Il Grande Gatsby: note di produzione, curiosità, foto dalla mostra e spot per il ritorno in sala di Baz Luhrmann
In sala dal 16 maggio, Il Grande Gatsby 3D di Baz Luhrmann è diventato finalmente realtà.
Ancora poche ore e Il Grande Gatsby inaugurerà il 66esimo Festival di Cannes, di fatto iniziato poche ore fa per la stampa, quando la nuova attesissima pellicola di Baz Luhrmann si è finalmente presentata. Dal nostro inviato Gabriele già recensito, il film uscirà domani nei cinema d’Italia, puntando con forza alla ‘cassa’ del weekend tricolore. Nell’attesa, ecco oggi arrivare una ricca grandinata di novità, segnate da spot nella nostra lingua, dalle foto della mostra degli abiti di scena vista a Roma nei giorni scorsi, e soprattutto da una ricchissima pagina legata alle note di produzione.
Tutto quello che c’è da sapere su Il Grande Gatsby 3D, in conclusione, lo troverete in questa pagina, per un film che vede sul set Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire, Joel Edgerton, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher, Jason Clarke, Elizabeth Debicki e Amitabh Bachchan. Tratto dall’immortale romanzo di F. Scott Fitzgerald, il film è stato ovviamente ‘reinterpretato’ dal regista australiano, 12 anni fa sulla Croisette con Moulin Rouge!
Ma ora, dopo avervi anche presentato la straordinaria colonna sonora, buona lettura.
NOTE DI PRODUZIONE
“Tutto questo è solo frutto della tua immaginazione?”
—Daisy Buchanan
Nick Carraway, il narratore (il quale, nel libro, è colui che scrive la storia di Il Grande Gatsby – “Gatsby, l’uomo che da il nome al romanzo…”), descrive il suo vicino—l’oscuro e apparentemente corrotto ma al tempo stesso ambizioso e stimolante Jay Gatsby—come un uomo con “una sensibilità superiore alle promesse che la vita offre…una straordinaria dote di speranza…come non ho mai trovato in nessun altro e che credo non troverò mai”. Per quasi un secolo, la storia di quel Gatsby, scritta da F. Scott Fitzgerald tra Long Island, New York e St. Raphael, Francia, a circa 15 miglia da Cannes tra il 1923 e il 1924, ha viaggiato attraverso il tempo e lo spazio, appassionando un gran numero di lettori in tutto il mondo.
Lo scrittore/produttore/regista Baz Luhrmann ha avuto il suo primo incontro con Il Grande Gatsby sul grande schermo, nel 1974, nel remoto Heron’s Creek, Australia, dove suo padre gestiva una pompa di benzina e, per poco tempo, un cinema.
Passiamo direttamente al 2004. Gelo, Russia del Nord. Il clangore del treno sulle rotaie. Lame di luce attraversano i finestrini ghiacciati. “Avevo appena terminato le riprese di ‘Moulin Rouge!’ ed ero impegnato in una ‘avventura rigenerante, ricorda Luhrmann. “Decisamente folle, avevo deciso di imbarcarmi sulla Trans-Siberian Express da Pechino, per attraversare la Russia del Nord fino a Parigi, per incontrarmi con mia moglie e la nostra neonata figlia, Lilly”. E fu in Siberia, in una cabina non più grande di una scatola di sardine, che Luhrmann ebbe un nuovo contatto con Il Grande Gatsby, questa volta sotto forma di un audio libro, uno dei due che si era portato con sé.
“Mi sono versato del vino, ho guardato fuori e vedendo scorrere la Siberia ho iniziato ad ascoltare. Sono andato a dormire alle quattro di mattina”, ricorda. “Il giorno dopo, non vedevo l’ora che ritornasse sera per far ritorno alla mia scatoletta, svuotare una seconda bottiglia di vino ed ascoltare la parte finale. Una volta terminato mi sono accorto di tre cose: Uno, non conoscevo affatto Il Grande Gatsby; due, che era scritto in maniera strutturalmente concisa e, tre che se ne poteva fare un grande film. C’era però, anche un problema intrinseco—l’espressione della vita interiore di Nick Carraway, la sua voce interiore—ma era pur sempre un libro incredibilmente adatto per farne un film. Ho pensato, ‘mi piacerebbe farne un film prima o poi’”. E così, mentre il treno sferragliava sulle rotaie arrugginite, nacquero le prime immagini dell’adattamento di Il Grande Gatsby di Luhrmann.
Alla fine, Luhrmann ha unito le sue forze a quelle dei produttori Douglas Wick e Lucy Fisher i quali, come Luhrmann, avevano provato più volte ad assicurarsi i diritti per il film. “Abbiamo provato ad acquisire i diritti del libro per il film per circa due anni. Un lavoro molto complicato”, dice la Fisher. “Poi un giorno abbiamo sentito bussare alla porta del nostro ufficio, era Baz Luhrmann che ci disse, ‘Anche io sto provando a fare Il Grande Gatsby.’ Ci sentivamo elettrizzati perché, secondo noi, non poteva esserci miglior regista per questo film. Il nostro sogno stava prendendo forma. Fummo immediatamente catapultati negli anni ‘20. Lavorare con Baz è come salire sulla macchina del tempo e trasferirti in un altro mondo”.
Assicurarsi i diritti fu solo il primo passo, ma Luhrmann sapeva che alla fine il progetto sarebbe stato incentrato sul personaggio che da il titolo al film. Bisognava quindi trovare un attore che potesse esprimere la complessa anima di Gatsby, il suo sorriso, “uno di quei sorrisi rari, dotati di un eterno incoraggiamento ,”* e poi, in un batter d’occhio, diventare “come se avesse ucciso un uomo”.*
Dice Luhrmann, “Ho lavorato segretamente al progetto per un po’, sapendo già in cuor mio chi avrebbe interpretato Jay Gatsby. Sul serio, non è stato poi così difficile pensare a qualcuno! Beh, vediamo—complesso, romantico, tenebroso, affascinante, un grande attore…” Leonardo DiCaprio, con il quale Luhrmann aveva già lavorato in “William Shakespeare’s Romeo + Juliet”, oltre ad essere considerato da Luhrmann un amico ed un collaboratore, fu la scelta ovvia.
“Avevo letto il libro alle superiori e la storia mi commosse parecchio”, confida DiCapri, a proposito del progetto. “Ho ripreso in mano il romanzo quando Baz me ne ha dato una copia ed ho detto, ‘Ho i diritti di questo’. Si trattava di un impresa ardua; avevamo la responsabilità di fare un film memorabile che sarebbe rimasto per sempre legato ad uno dei più grandi romanzi di tutti i tempi”.
Questo libro rivela un mondo ed una storia di New York, la città che Fitzgerald usava definire il suo “splendido miraggio”, la città in cui trovò presto il successo e l’ispirazione iniziale per il libro. Per Luhrmann e la carovana della Bazmark, la città ha rappresentato la prima critica tappa. In una suite dell’Ace Hotel di Midtown Manhattan, quindi all’angolo fra Canal e Broadway, al 24° e 26° piano di un palazzo al 401, Bazmark ha stabilito il suo laboratorio, includendo: sua moglie, il premio Oscar® per i costumi e per le scenografie Catherine Martin, che ha collaborato con Luhrmann al caratteristico look di tutti i suoi film e produzioni teatrali per oltre 20 anni; Anton Monsted, supervisore esecutivo musiche e coproduttore del film; Craig Pearce, sceneggiatore, amico e collaboratore alla sceneggiatura della “Red Curtain Trilogy” di Luhrmann; e il resto del loro team creativo.
New York, “la sua atmosfera avventurosa durante la notte… il passaggio continuo di uomini e donne e automobili”,* è stata fonte di ispirazione. L’intera squadra si è nutrita dell’energia e della storia del luogo, proprio come fece il personaggio del libro di F. Scott Fitzgerald.
“Mentre eravamo a New York, abbiamo letto molto a proposito del periodo- in particolare sul sistema finanziario, le azioni ed il mercato azionario”, dice Pearce. “Si era nel bel mezzo della crisi finanziaria mondiale…o quasi per uscirne”.
“Credo che Il Grande Gatsby sia attuale ora più che mai”, dice Wick. “In un periodo di scintillante ma inaffidabile economia ed un prevalente senso di smarrimento, Gatsby sarebbe potuto essere scritto ieri. Ma non è così. Il libro ci trasporta in un’altra epoca e in un altro luogo, un mondo smarrito di fascino accecante, di stravagante speranza e di sogni infranti, ed eravamo sicuri che Baz, più di chiunque altro, sarebbe riuscito a trasmettere tutto ciò al pubblico”.
“Credo che Fitzgerald abbia percepito una fondamentale crepa nel tessuto morale degli anni ‘20, qualcosa che continuava a crescere e crescere, ma che non poteva certo durare a lungo”, dice Luhrmann, “e che lo fa somigliare molto al crack finanziario globale del 2008. Un parallelismo perfetto. Se ci penso ora, credo che questa sia stata la molla che mi ha spinto a fare Gatsby adesso e in questo modo. Ci siamo stabiliti a New York perché è lì che dovevamo imparare e comprendere questi parallelismi tra luogo, cultura e stato mentale—Era del Jazz e oggi”
“Baz è un regista veramente letterario. Se deve fare un film tratto da un libro, è perché intende rivelare quello che lui crede sia il nocciolo della storia”, spiega Martin. “E così, abbiamo sempre iniziato dalle descrizioni del libro, provando in seguito ad aggiungere nuove scoperte e, come fanno i detective, portare alla luce alcune cose”.
“Quando inizio a lavorare ad un nuovo progetto, parto sempre con la raccolta degli elementi necessari”, Luhrmann descrive il suo processo. “In termini di linguaggio visivo, inizio a raccogliere fotografie e farne dei collage, oltre che i miei terribili scarabocchi. Questo è il mio punto di partenza con mia moglie: scarabocchi terribili impossibili da decifrare, ma lei è così gentile. Mi dice, ‘No, sono così pieni di sentimento’! Quello che lei vuole dire è che solo io riesco a capire cosa significano quegli scarabocchi, no?”
“Siamo stati fortunati perché l’immagine fotografica e quella cinematografica era prevalente negli anni ‘20”, aggiunge la Martin. “E così, l’epoca è stata catturata non solo con illustrazioni e disegni-cartoni animati dell’epoca-ma abbiamo sfruttato numerosi archivi fotografici. É stato molto eccitante, perché abbiamo potuto assistere alla nascita della nostra cultura contemporanea”.
Oltre alla fascicolazione di oggettistica dell’epoca, Luhrmann ed il suo team hanno esplorato meticolosamente il testo di Gatsby, oltre che ad altri testi di Fitzgerald, in particolare la prima stesura dell’autore di Il Grande Gatsby, intitolato Trimalchio (un tributo al celebre romano organizzatore di feste, che appare nel romanzo latino, Satyricon) ed hanno inoltre avuto modo di consultarsi con il suo editore, il professore della Pennsylvania State University, oltre che ex alunno di Fitzgerald, James L. West III.
Il team ha anche affrontato una serie di viaggi suoi luoghi interessati, dalle grandi dimore di Long Island alle case a schiera di Astoria, agli immensi prati di Louisville, dove Daisy crebbe ed incontrò per la prima volta Gatsby. Luhrmann ha anche fatto visita a Don Skemer, Curatore dei Manoscritti presso la Biblioteca della Princeton University, dove Fitzgerald era studente e dove vengono custodite le collezioni di scritti cartacei di F. Scott Fitzgerald.
“Baz ricrea sempre questi mondi che fanno parte della sua immaginazione, ma questo adattamento rispecchia incredibilmente quanto descritto nel libro”, dice DiCaprio. “Per quanto riguarda la narrativa del film, non sono state prese molte libertà. L’integrità del racconto e le parole usate da Fitzgerald, sono rimaste intatte”.
Ciò è dovuto in parte dalla scoperta e dall’evoluzione della “Fitzlish”. Spiega Pearce, “Fitzlish è il linguaggio che scaturisce dalla nostra riverenza per esso, desiderando includere quanta più prosa di Fitzgerald possibile, scrivendo voce narrante o dialogo fedele allo stile prosaico dello scrittore , che riesca a catturarne allo stesso tempo la sua bellezza e la sua potenza, ma che sia anche accessibile alle nuove generazioni. Inoltre, per leggere il libro da cima a fondo sono necessarie almeno sette ore, perciò da un punto di vista tecnico abbiamo dovuto condensare il racconto e dovuto estrarre i pensieri interiori ed esternarli, perché questo è un film. Ad un certo punto abbiamo sentito il bisogno di porre delle condizioni, al fine di creare un linguaggio che potesse fare ciò, dando vita a quello che definiamo il ‘Fitzlish’”.
Luhrmann voleva rimanere fedele al libro ed all’epoca, oltre a rendere la storia accessibile alle nuove generazioni per creare un tessuto culturale. L’uso di musica contemporanea per la colonna sonora—collaborando con l’innovativo artista e produttore esecutivo del film, Shawn “JAY Z” Carter—è stata parte integrante di questo tessuto.
“Volevamo consentire alla gente di sentire come sarebbe stato vivere in quell’incredibile epoca moderna, quando il mondo era stato creato e ognuno era così giovane, così bello, così ubriaco, così folle, così ricco e viveva in quel modo”, dice Pearce. “Volevamo provare come ci saremmo sentiti ad entrare in uno dei più incredibili night club del mondo e guidare l’automobile più veloce mai guidata prima. Dovevamo prendere delle decisioni in anticipo, riguardo la musica che avremmo usato e come presentare la storia usando la musica”.
Era una pagina che faceva parte dello stesso audiolibro di Fitzgerald. Lui stesso aveva incluso oltre 70 popolari canzoni nei suoi scritti, incluso il successo numero uno in classifica nel 1922, “Three O’Clock in the Morning” in Gatsby.
“Credo che qualunque cosa diventi un classico, lo debba al fatto che si muove attraverso il tempo e gli spazi”, dice Luhrmann. “Insomma, quello che intendo dire è che un classico è attuale in ogni paese ed in ogni epoca. Sapete, di solito è così perché I racconti sono storie umane universali e noi conosciamo le persone. E Gatsby è proprio così. Ed anche la storia che abbiamo costruito è così, raccontando tutto proprio dall’inizio”.
“Ero veramente entusiasta di poter fare parte di questo film”, dice Tobey Maguire, interprete di Nick Carraway. “Credo contenga una certa dose di bellezza e spettacolo insieme, oltre ad approfondire le storie dei personaggi”.
Luhrmann ricorda alcune delle sue esperienze più importanti, come quella in cui lui e Pearce si erano appena stabiliti nella suite dell’Ace Hotel, circondato da molti palazzi costruiti proprio nell’epoca in cui visse Fitzgerald. “Avevamo molte finestre affacciate sulla baia, New York era proprio là fuori, Leonardo seduto vicino ad una finestra e, qualcuno da fuori stava suonando la tromba, o un altro strumento…era tutto così Fitzgerald”. “Leonardo iniziò a leggere e anche Tobey iniziò a leggere, poi improvvisamente il sole tramontò e Tobey lesse il finale di Nick, ‘Fu come andare incessantemente avanti e indietro nel tempo’. Ricordo che Leonardo applaudì ed io lo imitai, andando avanti in questo viaggio, verso Fitzgerald e dentro la sua storia, il suo periodo, i suoi luoghi, tanto quanto nei nostri”.
IL CASTING DI UN CLASSICO
“La mia vita deve mirare in alto… Deve andare avanti”.
—Jay Gatsby
“Scommetterei che ha ucciso un uomo”.
“Piuttosto è che durante la Guerra ha fatto la spia per i tedeschi”.
“Non vuole avere guai con nessuno ”.
“Mi spaventa. Non vorrei mai che ce l’avesse con me”.
All’inizio, tutto quel che sapevamo di Gatsby proveniva dalle “accuse bizarre che insaporivano le conversazioni nei suoi saloni”,*—lui è il favoloso ma misterioso organizzatore di feste, l’uomo che abbiamo visto “uscire freddamente dal nulla e comprare un palazzo sullo stretto di Long Island”,* che spalanca le enormi porte del suo palazzo ogni singolo weekend a tutti, nessuno escluso, ma che nessuno ha veramente mai conosciuto. Fino a quando invita il suo nuovo vicino e narratore della storia, Nick Carraway, ad una delle sue sontuose feste. Questo dà inizio ad una catena di eventi, attraverso i quali, Gatsby alla fine si rivelerà e sarà distrutto dalla sua romantica ossessione, la cugina di Nick, “la ragazza dorata”* Daisy Buchanan.
“Quello che si scoprirà in seguito è che Gatsby era di umili origini. Da ragazzo, Gatsby aveva una grande aspettativa per la sua vita. Poi, un giorno, si innamora di questa ragazza, Daisy”, dice Luhrmann. “Aveva già avuto altre donne, così crede di poter ottenere quello che desidera da lei e partire per la Guerra pensando che si sarebbe dimenticato presto di tutto. Ma la ragazza è straordinaria e lui ne rimane coinvolto. Così lui parte e lei le promette che avrebbe aspettato il suo ritorno, ma non aveva messo in preventivo l’arrivo del ricco e potente Tom Buchanan, che sposa la ragazza”.
Gatsby spera di poter riconquistare Daisy “diventando qualcuno”. La sua intera esistenza—la sfarzosa dimora, le feste stravaganti, la biblioteca piena di libri mai letti, le centinaia di camicie di seta mai indossate, la sgargiante fuoriserie—è un accumulo di oggetti senza importanza, ma che per mezzo dei quali intende catturare di nuovo il cuore di Daisy.
“Gatsby è un personaggio incredibile da interpretare”, riconosce DiCaprio. “Credo che sia il manifesto vivente del Sogno Americano, dell’immaginare quello che puoi diventare… e fa tutto ciò per l’amore di una donna. Ma anche questo è aperto a diverse interpretazioni: Daisy è il solo obiettivo dei suoi sogni? O è veramente innamorato di questa donna? Penso che sia un romantico senza speranza ma anche un individuo vacuo, alla ricerca di qualcosa che possa riempire il vuoto nella sua vita”.
“Gatsby rappresenta un ideale romantico”, fa notare Pearce. “Con questo, non voglio dire che sia una persona adorabile, perché in realtà Gatsby ha molti lati oscuri. Intendo dire che lui rappresenta questa purezza di visione e di cosa è disposto a fare per amore”.
DiCaprio ha cercato di dare profondità ed una notevole aura di mistero alla sua versione del personaggio—una versione più fedele al personaggio del libro. “La prima volta che James West ha visto alcuni spezzoni di girato di Leonardo in Gatsby, ha detto, ‘Bene, questo è Gatsby, l’oscura ossessione di Gatsby, il suo assolutismo’”, dice Luhrmann, il quale aggiunge, “Lui è il Gatsby che non lascerebbe riscrivere la sceneggiatura della sua vita a nessuno’”.
Sebbene quella di Gatsby sia una figura tragica, il suo “sogno incorruttibile”* ed il suo impegno nel raggiungimento dello stesso, sono le ragioni che lo hanno finalmente ispirato a dichiarare, “vali quanto tutti gli altri messi insieme”* agli occhi di Nick. “Nick capisce che Gatsby, nonostante tutti i suoi difetti, sia ‘grande’ perché Jay Gatsby ha il dono della speranza senza pari; sebbene ultimamente sia fuori dalla sua portata o predestinato, il suo scopo è puro e sincero”, dice Pearce.
“Personaggi come Gatsby sono intrinsecamente legati alla tragedia”, osserva Luhrmann. “Quello che cercano di ottenere è irraggiungibile. E non cambiano. Sappiamo che Fitzgerald era un appassionato di Cuore di tenebra di Joseph Conrad (1899), che contiene la struttura di Orfeo nella quale un innocente intraprende un viaggio nei bassifondi ed incontra una figura iconica; la figura iconica, nel caso di Gatsby, non si trasforma, vive e muore con ‘Daisy’ sulle sue labbra. Nel corso della storia tuttavia, per noi poveri mortali ci è di ispirazione ad essere migliori, a trasformarci, cercare il nostro scopo nella vita. E Nick segue tutto ciò. Nick inizia il racconto voltando le spalle alla sua natura artistic per concentrarsi su come fare soldi a Wall Street, ma alla fine arriva alla consapevolezza, attraverso la scrittura di una storia sulla persona di Gatsby, che anche lui deve avere un senso ed uno scopo nella vita, esattamente come ha fatto Gatsby”.
E cos’è che Nick da a Gatsby?
“Credo che Nick sia il solo amico vero che Gatsby ha al mondo”, dice DiCaprio. “Ed è scioccante per Gatsby…non ha un solo vero amico. Nick è l’unica persona cha abbia un vero interesse per lui come individuo, e non come per quella specie di riccone spettacolare che è ‘Gatsby’”.
“Ho sempre cercato di vedere il lato migliore delle persone”.
—Nick Carraway
Il ruolo di Nick Carraway è interpretato da uno dei migliori amici di DiCaprio, Tobey Maguire, che ricorda, “Leo mi ha telefonato dicendomi, ‘Ho appena parlato con Baz che sta pensando di fare Il Grande Gatsby… Pensava a me per Gatsby e a te per Nick. É in città… Che impegni hai per stasera?’ Così, ci siamo ritrovati tutti e tre e siamo usciti per alcune ore, poi ho preso una copia del romanzo e l’ho letto per la prima volta”.
Nick Carraway è il narratore della storia. Come fece Fitzgerald, Nick arriva a New York da St. Paul, Minnesota, in cerca di fortuna (Fitzgerald aveva iniziato con la pubblicità, Nick nello sbocciante mercato delle obbligazioni). Così facendo, Nick sta, per sua stessa ammissione, per abbandonare il sogno di diventare scrittore. Prende in affitto una casetta a West Egg, dale parti di Long Island, la parte di città frequentata dai parvenu, e, non per sua volontà, proprio a fianco del misterioso Sig. Gatsby. Nick è il cugino di Daisy Buchanan, l’oggetto del desiderio di Gatsby. Viene attirato nel mondo di Gatsby, inizialmente partecipando ad una “piccolo festa” e da lì farà il favore a Gatsby di invitare Daisy a casa sua per un tè, così che Gatsby possa casualmente passare da quelle parti.
“Nick rappresenta ogni persona in viaggio alla ricerca del giusto sentiero. Sensibile, artista e…osservatore”, così definisce il suo personaggio Maguire.
“Nick è bloccato fra questi due mondi, la sua fedeltà a Daisy e Gatsby ed a questo selvaggio ideale dell’amore che nutrono l’un l’altra, oltre che al legame più tradizionale con Tom il marito di Daisy, sebbene questi non sia la persona più simpatica al mondo, né tantomeno la più affidabile”, spiega Joel Edgerton, che ha il ruolo di Tom Buchanan.
“Nick è l’innocente che arriva in questo mondo ed è cambiato—si affeziona terribilmente al mondo ed a quello che vi accade”, fa notare Pearce.
Alla fine, esplode la tragedia, e la prossimità di Nick ed il suo coinvolgimento ad essa—a Gatsby, i Buchanan, New York City, le feste, gli speakeasies, la “profusione di champagne”*—è causa del suo esaurimento. “É disgustato dal comportamento di tutti”, dice Maguire. “E questo è un personaggio che, all’inizio del libro viene descritto come uno che tiene per sé tutti i giudizi. Fondamentalmente, vuole ancora credere che gente, nel profondo, sia buona, rimanendo deluso dal sapere che invece non è così. Credo che la sua colpevolezza ed indulgenza verso queste persone si aggiunga al suo disgusto”.
“Non saprei dire se Nick sia una persona corretta, ma è senza dubbio la nostra guida morale”, dice Luhrmann. “Credo che ci conduca attraverso il panorama morale della storia, ed alla fine sia pronto a scoprire chi sia veramante e quello che desidera”.
“In precedenza, Tobey ha ricercato il vero Nick ed io credo che abbia fatto una scoperta importante”, dice Luhrmann. “Proprio come successo per Fitzgerald, Nick è un outsider, goffo come un’oca, un onesto pesce fuor d’acqua, un ragazzo del Midwest alle prese con la vita sulla costa est. E Tobey si è impegnato nell’esprimere tutto ciò, in un primo momento in maniera quasi comica, poi quando Nick cade a pezzi e diventa psicologicamente sconvolto, la sua performance diventa più psicologica fin quando, nel finale del film, incontriamo di nuovo il Nick che avevamo conosciuto all’inizio, un essere umano totalmente distrutto, niente affatto comico. Questo progresso ha rappresentato una scelta coraggiosa da parte di Tobey—il suo Nick si muove agilmente tra l’essere un outsider comico, osservatore, distrutto e, finalmente, un uomo nuovo”.
“Tobey ha fatto un lavoro meraviglioso nell’interpretare Nick”, aggiunge DiCaprio. “Qui sta avendo un’esperienza di vita, assieme a queste persone, con le quali si confronta perchè è veramente un outsider. Questo mondo non gli appartiene”.
Da tempo vengono fatti paragoni tra Nick e Fitzgerald. Si sa che Fitzgerald ha confessato, “A volte non so se sono vero o ppure sono un personaggio dei miei romanzi”. Di sicuro, Fitzgerald e Nick condividono l’anno di nascita, il 1896, il luogo di nascita, St. Paul, Minnesota, il carattere e la passione per la scrittura—infatti è Nick Carraway che scrive di Gatsby nel libro di F. Scott Fitzgerald.
“Non abbiamo avuto dubbi sul fatto che Nick Carraway sia in un certo senso F. Scott Fitzgerald e che quello che sia successo in Gatsby, sia successo a Fitzgerald”, riconosce Luhrmann.
Nella sua collezione di saggi autobiografici, The Crack Up ( L’età del jazz ) , Fitzgerald ammette, “Ho raccontato in queste pagine di come un giovane eccezionalmente ottimista, affronta un crollo dei valori, cosa di cui si accorge loungo tempo dopo che sia successo”. Nick Carraway, nelle pagine di Gatsby, va incontro ad un crollo simile, per poi fare ritorno a St. Paul per scrivere il libro.
Luhrmann nota, “Risulta chiaro nel libro che Nick stia scrivendo un libro. ‘Rileggendo quello che ho scritto finora …’ scrive Nick. Lui sta di fatto scrivendo un libro su un tale chiamato Gatsby, ma non c’è traccia del perché stia scrivendo, o di dove lo stia facendo o per conto di chi. Io e Craig faticato non poco al riguardo. Volevamo che la voce di Nick non fosse solo una voce narrante incorporea. Volevamo vedere Nick combattere contro i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Avevamo quindi bisogno di una combinazione editore/prete, qualcuno insomma a cui potesse di fatto confessare la tragedia che era successa e iniziarne a scrivere. Avemmo quindi l’idea che il Dottore potesse essere la persona che stavamo cercando. Abbiamo avuto la fortuna di ingaggiare il Dott. Menninger, discendente da una famiglia che era una delle prime sostenitrici delle tecniche di psicoanalisi progressiva degli Stati Uniti, erano gli anni’20. Quella che fu una autentica rivelazione per noi, è stato quando il Dott. Menninger ci ha spiegato che era molto ragionevole pensare che i pazienti dovevano essere incoraggiati a confrontarsi con le loro stesse esperienze attraverso l’auto espressione, come ad esempio la scrittura Poi arrivò la notizia bomba. Scoprimmo che nelle note finali del libro di Fitzgerald, il romanzo incompiuto The Last Tycoon ( Gli ultimi fuochi ), dichiarò l’intenzione di inserire un narratore che scriveva il libro da una casa di cura, quindi il ‘trucco’ del Dottore e la narrazione di Nick hanno preso spunto da lì”.
“Baz ha iniziato a registrare la voce narrante di Tobey quasi subito. Ha immediatamente contribuito ad aggiungere un elemento umano alla storia”, dice Lucy Fisher. “Ha spazzato via ogni dubbio alla domanda, ‘Sembra troppo vecchio stile?’ o ‘Sembra troppo letterario?’”
“É la miglior cosa che una donna possa essere in questo mondo, una bella piccola stupida”.
—Daisy Buchanan
Daisy è l’oggetto dell’ossessione di Gatsby, eterea e totalmente accattivante, in particolare la sua voce, “quel tipo di voce che l’orecchio segue su e giù, come se ogni discorso fosse un accordo di note che non si ripeteranno mai più ”.* Daisy è la “luce verde” di Gatsby”, il suo “oggetto incantato”, che gli fa cenno dall’altra parte della baia, ma sempre fuori portata, “lassù nel palazzo bianco, la figlia del re, la ragazza dorata …”*
Maguire nota, “Non appena ho sentito le parole venire fuori dalle labbra di Carey interpretando Daisy, ne sono rimasto rapito, esattamente come si suppone che Daisy debba fare con voi. Mi sono sentito travolto”
Carey Mulligan, nel ruolo di Daisy, dice, “La caratteristica principale di Daisy è la sua dualità. Vuole essere protetta e sicura e vivere in un certo modo. Ma allo stesso tempo è in cerca di romanticismo epico. Oscilla tra qualunque cosa sia la più forte e attraente. Non è una persona con i piedi in terra o sincera, in un certo senso”.
La prima volta che incontriamo Daisy, la troviamo in un frangente in qualche modo malinconico della sua vita. Da giovane era una ammirata bellezza del sud, “la ragazza più popolare fra gli ufficialetti di Camp Taylor”*, è ancora molto affascinante e bella, ma è tristemente a conoscenza del fatto che suo marito è un impenitente donnaiolo seriale, incline a spese folli”. Per questo motivo, quando Nick la presenta a Gatsby, il suo amore perduto cinque anni prima, viene tentata ad un ritorno al passato.
C’è voluto del tempo a Luhrmann per trovare l’attrice giusta per il ruolo. “Non credo di esagerare dicendo che tutte le attrici avrebbero voluto quella parte; si tratta di uno dei grandi ruoli iconici. Così ci siamo trovati in una specie di situazione alla “Via col vento”, dove eravamo costretti a tenere in conto ogni possibilità, non dei semplici provini ma vere e proprie piccole prove d’attore”.
“Abbiamo messo in moto una vasta rete di ricerca per Daisy, proprio alla vecchia maniera Hollywoodiana”, gli fa eco la Fisher.
“Leonardo è stato un partner costante di questa ricerca”, dice Luhrmann, che ha richiesto immediatamente la sua reazione dopo che la Mulligan ha provato la parte. “Leo ha detto la cosa più intelligente: ‘Sai, c’ho pensato molto… Gatsby aveva moltissime belle donne che cadevano ai suoi piedi. Carey è bellissima ma anche molto insolita. Daisy ha bisogno di essere quasi preziosa ed unica e qualcosa che Gatsby vuole proteggere. Qualcosa mai accaduto prima’. Ci siamo guardati ed ho detto, ‘È lei’”.
“Sapevamo di aver trovato la nostra Daisy Buchanan”, ricorda DiCaprio di quel momento. “Daisy è un personaggio veramente importante del film. Deve essere un mix di innocente bellezza quello che Jay vede nei suoi occhi, ma deve anche possedere una capricciosa noncuranza. Serve un’attrice non solo intelligente, ma anche qualcuno che sappia fare le due cose simultaneamente”.
Il risultato è che la Mulligan ha impressionato in ambedue le cose DiCaprio. “Ricordo il primo provino che ho fatto”, dice. “Stavamo facendo una delle ultime scene del film, Leonardo interpretava Gatsby, oltre che interpretare Tom Buchanan ed anche Nick Carraway. Perciò, sedeva su una sedia e faceva una parte, poi saltava su un’altra sedia e faceva Tom, poi si alzava in piedi e faceva Nick. Stava imparando tutte le battute. Incredibile!”
Mulligan intrerpreta Daisy come una donna complessa, più che soltanto una vuota eroina. “Penso che quando Daisy dice qualcosa, lo vuole dire sul serio, ma solo cinque minuti dopo possa aver già cambiato idea. “Sembra quasi che stia vivendo la sua vita come in un film, in cerca di sé stessa, il che la rende una persona di poca personalità e che è forse tipica per le donne in tali circostanze, molto interessante da interpretare”.
“Siamo nati diversi. Ce l’abbiamo nel sangue.”
—Tom Buchanan
Tom Buchanan è il marito di Daisy e, quindi anche l’antagonista di Gatsby.
“Tom il cattivo ragazzo, è un bullo, molto distruttivo ed anche molto ricco e titolato”, commenta Joel Edgerton sul suo personaggio. “Il mio lavoro è quello di dimostrarlo, ma il mio compito è anche quello di rappresentare Tom come una persona vera senza giudicarlo.
“Ho letto molte cose di Fitzgerald e mi sono reso conto che odiava le persone come Tom; è un uomo che impersona il tipo ultra ricco tipico di quell’epoca, sposato con una donna che ha avuto l’opportunità di amare uno spiantato. Nonostante tutto, ha scelto Tom”, si meraviglia Edgerton. “Questa cosa mi affascina. Capisco che c’è anche amore in tutto questo, ma c’è anche qualcosa di più profondo della cultura del denaro”.
Nonostante l’infelicità di Daisy, la Mulligan fa notare che c’è qualcosa di più che cattura l’occhio nella sua relazione con Tom. “Daisy e Tom possiedono una grande dinamica. Quando entrano in una stanza, sanno di essere le persone più potenti grazie alle loro ricchezze ed al loro status,” dice. “C’è una ragione per cui stanno insieme ed una ragione per cui una volta erano veramente innamorati. Quindi, ci siamo divertiti molto a recitare questo aspetto. Credo sia veramente molto facile immaginarli come una coppia molto infelice”.
Luhrmann ha riscontrato delle difficoltà per trovare l’attore per la parte di Tom. “Onestamente, ogni sorta di attori era intenzionata a volere quella parte, ma è stato molto difficile trovare le giuste qualità”, dice. “Joel è un giovane attore australiano di talento. Quando è arrivato per il provino, non posso dire di aver pensato “ Ho fatto gol!” Ma dal momento in cui Joel è entrato fino a quando è uscito, mi sono detto che lui era Tom Buchanan”.
Edgerton era così preso dal suo personaggio che continuava ad usare il suo accento da upper-class americano sul set, anche dopo che le macchine da presa erano spente. Luhrmann ricorda, “Non ricordo come parlasse prima Joel Edgerton—l’uomo dall’accento australiano che conosco molto bene—e credo che sia difficile per chiunque negare che il Tom Buchanan nelle pagine di F. Scott Fitzgerald Il Grande Gatsby sia diverso dall’interpretazione che ne ha dato Joel, perché è rozzo e amerete odiarlo. Lui ha il suo proprio tipo di universo and gli rimane molto fedele. Come dice Nick, ‘Non potrei mai perdonarlo o farmelo piacere ma ho constatato che ciò che ha fatto è, ai suoi occhi, completamente giustificato’. Lui è allo stesso tempo complesso e divertente”.
“Fitzgerald dichiara che Tom Buchanan è stato uno dei migliori personaggi da lui creati”, aggiunge Doug Wick. “Joel possiede tutte le sue qualità. È bigotto, ha l’energia e questo lo rende multidimensionale. Ha fornito un’eccellente interpretazione ”.
“A me piacciono le grandi feste. Sono così intime. Nelle feste piccole, non c’è intimità”.
—Jordan Baker
Uno degli ospiti regolari dei Buchanan, nonché alle feste di Gatsby, la mondana professionista di golf Jordan Baker è interpretata dall’esordiente, per un film di una major, Elizabeth Debicki. Nick trova Jordan estremamente elegante, bellissima…e profondamente intimidatoria.
“Ha in sé qualcosa che intimidisce”, ammette la Mulligan, “ma anche un calore celato, che riserva a molte poche persone e si vede che una di queste è Daisy.”
Fisher chima la Debicki, che si confronta con i pesi massimi di Hollywood, “La Scoperta!”
“Non conoscevamo il suo curriculum, non sapevamo chi fosse”, spiega Wick. “Baz disse di aver trovato Jordan e che era estremamente atletica e slanciata. Così gli abbiamo chiesto, ‘Che film ha fatto?’ e non ce n’erano molti. Comunque le abbiamo fatto un provino di lettura e, sebbene fosse relativamente inesperta, ha dimostrato arguzia, comicità ed una forte presenza. Il fatto che si trovasse in compagnia di tanti mostri sacri del cinema e che fosse completamente a suo agio, ci ha sorpreso positivamente”.
“Spero che Jordan si riveli una donna moderna”, dice la Debicki a proposito della sua performance. “Il modo con cui Fitzgerald descrive il suo personaggio è molto preciso: lei è la nuova razza di donna che è letteralmente comparsa dal nulla. Un giorno tutte vestite con il busto, il giorno dopo, alcune coraggiose con un paio di forbici in mano, si sono accorciate i capelli. Non è sposata e sembra che l’argomento non le interessi molto; è grintosa e coraggiosa; ha anche un carattere forte—non le interessa piacere alla gente”.
“Non si vive in eterno; non si vive in eterno!”*
—Myrtle Wilson
In netto contrasto con le donne di East Egg, troviamo Myrtle Wilson, l’amante di Tom Buchanan, che vive dalla parte opposta della ferrovia. L’attrice australiana, Isla Fisher interpreta il personaggio di una vamp fumantina con una vitalità tragica.
“Adoro Myrtle. Prova ad essere indipendente, ad avere una storia clandestina e vivere questa vita, cercando disperatamente di essere sofisticata”, dice la Fisher del suo personaggio. “Sprigiona anche una certa sensualità. Perdutamente innamorata, il suo cuore palpita per Tom Buchanan, desidera abbandonare la Valle delle Ceneri e, ovviamente, vede in lui il suo biglietto per la libertà. Veramente un grande e complesso personaggio che va incontro ad un drammatico destino”.
“Isla è una delle reali sorprese del film”, dice Fisher. “Nel libro viene descritta come una donna robusta, ma Isla è sensuale e questo ci aiuta a capire l’attrazione che Tom prova per lei”.
“Penso che la relazione tra Tom e Myrtle sia molto importante”, dice Edgerton. “Tom è l’uomo più potente e facoltoso nella storia, ciò nonostante anche lui non riesce ad avere tutto quello che desidera”.
“Sono malato. Sono stato male tutto il giorno. Sono esaurito”.*
—George Wilson
Il cornificato e sfortunato marito di Myrtle, George Wilson, è interpretato dall’attore australiano Jason Clarke. Il povero meccanico resta invischiato nella rete di intrighi che coinvolge i Buchanan, Gatsby e la sua stessa moglie e, alla fine, sarà lui a condurre la storia verso un finale tragico.
“George Wilson è il proprietario del Wilson’s Garage, nella Valle delle Ceneri. Vende benzina, aggiusta e vende automobili usate”, dice Clarke. “É sposato con Myrtle ed è fondamentalmente un brav’uomo, che però non riesce a dare alla moglie la vita che vuole e questo lo mortifica”.
Chiudono il cast di “Il Grande Gatsby”, Jack Thompson nel ruolo del confidente di Carraway, il Dott. Walter Perkins ed il leggendario attore indiano Amitabh Bachchan nel ruolo dell’oscuro socio in affari di Gatsby, Meyer Wolfshiem.
“Secondo me, questa storia ci mostra tutto ciò che c’è di bello e puro nel Sogno Americano, ma anche il suo tallone d’Achille, tutto quello che di problematico comporta”, osserva Wick. “Il cast messo insieme da Baz, ha dato sempre più vita ai personaggi che mi ero immaginato leggendo il libro ed ha reso gli abitanti di questo mondo, più reali di quanto avessi mai immaginato”.
PREPARAZIONE ALLA GIORNATA
“Come sembri fresco. Hai sempre un’aria così fresca.”
—Daisy Buchanan
Ricreare la moda dei Ruggenti Anni Venti—il fascino, lo sfavillio, l’innovazione—è stata una sfida esaltante per la costumista Catherine Martin. “Gli anni 20s”, ricorda il direttore della fotografia Simon Duggan. “Voleva che sembrasse come se fossimo proprio lì e in quell preciso momento, in un mondo sofisticato dove quasi ogni cosa era nuova. E quindi, abbiamo assolutamente provato di non creare nessun tipo di sensazione del periodo”.
A questo scopo, Luhrmann ha usato la tecnologia 3D per magnificare sia la performance che la presenza dei suoi attori. “ Un giorno ho avuto una specie di rinascita, dopo aver visto una versione di ‘Il delitto perfetto” di Hitchcock in 3D. L’aspetto interessante non erano gli oggetti che mi venivano incontro—ma piuttosto il fatto di vedere Grace Kelly girare in una stanza in 3D. Voglio dire, volevo avvicinarmi a lei e toccarla. Non era la macchina da presa che si muoveva, era solo lei che recitava. Sono rimasto colpito di come il 3D assomigli al teatro, di come il 3D riesca ad essere potente quando un attore si muove verso la macchina da presa e non la macchina da presa ad andare verso l’attore”
“Probabilmente siamo stati i primi ad aver girato un dramma in 3D”, dice Knapman. “Generalmente associamo il 3D a film con effetti speciali oppure a fantasy. Il nostro invece è un mondo reale e credo che sia abbastanza inconsueto. Penso che il modo in cui viene usato il 3D nel film sia veramente azzeccato”.
“Penso che sia un mezzo fantastico per il tipo di cinema che fa Baz, in particolare per questo film”, concorda Duggan. “Accresce veramente il senso drammatico e visivo di quello che stiamo cercando di ottenere. Abbiamo provato ad ottenere un aspetto veramente reale—il 3D ci ha aiutato a simulare questo aspetto—e quindi abbiamo usato di norma obiettivi grandangolo, molto simili alla vista dell’occhio umano”.
“Il fatto che Baz abbia voluto usare il 3D in contesto drammatico, è molto interessante per me”, commenta DiCaprio. “Si può sentire l’intensità che i personaggi esprimono gli uni verso gli altri”.
“Credo che il 3D sia per Baz un’evoluzione molto naturale”, dice la Martin. “Lui prova sempre ad abbattere le barriere tra la storia ed Il pubblico. E questo è solo un altro mezzo per consentire al pubblico di entrare in quel mondo, di rompere il muro e farli sentire come se fossero veramente nelle stanza con i personaggi” .
“Baz è veramente pericoloso in 3D”, dice Wick. “Già dalle prime riprese abbiamo visto la sua comprensione, in termini drammatici, della relazione tra gli attori, ma in seguito, in temini di energia ed emozioni, la creazione di un mondo dinamico ed eccitante. Penso che sia un grande strumento e credo che ispirerà molte altre persone ad usarlo in modi nuovi”.
Luhrmann ha motivo di credere che anche l’autore avrebbe approvato il suo approccio. “Una delle cose che penso di Fitzgerald è che, in ogni suo lavoro era veramente interessato alle tecniche moderne. Lo interessava il cinema, scrivere sceneggiature , nuovi tipi di musica, la cultura popolare—ha dato inizio a molte cose. Ha scritto romanzi in maniera veramente diversa”.
“Signore e signori, vogliate per favore recarvi presso la grande terrazza per l’anteprima di, ‘A Jazz History of the World’ del Sig. Vladimir Tostoff.?Seguirà uno spettacolo pirotecnico!”
—Trimalchio Direttore d’ Orchestra
Luhrmann, come già con “Romeo + Juliet” e “Moulin Rouge!”, ha nuovamente preso una storia classica ed ha miscelato musica contemporanea popolare con le musiche del periodo, rendendo la visione del film al pubblico un’esperienza singolare e quanto più possibile senza tempo.
“Fitzgerald ha aperto una nuova strada, guadagnandosi fama e notorietà raccontando questo nuovo ed esplosivo sound, che lui chiama jazz nel suo libro, raccontando attivamente una storia attraverso l’immediatezza della cultura popolare”, ci relaziona Luhrmann. “Come ho già fatto in passato, volevo trasporre questo racconto ai giorni nostri, rispettando il periodo in cui si svolgeva, perché nonostante quanto uno si sforzi, non riusciremo mai veramente a capire come fosse—che cosa era il jazz nel 1925.”
Fitzgerald ha coniato il termine “Era del Jazz” e la frase racchiudeva molto più che soltanto la musica dell’epoca—era l’essere moderni, era cultura giovanile e rappresentava l’energia del periodo: i Ruggenti Anni Venti. Pertanto, Luhrmann voleva che la musica fosse un riflesso dei nostri tempi, aiutando comunque a raccontare questa storia classica.
Anton Monsted, supervisore escutivo musiche e coproduttore del film, dice, “La colonna Sonora di ‘Il Grande Gatsby’ doveva venire incontro alle aspettative di ognuno, perché da un lato è una storia d’amore straziante su un sogno infranto, ma anche una storia famosa per le sue feste ed il suoi eccessivo, decadente mondo. Sapevamo che avremmo dovuto inserire musiche roboanti, ad alto volume e adatte alle feste—hip-hop, musica di strada—così come musiche che esprimessero il romanticismo tragico di un amore che non si sarebbe mai completamente realizzato.
“Penso che Baz l’abbia capito già da subito, iniziando ad ascoltare musica jazz e, apprezzare il jazz degli inizi degli anni ‘20 era in qualche modo, come scherzare col fuoco”, continua Monsted. “Perciò, trovare un compromesso con il tempo che stiamo vivendo e quell’epoca…ha di certo procurato le più grandi discussioni in fatto di musica, oltre che una grande sfida”.
Poi la dicsussione si è incentrata sull’ hip-hop, che affonda le sue radici nel jazz. “Sapete, il jazz è musica Afroamericana e racconta delle storie”, dice Luhrmann. “Entrambe queste forme musicali erano pure, assolute forme di auto espressione”.
Per collaborare con Luhrmann alla sua concezione di musica, non c’era nessuno migliore del rapper e straordinario produttore, Shawn “JAY Z” Carter che ha lavorato al film come produttore esecutivo oltre che ad aver contribuito alla colonna sonora di “Il Grande Gatsby”.
“Stava incidendo ‘No Church in the Wild’ al Mercer Hotel”, dice Luhrmann, ricordando come sono arrivati a lavorare insieme. “Leonardo mi disse, ‘Hey, Jay è quassù, vuoi venire a conoscerlo?’ Così, sono salito al suo piano e mi sono seduto a vederlo fare le sue cose e pensavo, ‘È divertente!’ Poi abbiamo parlato e gli ho mostrato un piccolo filmato di ‘Gatsby’ e Jay disse, ‘Di cosa stiamo parlando? Certo che dobbiamo fare questa cosa insieme!’”
“Ha partecipato a molte delle canzone del film, ma ha anche aiutato a definire e guidare l’arco musicale del progetto, abbiamo trovato unità d’intenti e coerenza di espressione”, dichiara Monsted. “No Church in the Wild” fa parte della colonna Sonora del film, insieme ad un altro brano originale di JAY Z, “100$ Bill”.
Oltre ad avere eseguito la sua propria musica e fatto da consulente per jazz e hip hop, JAY Z ha sottoscritto il desiderio di Luhrmann di includere un mix di generi musicali. “Abbiamo attraversato insieme, diverse epoche musicali senza soluzione di continuità”, spiega JAY Z “e quella era la vera sfida ”.
Questo ha significato dover reclutare una varietà di influenti artisti, tra i quali Bryan Ferry; Florence + The Machine; Lana Del Rey; London band The xx; Fergie with Q Tip and GoonRock; Coco O. of Quadron; Gotye; Nero; Sia and Beyoncé e André 3000.
Artisti come The xx and Florence Welch sono venuti a lavorare a Londra ed incidevano i loro pezzi mentre scorrevano le immagini di “Gatsby”, “aiutava a legare la canzone alle emozioni delle scene”, come spiega Monsted. “Penso che quando gli spettatori lo vedranno nel film, saranno sorpresi di sapere che Florence non sta solo cantando una canzone preregistrata; è piuttosto Florence che canta al ed alle emozioni trasmesse dalle immagini”.
Oltre alle canzoni originali, gli spettatori riconosceranno alcune cover di vecchi successi, come quella di Jack White che canta “Love Is Blindness” degli U2, o Beyoncé e André 3000 cantano in duo la struggente ballata di Amy Winehouse, “Back To Black”.
“André 3000 e Beyoncé fanno un duetto; è pazzesco”, spiega JAY Z. “Questo album è straordinario. Non è adatto a una discoteca, sapete? Ma mentre si è alla guida con i finestrini abbassati. Vi suggerisco di comprarvi un’auto per ascoltare quest’album, o anche una bicicletta—qualcosa che si muove”.
Per le musiche d’accompagnamento del film, Craig Armstrong ha adattato le melodie di alcune delle canzone principali inserendole nella narrativa del film, guidando lo spettatore verso una risposta emotiva.
“Un ottimo esempio è quello della canzone di Lana Del Rey, ‘Young and Beautiful’ che rappresenta il passato ed ingenuo amore di Gatsby e Daisy—quell’amore che li legava cinque anni prima della storia, quando le cose erano meno complicate per loro due”, dice Monsted. “É veramente una espressione del luogo al quale Gatsby cerca di far ritorno con lei. Craig ha usato la melodia e l’ha intrecciata nella colonna sonora, in modo che, sebbene non sentiamo cantare Lana, ci ricordiamo del suo significato”.
Un altro importante collaboratore nella colonna sonora è Bryan Ferry, che ha inciso alcuni dei pezzi jazz più tradizionali con la sua Bryan Ferry Orchestra. “Volevo che la colonna sonora fosse anche un mix di jazz—jazz tradizionale”, dice Luhrmann. “Bryan Ferry, la cui ossessione è il jazz tradizionale, ha creato alcuni pezzi sulla base di brani famosissimi”.
Ferry ha utilizzato un paio di classici: la sua “Love Is The Drug” e, con Emeli Sandé, “Crazy in Love” di Beyoncé; ed ha inoltre arricchito alcuni altri pezzi jazz tradizionali. “Nel film si sente un brano di jazz tradizionale eseguito dalla Bryan Ferry Orchestra, che poi si lega, con un abile lavoro di mix, alla canzone di JAY Z”, dice Monsted.
Dice Luhrmann, “Abbiamo optato per questa scelta, per aiutare il pubblico ad avere lo stesso feeling del lettore che legge il libro del 1925, nel senso che c’era musica jazz nella storia. Era pericoloso, inebriante, entusiasmante e sexy, ed era il jazz!
“‘Il grande Gatsby’ è una storia così divertente e moderna”, conclude Luhrmann. “Ha in sé questo fantastico romanticismo, il mondo dei contrabbandieri, c’è ritmo, ci sono i soldi, ma c’è anche violenza e morte e tragedia. Ma più importante di tutto ciò, ci sono dei personaggi complessi ed importanti oltre a profonde emozioni, passione ed amore”.
*Dal romanzo Il Grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald