Soffocare – Recensione in anteprima
Soffocare (Choke – commedia, USA 2008) Regia di Clark Gregg, con Sam Rockwell, Anjelica Huston, Kelly MacDonald, Brad William Henke, Jonah Bobo, Kathryn Alexander. Victor è un tipo strano. E’ affetto da sessuomania e frequenta degli incontri per curare la sua dipendenza (o magari è impegnato in atti proibiti nel bagno della sala riunioni). Lavora
Soffocare (Choke – commedia, USA 2008) Regia di Clark Gregg, con Sam Rockwell, Anjelica Huston, Kelly MacDonald, Brad William Henke, Jonah Bobo, Kathryn Alexander.
Victor è un tipo strano. E’ affetto da sessuomania e frequenta degli incontri per curare la sua dipendenza (o magari è impegnato in atti proibiti nel bagno della sala riunioni). Lavora in un parco tematico storico dove interpreta un servo vestito in stile diciottesimo secolo e coltiva un hobby che gli permette di arrotondare lo stipendio e pagare la retta mensile della clinica dove la madre è ricoverata: va a cena nei ristoranti di lusso e soffoca volontariamente facendosi salvare la vita da alcuni buoni samaritani che stringono con lui un legame sempre più forte e che gli inviano sostanziosi assegni.
Quando la madre, che ormai non lo riconosce nemmeno più, lascia intendere di essere pronta a rivelare l’identità segreta del padre, da tempo scomparso, Victor spera che questo possa finalmente fornirgli le risposte che stava cercando. Con l’aiuto del suo collega Denny, anche lui sessuomane (ha una grave dipendenza da autoerotismo compulsivo), Victor fa amicizia con la giovane ed affascinante dottoressa della madre, che lo porta a credere che le sue origini possano essere decisamente più divine di quanto lui avrebbe mai potuto immaginare. Quindi, Victor Mancini è ancora il perdente buono a nulla che ha sempre pensato che sarebbe stato per il resto della sua vita o magari potrebbe rivelarsi un incredibile salvatore? Sicuramente sotto la dura scorza di cinico figlio di buona donna, batte un cuore d’oro.
Soffocare, che ha ottenuto il premio speciale della giuria per il miglior cast al Sundance Film Festival, è una trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk (autore anche di Fight Club), definito come (cito) una “satira catartica e romantica sulla lussuria incontrollata, sulla fede perduta, sui traumi dell’infanzia, le dipendenze assurde, le fantasie bizzarre e i blocchi emotivi ed effettivi, ma parla anche delle seconde possibilità, dei momenti di redenzione e del vero amore.” L’autore dice di voler raccontare la vita e l’America moderna. Le situazioni assurde ed i personaggi che racconta sono però talmente bizzarri, eccessivi, perversi, grotteschi e disturbati, che risulta difficile credere rappresentino la quotidiana normalità.
Sceneggiato e diretto dall’esordiente Clark Gregg (attore e scrittore di cui tanto avevamo apprezzato lo script di Le Verità Nascoste), il film non brilla particolarmente, e risente di una sceneggiatura non particolarmente riuscita. L’intreccio risulta essere discretamente sfilacciato e la regia è anonima e abbastanza impersonale. L’intera pellicola si regge quasi esclusivamente sulle interpretazioni divertenti (e divertite) del sempre ottimo Sam Rockwell e di Anjelica Huston, nei panni di Victor e sua madre. La Huston, in particolare, emana un carisma davvero fuori dal comune, tanto nei flashback che la dipingono come vamp anticonformista e madre fuggitiva; quanto nello svilupparsi della trama al presente, in cui la vediamo anziana, ingrigita ed affetta da incurabile demenza senile.
La storia è talmente complicata, dissacrante e delirante da rendere arduo, se non impossibile, il compito di raccontarla. Ha il pregio, bisogna sottolinearlo, probabilmente grazie ai toni grotteschi e sopra le righe, di riuscire a non scadere nel triviale o nel blasfemo nonostante le situazioni e le battute più grevi. A questo proposito: particolare nota di demerito ai traduttori italiani. Vorrei che qualcuno mi spiegasse perchè il personaggio di Beth, spogliarellista naif che sul lavoro si fa chiamare Cherry Daiquiri, da noi sia stata ribattezzata Darla Toujour. Capisco che un nome del genere possa far sorridere…ma non c’entra in nessun modo nè con la storia del personaggio, nè con il nome della versione originale. Non si tratta di un cinepanettone, baby!
Nei cinema da mercoledì 13 maggio
Voto Simona: 6+
Voto Carla: 6-