Cineblog intervista Volfango De Biasi per il suo film Iago
Uscirà il 27 febbraio la commedia drammatica italiana Iago diretta da Volfango De Biasi ed interpretata da Laura Chiatti, Nicolas Vaporidis e Aurelien Gaya. Abbiamo raggiunto il regista al telefono che, gentilmente e con molto pazienza, ha risposto ad alcune nostre domande.1. Perché l’Otello di Shakespeare? Sicuramente perché penso che l’eroe negativo Iago sia uno
Uscirà il 27 febbraio la commedia drammatica italiana Iago diretta da Volfango De Biasi ed interpretata da Laura Chiatti, Nicolas Vaporidis e Aurelien Gaya. Abbiamo raggiunto il regista al telefono che, gentilmente e con molto pazienza, ha risposto ad alcune nostre domande.
1. Perché l’Otello di Shakespeare?
Sicuramente perché penso che l’eroe negativo Iago sia uno degli eroi di maggiore fascino della nostra tradizione classica occidentale. E’ un eroe estremamente moderno perché è un eroe che con il solo uso della retorica e dell’eloquio riesce a costruire un mondo come un burattinaio. La gelosia mi interessa meno, quello che è rimasto molto attuale, su cui ho imperniato questa, come dicono i francesi comedie-dramatique, è il fatto che Iago nell’Otello originale in qualche maniera ha delle ragioni anche se poi è infame. Ha delle ragioni sue, quelle di essere stato sopravanzato da qualcuno e quindi non vedere i suoi meriti riconosciuti. Questa cosa mi sembra che nel nostro Paese, nel mondo moderno, sia considerata tanto. Si è trasformato tutto in un lavoro sulla meritocrazia, sui raccomandati e poi ho recuperato la novella originale di Cinzio che è un italiano che aveva scritto la storia originale di Iago che era innamorato di Desdemona e che poi Shakespeare ha copiato e ricostruito. Mettendo insieme, come in un collage-movie, l’amore di Iago per Desdemona e invertendo i ruoli con un Otello assolutamente colpevole di essere un uomo di potere, ho dato delle ragioni diverse a Iago.
2. Ti sei ispirato a Shakespeare in love e Romeo + Giulietta vero?
In qualche maniera mi sono ispirato a tutti i film che fanno delle trasposizioni libere, anche questi titoli che hai detto, trasposizioni divertenti, moderne di grandi classici. Siccome appartengono all’umanità ci permettono, come negli anni Settanta si scriveva La Divina Commedia di Topolino, perché no? Si può giocare. Con i grandi classici sicuramente non fa mai male, è un tipo di informazione che mandi ad un pubblico giovane e meno giovane che comunque dialoga in maniera, magari, meno alta però con un grande classico.
Volfango De Biasi sul set del film Iago
3. E’ difficile portare Shakespeare al cinema?
E’ difficile come fare qualsiasi film, è difficile sicuramente confrontarsi con una cosa così grande, io ho deciso di tradirla subito e talmente tanto, di prendere la struttura ma poi di giocare scopertamente. Sicuramente è difficile fare un film a Venezia, è difficile in Italia fare un film di fantasia perché da una parte vieni attaccato perché tocchi i mostri sacri, dall’altra se fai una favola… io racconto una storia in cui un oppresso si ribella, insomma è una favola. Le aggressioni e i pregiudizi che devi combattere sono grandi.
4. I tre attori principali (Laura Chiatti, Nicolas Vaporidis e Aurelien Gaya) li hai scelti tu? Come?
Certo! Vengo da un film che ha avuto un discreto successo, Come tu mi vuoi, ed anche in quella occasione gli attori li avevo scelti io. Io sono un regista che ama fare film che potranno incassare. Io voglio che il film venga visto e trovo demenziale considerarsi d’élite perché uno deve fare dei film che non vede nessuno e con attori che non conosce nessuno. Nella possibilità di scelta che avevo in Italia io ho preso questi attori che mi sembravano i più bravi, i più idonei.
5. Ok, ma Gaya? Non lo conosce nessuno in Italia. Come lo hai trovato?
Essendo questo un paese non così multi-etnico, non è molto facile trovare un attore mulatto, di colore, bello e bravo. Non è proprio così immediato. Quindi sono dovuto andare in Francia per trovare un attore che avesse quell’eleganza, quella bellezza, quel savoir-faire ed Aurelien è stato bravissimo, ha imparato l’italiano in due mesi ed è venuto a fare il film. Infatti tra l’altro adesso farà subito un altro film qui in Italia.
6. Ma non è doppiato nel film?
Nel film si è doppiato. Il labiale però è in italiano, è doppiato perché l’accento era un po’ forte.
7. A quale target di pubblico ti indirizzi per Iago?
Tutto. Tutto il pubblico possibile, spero che raccolga sia i giovani, giovanissimi; credo che sia un film che puoi vedere anche a 40-50 anni… non è affatto un teen-movie, è una commedia-drammatica molto solida; non vuole essere un film per ragazzini.
8. Il tuo prossimo progetto?
Te lo dico molto francamente: ho parecchi progetti, alcuni di lavori concepiti all’estero, però molto dipenderà dall’apprezzamento di questo film.
Grazie a Volfango. Qui trovate le foto del film, qui il trailer e la locandina. Le foto della galleria di questo post ritraggono il regista e gli attori sul set di Iago.