Baby Mama – La recensione in anteprima
Baby Mama (Baby Mama) di Michael McCullers, con Amy Poehler, Tina Fey, Greg Kinnear, Dax Shepard, Romany Malco, Sigourney Weaver, Steve Martin, Maura Tierney Kate Holbrook è una donna di successo ma sente sempre più forte i rintocchi del suo orologio biologico. A 37 anni il suo sogno è quello di diventare madre. Il problema
Baby Mama (Baby Mama) di Michael McCullers, con Amy Poehler, Tina Fey, Greg Kinnear, Dax Shepard, Romany Malco, Sigourney Weaver, Steve Martin, Maura Tierney
Kate Holbrook è una donna di successo ma sente sempre più forte i rintocchi del suo orologio biologico. A 37 anni il suo sogno è quello di diventare madre. Il problema dipende da lei e dal fatto di non essere fertile, così chiede aiuto a Angie, una giovane disposta a sostituirla nel compito di generare una nuova vita. Kate e Angie sono due donne completamente diverse, ma presto si renderanno conto di essere necessaria l’una all’altra.
Il desiderio di maternità di una donna manager, che scopre di essere sterile, è al centro di una commedia leziosa che in Italia non dovrebbe nemmeno essere proposta. Ovviamente la mia vuole essere una provocazione, quindi mi spiego meglio.
Nel “bel paese” si è infatti votato un referendum che osteggia ogni forma di contributo che la scienza può fornire alle coppie che, secondo la rigida legge naturale, risulterebbero sterili. Sottolineando il fatto che i procedimenti per le adozioni risultano iperburocratici e difficilissimi da raggiungere anche per le coppie eterosessuali, pare che nel paese del Family Day si faccia di tutto perché le famiglie non prolifichino. La legge 40 avrebbe infatti dovuto essere rivista e corretta, ma ormai è fuori dall’agenda politica da mesi e i temi trattati dalla politica sono tutt’altri.
Questa premessa sociopolitica è necessaria per capire come un film di questo genere (innocuo in patria) possa generare un involontario meccanismo di ulteriore ostilità nei confronti di pratiche di concepimento che altrove sono permesse, nonché legali. La madre surrogata proposta dall’agenzia di una diabolica Sigurney Weaver non è che una forma edulcorata per definire l’idea di utero in affitto, di cui si sente parlare con orrore nei telegiornali italiani. Come accadeva, oltre 15 anni fa, in Made in America con Whoopi Goldberg (dove venivano scambiati i campioni di seme in una banca della fertilità), in Baby Mama si tocca un tema “anni luce” lontano dalla nostra società e si gioca sulla frenesia ormonale che spinge una quasi quarantenne a provare tutti i modi per concepire un figlio, anche nel ventre di un’altra donna, che si rivela molto diversa da lei. Tra cambi di idea, fecondazioni tradizionali, pianti e crisi isteriche si raggiungerà ovviamente (come commedia vuole) un lieto fine che accomuna tutti, ma che mette alla berlina una realtà troppo lontana dalla nostra società (che già la demonizza a priori).
Ribaltamento antitetico di Juno di Ivan Reitman, Baby Mama è la storia di una gravidanza desiderata al limite della fobia. Un Sex & the City in chiave materna ma che della serie tv non possiede la graffiante ironia. Non mancano le comparsate eccellenti come Steve Martin e Greg Kinnear, ma la coppia che non funziona è proprio quella composta tra le due “madri” Amy Poehler e Tina Fey, che dovrebbe fare scintille invece non si innesca mai. La sceneggiatura, letture “politiche” a prescindere, è banale e prevedibile (facilissimo intuire come andrà a finire la vicenda) e fa quasi rimpiangere alcune serie televisive in stile Una mamma per amica.
Baby Mama esce nei cinema il 24 luglio.
Voto Carlo: 4,5
Voto Carla: 5