Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe: le recensioni dei critici
Adulti, spietati e agguerriti, ma non convincono
Il 1 maggio scorso è uscito nei cinema italiani il fantasy d’azione Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe di Tommy Wirkola con Jeremy Renner, Gemma Arterton e Famke Janssen. Non so a voi ma a me è sembrato proprio brutto. Il mio collega nella sua recensione gli ha affibbiato un 3 ma, incuriosita, cerco anche qualche altro parere. Ecco così come si sono espressi i critici Americani.
Claudia Puig – USA Today: Almeno c’è un messaggio: bambini, evitare di strafare con i dolci.
Keith Uhlich – Time Out New York: una favola triste, tutto qui.
Bruce Diones – New Yorker: Ottantotto minuti di spazzatura.
Tom Russo – Boston Globe: Assurdo, chiaramente, ma divertente.
Robert Abele – Los Angeles Times: non c’è un soffio di originalità.
Neil Genzlinger – New York Times: Non c’è chimica tra il signor Renner e la signora Arterton, e lo script non dà loro abbastanza per elevare questi tipi di film…
Stephanie Buon – Washington Post: Una parodia raramente divertente.
Keith Staskiewicz – Entertainment Weekly: Il film è stato seduto sullo scaffale per un po’, e come, per esempio, una scatola di caramelle è diventato un po’ stantio.
Peter Travers – Rolling Stone: potrebbero essere i 90 minuti più lunghi che trascorrerete in un cinema. Siete stati avvertiti.
Peter Howell – Toronto Star: Il film non è abbastanza divertente per essere una commedia o abbastanza spaventoso per essere un horror, e gli anacronismi sono ridicoli.
Stephen Farber – Hollywood Reporter: Tutto quello che manca è un vero e proprio senso di arguzia.
Lou Lumenick – New York Post: Un tentativo estremamente noioso per aggiornare la storia dei fratelli Grimm.
Per la critica Italiana vi propongo quella di Nepoti su LaRepubblica, l’unica trovata nella mia solita fonte (se trovate altro, scrivetelo nei commenti):
Roberto Nepoti – la Repubblica: Nel neo-filone di exploitation delle fiabe classiche, non poteva mancare la storia dei due fratellini sequestrati nella casa di marzapane da una strega che li vuole mangiare. Ma questa è solo la premessa del film diretto dal norvegese Tommy Wirkola (suo Dead Snow, dove nazisti zombi sbranano gli sciatori), che poi ci narra le imprese di Hansel e Gretel diventati, da grandi, vigilantes con specializzazione in fattucchiere. Tanto da essere convocati in un villaggio dove un pool di maliarde rapisce i bambini. Al contrario di Jack (quello del fagiolo), Cappuccetto Rosso e Biancaneve, che abbiamo visto costretti a diventare bellicosi, Hansel e Gretel sono due eroi da fumetto – meglio da graphic novel – professionali e armati fino ai denti di balestre a ripetizione e fucili multicanna. Benché ambientato nel 600, infatti, il film è pieno di anacronismi in stile “steampunk”. Spesso indeciso fra tono scanzonato e truculenza splatter, Wirkola dirige con un’imperizia rara per una produzione da 60 milioni di dollari. Il che non gli ha impedito grossi incassi al box office internazionale.