miglior ruolo della sua pur ottima carriera.
Changeling: il ritorno del grande vecchio Eastwood ad atmosfere più intimiste dopo gli ultimi due film di guerra. La storia di una madre coraggio che commuove, giovando dell’intensa interpretazione di Angelina Jolie.
La banda Baader Meinhof: la vera sorpresa dell’anno arriva dalla Germania. Un regista che non conoscevo, un cast senza grandi nomi, ma un occhio attento ed impietoso alla verità dei fatti. Con le debite proporzioni, fa il paio con il nostro La meglio gioventù.
Zohan: a molti non è piaciuto. Io lo trovo assolutamente irresistibile, in bilico tra kitch e geniale non-sense, con i suoi espliciti rimandi sessuali e i blandi richiami alla realtà socio-politica.
Sorprese:
Be kind rewind : il genio autoriale di Gondry si unisce alla follia interpretativa di Jack Black. Poteva nascere un film pretenzioso, ed invece questa commedia agrodolce sul destino del cinema in quanto arte appassiona e diverte con intelligenza.
Wall-E: non sarà il capolavoro che molti hanno suggerito, però si lascia vedere con piacere e senza annoiare. Utile soprattutto per il messaggio che vuole mandarci.
Pride and glory – il prezzo dell’onore: la premiata ditta Norton-Farrell ci regala un thriller incentrato sul ruolo dei legami familiari nell’adempimento dei propri doveri. Teso, ottimamente recitato ed appassionante fino agli ultimi secondi.
Agente Smart – Casino totale: l’ho visto per la sola presenza di Carell, ma ne sono uscito con l’impressione di aver assistito ad una delle migliori commedie dell’anno, in un 2008 troppo parco di belle idee e pieno di pretenziosi pacchi.
In Bruges – La coscienza dell’assassino: dopo aver visto il trailer pensavo potesse essere una sonora schifezza. Beh, ho dovuto rivedere il mio giudizio. Sicuramente un buon film, ben congegnato, teso e con un bel cast.
Menzione speciale: Juno (simpatico ma troppo buonista), Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street (Burton firma un musical che si odia o si ama senza possibili vie di mezzo)
I migliori di Federico (Apocalypse):
Wall-E: La più bella storia d’amore mai vista al cinema. Autentico capolavoro.
Into The Wild: Coinvolgente, suggestivo, emozionante, introspettivo, con un Sean Penn sempre più Autore anche dietro la macchina da presa.
Il Cavaliere Oscuro: Potente, cupo, scritto, mondato e diretto da Dio e con un Joker semplicemente indimenticabile.
Il Divo: Semplicemente magnifico. Sorrentino in cabina di regia è l’unico genio visionario di questo paese.
Hellboy 2: Il miglior fantasy dai tempi del Signore degli Anelli. Sottovalutato.
Gomorra: Duro come un pugno nello stomaco, meritatamente candidato italiano all’Oscar anche se inferiore, cinematograficamente parlando, al Divo firmato Sorrentino.
The Millionaire: Assolutamente sorprendente. Finalmente è tornato Danny Boyle…
Tutta la vita Davanti: Il grande ritorno di Paolo Virzì e della Commedia made in Italy che più ci piace.
Tropic Thunder: Vero e proprio capolavoro comico. Ben Stiller è riuscito nell’impresa di ripetersi dopo l’inarrivabile Zoolander. A dir poco geniale…
La Banda Baader Meinhof: Il Romanzo Criminale tedesco, vero pericolo per il nostro Gomorra agli Oscar. Esaltante nel suo riuscire a spettacolarizzare, incorniciandoli quasi come autentici divi, le brigate rosse di Germania.
Sorprese:
Shoot’Em Up: Straordinariamente trash e divertente. Folle e volutamente eccessivo, è un concentrato di idee e di action dal primo all’ultimo minuto. Sottovalutatissimo.
In Bruges: Delirante quasi quanto il prescelto al piano di sopra, merita di esser recuperato dai tanti che l’hanno perso in sala.
The Mist: Finalmente un film decente tratto da un libro di Stephen King! E chi se lo aspettava più oramai?
I migliori di Nicola:
Onora il Padre e la Madre: Lumet a 84 anni passa al digitale e tira fuori uno dei migliori film della sua carriera. Splendidi Philip Seymour Hoffman e Marisa Tomei, tanto nuda quanto (poco) vestita.
Gone Baby Gone: uno degli attori peggiori degli ultimi anni firma il miglior esordio del 2008. Dal momento che condividono la stessa passione per Dennis Lehane (anche scrittore del libro da cui è stato tratto Mystic River) potrebbe trattarsi di un nuovo Eastwood?
Il Petroliere: i primi venti minuti e il finale bastano e avanzano per fare di questo film un capolavoro.
Il Divo: Sorrentino al suo meglio, grottesco e visionario. Da applausi la sequenza iniziale.
Non è un Paese per Vecchi: di gran lunga il miglior film dei Coen. Considerando che gli altri non sono poi così malaccio..
Hellboy 2: The Golden Army: Guillermo Del Toro è dio, non ci sono dubbi.
Wall-e: la tecnologia Pixar al servizio di un poetica miyazakiana. Un piccolo gioiello.
In Bruges: trasuda passione per il cinema, divertimento e intelligenza da tutti i pori. Un piacere guardarlo e riguardarlo. Evviva Brendan Gleeson.
The Millionaire: il regista più sottovalutato del 2000 spazza via tutto e tutti con questa favola indiana.
Once: vero, vitale e magnifico esempio di cinema indipendente. Quando “Falling Slowly” ha ricevuto l’Oscar mi sono sinceramente commosso.
Sorprese dell’anno:
Walk Hard, The Dewey Cox Story: Judd Apatow è un regista mediocre. Ma come produttore ha dei lampi di genio impensabili. Il film più divertente del 2008, senza mezzi termini. Culto istantaneo.
Tropa de elite: probabilmente il miglior film d’azione degli ultimi anni. Sceneggiato impeccabilmente e diretto con grande ritmo.
Shoot’em up: “What’s up Doc?”. Spassosissimo divertissment cinematografico.
L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza: lieve, dolce, sensibile, delicato. Uno di quei film che ti riappacificano col cinema e con il mondo.
Away From Her: debutto della brava attrice Sarah Polley. Un film struggente. Julie Christie semplicemente perfetta.
I migliori di Simona:
Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street (Sweeney Todd: The Demon barber of Fleet Street, di Tim Burton) Il giusto compromesso fra il musical di Sondhaim e il mondo cinematografico di Burton, che ha saputo adattare e plasmare l’opera senza tradirla nè snaturarla. Con in più la bella scoperta delle doti canore di Johnny Depp.
Wall-e (id, di Andrew Stanton) Semplicemente perfetto, non serve dire altro.
Il Cavaliere Oscuro (The Dark Knight, di Christopher Nolan) Per la grandissima prova d’attore di Heath Ledger, che ci ha regalato un Joker psicopatico e senza precedenti, assolutamente da brividi. Per la sottoscritta il miglior attore di quest’anno. Sentiremo molto la sua mancanza.
The Millionaire (Slumdog Millionaire, di Danny Boyle) Favola dolce-amara, raccontata con garbo e delicatezza, senza calcare mai la mano. Diverte e commuove in perenne equilibrio fra commedia e dramma.
Mamma Mia! (id, di Phyllida Lloyd) Phyllida Lloyd è riuscita a trovare la formula giusta per trasporre su pellicola il ritmo e le emozioni di uno degli show di maggior successo degli ultimi anni a Broadway e nel mondo. Galvanizzante. Impossibile non farsi prendere dalla voglia di ballare. Peccato per i tre interpreti maschili, non propriamente dei cantanti provetti.
Changeling (id, di Clint Eastwood) Una meravigliosa Angelina Jolie in magnificamente diretta da Clint Eastwood, al servizio di un dramma emozionante, sconvolgente e straziante nella sua autenticità. Troppo spesso Angelina viene giudicata solo sulla base del gossip e della (notevole) esteriorità. Con questo film dimostra una volta ancora di valere molto di più.
Il treno per il Darjeeling (The Darjeeling Limited, di Wes Anderson) Ingiustamente sottovalutato dalla giuria del Festival di Venezia 2007, il film avrebbe meritato di più. Soprattutto se abbinato al cortometraggio Hotel Chevalier, piccolo capolavoro.
Il Cacciatore di Aquiloni (The Kite Runner, di Marc Forster) Le pagine scritte da Khaled Hosseini rivivono sullo schermo grazie al tocco leggero di Marc Foster, che firma una pellicola imperfetta ma che resta il più possibile fedele allo splendido romanzo.
Gli Acchiappafilm (Be kind rewind di Michel Gondry) Geniale come solo l’autore di Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind) poteva essere. Originalissima ed irresistibile riflessione autoironica sulla settima arte.
Gomorra (id, di di Matteo Garrone); è già stato detto tutto e il contrario di tutto. Sta vincendo ogni premio possibile. E’ davvero necessario aggiungere altro?
Sorprese
Once – una volta (id. di John Carney) Un ‘quasi musical’ arrivato sugli schermi in sordina e divenuto un ‘caso’. Originale, toccante, supportato da una colonna sonora assolutamente magnifica.
Persepolis (id, di Marjane Satrapi); Cartone animato atipico, decisamente lontano dalle tematiche di Dreamworks e Disney, che porta in scena una pagina di storia contemporanea raccontata con un tratto volutamente rozzo e crudo.
Si può fare (id, di Giulio Manfredonia) Diverte, commuove e fa riflettere portando in scena una storia semplice e reale, ben sceneggiata ed ottimamente recitata da un cast di interpreti affiatatissimi. Un film che avrebbe meritato molto di più!
Lo scafandro e la farfalla (Le scaphandre et le papillon di Julian Schnabel). Che Schnabel fosse un grande regista, dopo Basquiat e Before Night Falls, non è certo una sopresa. Quello che sorprende è il modo fluido e mai noioso con cui è riuscito a raccontare la condizione di un uomo prigioniero dentro il proprio corpo.
Gone Baby Gone (id. di Ben Affleck) E chi avrebbe mai detto che Ben Affleck, al suo debutto registico, sarebbe stato in grado di sfornare una pellicola di questo livello? a questo punto speriamo che continui a stare dietro la macchina da presa, e non davanti…
I migliori di Infamous:
Il Petroliere: Perchè P.T. Anderson riesce a farti vedere quanto è bravo a usare la macchina da presa senza fartelo pesare e sopratutto riuscendo a trasmetterti delle emozioni che non siano solo stupore e ammirazione. E poi c’è Daniel Day Lewis che beve il tuo milkshake.
Il Divo E’ un film che fallisce come film di finzione e fallisce pure come film di denuncia, ma un po’ perchè elegantissimo nella composizione e un po’ perchè la materia trattata è estremamente densa da attraversare l’insieme risulta, anche se non sempre perfettamente efficace, molto attivo dal punto di vista intellettuale.
Gomorra: Ogni tanto riusciamo ancora a parlare del guardare il paese che abbiamo intorno, per fortuna Garrone non prova a spiegarcelo e si limita a farcelo vedere.
Il Cavaliere Oscuro: Forse l’orgasmo collettivo intorno a questo film è un tantinello esagerato, ma non è sempre bene fare i bastian contrari ad ogni costo, quando c’è dell’intrattenimento di alto livello che si presta anche a fondate interpretazioni dai risultati opposti siamo di fronte ad un film certamente interessante e proficuo.
Il matrimonio di Lorna: Sembra di trovarsi di fronte al solito film dei Dardenne, ma a guardarlo da più vicino ci si accorge che in realtà il loro intervento qui è più massiccio e decisivo. Funziona tutto molto bene e con risultati altissimi, però mi è piaciuto un tantino meno.
Non è un paese per vecchi: Se non fosse il filmone che già è, basterebbe essere riusciti a mettere in scena un cattivo così cattivo per entrare in top 10. Fare un cattivo convincente al giorno d’oggi è difficile, lui oltre ad essere cattivo e credibile faceva anche paura, saran stati i capelli.
Tropic Thunder: Considero Ben Stiller (e per fortuna non sono il solo) il più grande artista comico del nostro tempo e con questo film si conferma come una mente lucidissima, in grado di far ridere la pancia quanto la testa; e nei migliori momenti entrambe insieme. Inoltre qui ci conferma (più esplicitamente che da altre parti) il suo continuo punzecchiare nei territori del metacinema, ed è una cosa che mi piace che ormai è passata di moda.
Postal: Il combattivo regista tedesco si è invece fatto un autore nuovo, si è messo in gioco, si prende in giro e ci accompagna nella visione fra lulz e facepalm, fra genialità e idiozia, fra la trovata che stupisce e il canone ripetuto.
Pineapple express: L’orrendo e offensivo titolo italiano non lo voglio nemmeno pronunciare, per un film che, come per molti di quelli prodotti da Judd Apatow, riesce a farci ridere di gusto parlandoci in modo non melenso e non convenzionale di buoni sentimenti, primo fra tutti l’amicizia, su cosa sia e su quanto sia importante. Poi c’è dell’erba e un fattaccio da cui i nostri amici si devono proteggere, ma è l’amicizia che conta.
Iron Man: Si potrà anche dire che è un film un po’ destrorso e militarista, che tutto il merito va al team di effetti visivi e che in fin dei conti non c’è un briciolo di novità in tutto il film, ma francamente mentre guardavo quell’uomo di acciaio svolazzare e divertirsi come un bimbo facendo saltare cose e doppiando gli f16 in volo mi sono scordato di tutti questi difetti, quindi pollice su. Sano e puro divertimento reganiano.
Sorprese:
La sorpresa dell’anno è sicuramente Uwe Boll, regista bistrattato, regista atipico, che preferisce il ring ai dibattiti con i critici, che è sprezzante verso colleghi e pubblico, che è sempre stato accusato (a ragione) di fare film di merda, ma a cui non si è mai riconosciuto il fatto che è sempre riuscito a fare dei film, a farli uscire sul mercato e farli vedere a tutto il mondo, lottando da solo contro lo strapotere di Hollywood, contro gli effetti speciali da milioni di dollari, contro star bizzose e fan impermaliti. In questo anno Uwe Boll ci ha portato tre film diversissimi e coraggiosi, girati in ristrettezze (di tempi e di soldi) e contro l’avversità di tutto il mondo del cinema. Uwe Boll è un eroe romantico e Postal è il suo La Libertà che guida il popolo, Seed il suo La zattera della Medusa e Tunnel Rats un Incubo. Chissà cosa ha in serbo per noi per Far Cry.
I migliori di Gabriele:
01. Il petroliere: nascita di una nazione. Dal suolo sgorga il petrolio, l’oro nero, e le mani si macchiano di sangue. Il film più ambizioso, complesso e difficile di P. T. Anderson, e anche il film più inquietante dell’anno.
02. Wall-E: se la Pixar sa superarsi, è perché sa che certi limiti possono essere superati. E allora perché non omaggiare il muto e Kubrick? Niente lesa maestà, ma solo punti in più verso il film più dolce e incredibile dell’anno.
03. Il cavaliere oscuro: un film sul tema del doppio, dove dietro ad una faccia ce n’è sempre un’altra. Ma anche un film sul potere, sulla responsabilità, sulla legge e sull’illegalità. E soprattutto sull’essere umano. Con un ritmo frenetico, una tensione elevata e una terribile, costante malinconia di fondo: è il magico tocco di Nolan, il più bravo regista di blockbuster in circolazione.
04. Gomorra / Il divo: Garrone firma il film che in molti aspettavano da troppo tempo, Sorrentino firma il suo film più coraggioso. Due stili agli opposti, e due scommesse vinte alla grande. I due film italiani più importanti dell’anno, e forse degli ultimi anni.
05. Cous cous / La classe: Kechiche e Cantet si riconfermano due autori fondamentali per il cinema francese contemporaneo. La loro voglia di raccontare la realtà, con l’improvvisazione e nel modo più sincero e diretto possibile, è contagiosa.
06. Changeling: Eastwood al centro del mirino. Non c’è troppa carne al fuoco, perché ogni evento sembra, col senno di poi, condizione necessaria di un puzzle che colpisce ancora allo stomaco. E la dignità dell’uomo è ancora al centro dell’interesse. Non classico come si abusa dire, ma dichiaratamente post-moderno, sin dal logo vintage della Universal.
07. Non è un paese per vecchi: dopo alcune prove che hanno fatto storcere il naso a molti, i Coen tornano nella loro forma migliore. Allucinante e spietato, con una fantastica figura antagonista in un mondo dove tutti hanno scheletri nell’armadio. Se l’America non è un paese per vecchi, nel successivo (e bellissimo) Burn After Reading non è un paese per nessuno (sano di mente).
08. Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street: un Tim Burton mai così pessimista, sanguinoso e truce. Una ballata macabra che fonde teatro, musica, cinema e l’immaginario più oscuro del regista. Le sue ossessioni sono presenti e non sono mai state così cattive e disilluse. Imperfetto, forse, ma irresistibile, nonostante una colonna sonora molto criticata.
09. Into the wild – Nelle terre selvagge: Sean Penn prende per mano uno dei generi americani per eccellenza, il road movie, e accompagna lo spettatore nella natura selvaggia, fino al confine dell’essere umano, fino ai suoi limiti. Si respira libertà di stile, di narrazione e racconto, di pensiero. Con un grande Hirsch e una colonna sonora unica.
10. Rachel sta per sposarsi: il Jonathan Demme che non ti aspetti, ma che dopo alcuni bellissimi documentari ti saresti dovuto aspettare. Da una sceneggiatura semplice ma non banale, un film complesso sul linguaggio del cinema indipendente e sulle sue possibilità. Assurdo non sia stato calcolato a Venezia. Sorprendente la Hathaway.
Menzione speciale: Redacted: De Palma sembra chiudere così un’ipotetica “trilogia” sul cinema. Dopo le peripezie della macchina da presa (Femme Fatale), la morte del cinema (Black Dahlia), ecco la riconferma della morte del cinema “classico” (o una rinascita sotto nuove vesti). Grande film teorico, e politicamente arrabbiatissimo.
Sorprese:
01. The Millionaire: un Boyle inedito, esplosivo e tutto da godere. Corsa dopo corsa.
02. Lo scafandro e la farfalla: la regia di Schnabel osa, affascina e sorprende. Una sfida che commuove.
03. Persepolis: contro ogni integralismo, un inno alla libertà realizzato con fedeltà rispetto alla fonte di partenza.
04. La zona: un film arrabbiatissimo e politico, terribile e potente nella costruzione della storia e condivisibile nelle idee.
05. The Orphanage / Gone Baby Gone: due esordi col botto. Già maturi, consapevoli, capaci di raccontare e coinvolgere.
Menzione speciale: Improvvisamente l’inverno scorso: il documentario italiano che adesso dovrebbe essere maggiormente diffuso ovunque.
I migliori di Michele:
01.Il cacciatore di aquiloni
Il film tratto dall’omonimo libro di Hosseini rispecchia con autenticità e la giusta dose di pathos una grande storia di amicizia e amore per la vita di una civiltà tanto lontana ma anche tanto vicina da ai bisogni e le emozioni della nostra società.
02.Frontiere(s)
Una vera e propria summa del genere horror degli ultimi venti anni. Ben contestualizzato e con una grande efficacia delle immagini e delle scene che ne fanno un vero caso del horror-movie. Per gli appassionati del genere.
03.Ken il guerriero – la leggenda di hokuto
Un bel ricordo di uno dei personaggi manga più amati degli ultimi decenni. Una vera e propria leggenda per la generazione degli anni ottanta rivive in questa trasposizione cinematografica, rinnovata e accattivante anche per i giovani fun.
04.Il cavaliere oscuro
Tra i migliori film ispirati ad uno dei personaggi fumettistici più affascinanti e spettacolari di tutti i tempi. Mantiene le atmosfere dark dei capitoli di burton con un grande cast e grandi effetti degni del migliore degli 007.
05.Il divo
Sorrentino realizza un film biografico su andreotti che focalizza l’attenzione su pregi e difetti di uno dei personaggi più discussi e conosciuti della nostra storia. Grottesco, naif e graffiante con una colonna sonora assolutamente azzeccata.
06.Iron man
Ennesimo film ispirato al mondo dei fumetti. Divertente, ironico e accattivante al punto giusto. La rappresentazione ideale per un personaggio tanto amato dal popolo fumettistico. Autentico svago visivo.
07.Notte brava a las vegas
Una commedia graffiante e divertente. Dai risvolti comici ma comunque molto attuali in una società dove vivere per il denaro o per la felicità rappresenta una scelta di vita sulla quale riflettere… E non poco.
08.Io non sono qui
La vita e la musica degli anni della maturità artistica e personale del celebre cantante americano bob dylan, visti attraverso gli occhi di diversi personaggi, ognuno dei quali interpreta il cantante in un particolare momento della sua vita. Per gli appassionati di genere.
09.Wall-e
Uno dei cartoni animati di nuova generazione più belli e simpatici degli ultimi anni. Pochi dialoghi, tanta musica e tanta simpatia per un film che vuole essere uno spasso per grandi e piccini. Affasciante.
10.Tutta la vita davanti
Virzì fotografa la società contemporanea con i problemi sociali e giovanili, ma soprattutto con le difficoltà economiche che mai come ora rappresentano un vero scoglio da superare per molte famiglie. Divertente e riflessivo.
Sorprese:
01.The Millionaire
Un Boyle davvero diverso da se stesso, esplosivo e tutto da scoprire.
02.Lo scafandro e la farfalla
Un film davvero affascinante ed estroverso, colpisce nel segno e commuove con sincerità.
03.The Orphanage
Bistrattato da alcuni, apprezzato da altri. Pare un ottimo esordio. Provare per credere.
04.L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza
Un film sereno ed efficace. Un bel film che ti fa pensare.
05.The Mist
Dopo tante scempiaggini e tante mostruosità tratte da King. Finalmente qualcosa di decente. Bel finale!
I migliori di Fabio:
01. Non è un paese per vecchi di Joel Coen, USA: la vena grottesca dei Coen si fa qui più gelida, fino diventare un’epica dell’assurdo. Un film raggelante e per certi versi misterioso.
02. Changeling di Clint Eastwood, USA: Quando la realtà supera la finzione. Se questo film l’avesse sceneggiato il buon vecchio Joe Eszterhas avremmo detto, e si? E poi?!!?! Ma la grandezza di Eastwood sta proprio nel non cadere mai nella trappola del ridicolo involontario e l’accumulo di vicende disgraziate viene affrontata in modo realistico e senza alcun rifugio nel soprannaturale. La vicenda resta sul piano di una lotta civica, dura e cruda e sul piano di una vicenda umana e straziante di una donna presa in un affare più grande di lei. La lucidità del regista Eastwood è il vero capolavoro del film.
03. Gomorra di Matteo Garrone, ITA: un film necessario, lontano anni luce dall’estetica del cinema italiano contemporaneo. Garrone ci racconta in modo documentaristico la vicenda: l’amarezza sta tutta tra un fotogramma e l’altro, senza bisogno di aggiungere nulla.
04. Wall-E di Andrew Stanton: entra di diritto tra i migliori film d’animazione degli ultimi 10 anni assieme a Gli incredibili, Alla ricerca di Nemo e Toy story.
05. Into the wild – Nelle terre selvagge di Sean Penn, USA: anche il mito dell’On the road celebra il suo funerale in un film amaro e sconsolato. Sena Penn demistifica tutto un immaginario creatosi dagli anni 60 in poi che intendeva il viaggio (la fuga dalla società) come l’unico momento rimastoci per la conoscenza di noi stessi.
06. Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street di Tim Burton, USA, GB: L’anima gotica e decadente di Burton ci delizia con una storia che ci narra della tragedia di un individuo a metà tra Jack lo squartatore e Edward mani di forbice. Intrattiene e commuove, che altro?
07. Redacted di Brian De Palma, USA: Una massima recita: la prima vittima della guerra è la verità. De Palma lavora sull’argomento “verità al cinema” almeno da 40 anni, direi che la lezione del prof. è ancora molto interessante.
08. Onora il padre e la madre di Sidney Lumet, USA: L’85enne Lumet ci narra una tragedia classica di ambientazione contemporanea che non lascia indifferenti. L’ennesima, dannata parabola sulla distorsione dei rapporti interpersonali, nella società del capitale.
09. Cous cous di Abdellatif Kechiche, FRA: Forse è meno spontaneo e autentico de La schivata, ma Cous cous ci narra della difficoltà dell’integrazione degli arabo-francesi cercando di addossare pochissimo la colpa agli autoctoni e cercando nel proprio modo di essere le ragioni di un’empasse culturale.
10. Lussuria: seduzione e tradimento di Ang Lee, CIN, USA: Ang Lee ci racconta in modo suadente ed elegante il gioco d’amore e di spionaggio nella Cina della seconda guerra mondiale. Buona finezza psicologica e capacità di far rendere al meglio gli attori.
Menzioni speciali per: Il petroliere (i primi 30 minuti sono forse i migliori momenti del 2008) e My blueberry night (di Wong Kar-wai)
Le sorprese:
01. Il falsario: Operazione Bernhardt di Stefan Ruzowitzky, AUT: Il regista riprende l’abusata ambientazione nei campi di sterminio, ma riesce a rendere più sfumati i contorni di quella tragedia, impresa, questa, veramente titanica e riuscita in modo encomiabile. L’attore protagonista fa il resto con una interpretazione magistrale.
02. La banda Baader Meinhof di Uli Edel, GER: Fateci caso, nel film si passa in rassegna ogni tipo di violenza: dal teppismo, alla contestazione, dalle rapine ai sequestri di uomini politici, dai dirottamenti alla guerriglia, in un escalation di terrore che alimenta solo se stessa. Nel frattempo i fronti di guerra cambiano e si alternano, ma i protagonisti sono sempre gli stessi, da quarant’anni ormai… La sequenza nel campo d’addestramento giordano vale tutto il film.
03. La zona di Rodrigo Plà, SPA, MEX: Sceneggiatura e scenografia contribuiscono a mettere in scena una tragedia altamente metaforica: Rodrigo Plà mette in luce, con grande lucidità, i pericoli nel mondo globalizzato.
04. Pranzo di ferragosto di Gianni Di Gregorio, ITA: un film che non ha nessuna pretesa se non quella di raccontare la vita quotidiana, senza circuizioni e doppi fini fini. Sembra il “dietro le quinte” della vita di tutti i giorni.
05. Biutiful cauntri di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio, Peppe Ruggiero, ITA: Ridefinisce territorialmente quello che fu il bel paese: una lezione di geografia (e antropologia) che fa venire i brividi. Quello che Piero e Alberto Angela, chissà perché (!?!?) non ci fanno mai vedere.
Menzione speciale per Cargo 200 (di Aleksej Balabanov)
I migliori di Carla:
1. Non è un paese per vecchi: da fan dei fratelli Coen non mi aspettavo un film così dannatamente bello. Ed un Javier Bardem così fottutamente cattivo e brutto. Inchino e stupore e inchino.
2. Sweeney Todd: sangue, canti, musica, morte, gole sgozzate e pasticcio di carne. Aggiungeteci Johnny Depp, Tim Burton, Helena Bonham Carter più Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo alla scenografia. Brividi.
3. Onora il padre e la madre: una storia cinica e cattiva con tutte le contro-indicazioni del caso. Cast superlativo. Regia di un grande maestro.
4. Lars e una ragazza tutta sua: dolcissima storia d’amore e di emarginazione. Un Ryan Gosling superbamente bravo.
5. Il cavaliere oscuro: non avrei mai pensato di vedere un Joker migliore (e più stronzo) di Jack Nicholson. Eppure… Why so serious?
6. Il divo: un film coi cazzi e controcazzi. Era da tanto tempo che non vedevo un film rimanendo a bocca aperta. Sorrentino e Servillo sono due geni. Doppio inchino.
7. The Orphanage: Dolore, amore, morte. Bellissimo e tristissimo. 1,2,3 stella.
8. Pranzo di ferragosto: piccolo, umile, delizioso film italiano con un regista-attore sorprendente e 4 vecchiette in stato di grazia.
9. Wall-e: i robot si innamorano? Sì. Mentre noi ingrassiamo e ci commuoviamo.
10. Kung Fu Panda: non sottovalutiamo Po, ha molte cose da insegnare. Non smettete mai di sognare e di credere in voi stessi.
Menzione speciale per Persepolis: il film d’animazione che non ti aspetti. Toccante, divertente, duro e… vero.
Le sorprese:
1. Cloverfield: la macchina da presa a mano non è una novità ma qui funziona. E dopo un iniziale mal di mare con nausea… è tutta adrenalina.
2. E venne il giorno: a molti non è piaciuto. Eppure io la tensione l’ho sentita tutta. E dopo quel cesso di Lady Water… (ri)benvenuto Shyamalan.
3. The Mist: Frank Darabont che (ri)gira Stephen King non poteva essere una delusione ma… non si sa mai. E invece si (ri)conferma di talento. Cattivo e pessimista fino alla fine.
4. Black Sheep: pecore assassine! Trash del trash! Come non amarlo? A pari merito con Zombie Strippers uscito purtroppo solo in dvd…
5. Denti: altro che invidia del pene! Gnam.
Update gennaio 2009: ho recuperato solo ora The Millionaire e non posso non aggiungerlo. Veramente una sorpresa, dalla storia alla regia.
E vi ricordo anche le altre nostre classifiche:
– migliori film del 2007
– peggiori film del 2007
– il meglio e il peggio del 2009