18 regali, Cineblog intervista Vittoria Puccini e Benedetta Porcaroli
Vittoria Puccini e Benedetta Porcaroli, protagoniste di 18 regali, ci parlano del film e di come hanno affrontato una storia così delicata
In sala da circa una settimana, 18 regali di Francesco Amato racconta la storia vera di Elisa Girotto. Nel 2016, proprio nel corso della gravidanza, Elisa scopre di avere un carcinoma al seno; di lì a poco scoprirà che è incurabile. La bimba, Anna, nel 2016 nasce ed è in buona salute, mentre la madre deve cominciare a confrontarsi con l’idea terribile di non poter vedere cresce la propria figlia.
Così Elisa ha un’idea: grazia anche ad un gruppo di mamme su Facebook, la donna decide di preparare diciotto regali, uno per ogni compleanno di Anna, fino alla maggiore età. Attraverso questi regali Elisa conta di trasmettere consigli, aspirazioni, forse pure qualche insegnamento, compreso un mappamondo in cui vengono indicati tutti quei posti che avrebbe voluto visitare in viaggio con la figlia. Nel 2017, un anno circa dopo la nascita di Anna, viene definitivamente stroncata dalla malattia.
18 regali prende spunto da questa edificante storia, costruendocene sopra un’altra, ispirata a quel filone dei cancer movie che, specie negli USA, negli ultimi anni hanno riscosso un certo consenso al botteghino. Anna (Benedetta Porcaroli) è una giovane allo sbando, devastata dall’assenza della madre, di cui non ricorda alcunché, dato che è venuta meno quando lei aveva appena un anno. Una sera s’ubriaca e viene investita da un’auto: il trauma che ne segue le fa vivere un’esperienza inspiegabile, che la riporta indietro nel tempo, all’epoca in cui Elisa (Vittoria Puccini) è in dolce attesa proprio di Anna.
È attraverso questo doloroso ancorché dolce confronto che la giovane, che si affaccia alla maggiore età, è chiamata al superamento di questa interminabile fase che l’ha vista fino a quel momento in rotta col mondo, ma anzitutto con sé stessa. Abbiamo avuto modo d’intervistare le protagoniste e fare loro qualche domanda sul film, ma soprattutto su come loro lo hanno affrontato.