La custode di mia sorella – La recensione in anteprima
La custode di mia sorella (My Sister’s Keeper) Regia di Nick Cassavetes, con Cameron Diaz, Alec Baldwin, Joan Cusack, Abigail Breslin, Jason Patric, Thomas Dekker, Sofia Vassilieva, David Thornton, Heather Wahlquist, Elizabeth Daily, Evan Ellingson, David Bortolucci, Chris Kinkade, Nicole Marie Lenz, Nina Barry.Anna, una ragazzina di undici anni, fa causa ai suoi genitori perché
La custode di mia sorella (My Sister’s Keeper) Regia di Nick Cassavetes, con Cameron Diaz, Alec Baldwin, Joan Cusack, Abigail Breslin, Jason Patric, Thomas Dekker, Sofia Vassilieva, David Thornton, Heather Wahlquist, Elizabeth Daily, Evan Ellingson, David Bortolucci, Chris Kinkade, Nicole Marie Lenz, Nina Barry.
Anna, una ragazzina di undici anni, fa causa ai suoi genitori perché possa scegliere in prima persona cosa fare del suo corpo. Anna è stata concepita in provetta con lo scopo preciso di diventare una donatrice sana e compatibile per sua sorella Kate, malata di leucemia. Dopo lunghi anni passati tra prelievi di sangue, midollo e altre dolorose terapie la bambina non sembra più essere disposta a tutto questo stillicidio. Il prossimo passo dovrà infatti essere il trapianto di un rene per la sorella in continua dialisi. Anna si presenta così da un noto avvocato e chiede con convinzione di portare i suoi genitori in tribunale, ma molte cose rimangono non dette tra lei e sua madre.
A sette anni dal John Q., il regista Nick Cassavetes ritorna ad affrontare un dramma famigliare di stampo medico-legale raccontando la struggente storia di una famiglia in disfacimento a causa di una terribile malattia. La tematica è importante e di estrema attualità, toccando temi caldi come la manipolazione genetica delle cellule pre-natali e l’accanimento terapeutico nei confronti dei malati terminali. L’inizio e la fine della vita diventano così due momenti in cui è necessario chiedersi quanto sia lecito che l’uomo intervenga grazie alle moderne tecniche mediche.
Ispirato dal romanzo omonimo di Jodi Picoult, La custode di mia sorella è sulla carta un film a tema destinato a suscitare fortissime emozioni (in particolare per quella parte del pubblico che ha avuto modo di confrontarsi con situazioni analoghe) ma rispetto a come un tema così delicato è stato trattato in passato (basti citare lo splendido film Lo scafandro e la farfalla di Julian Schnabel) Nick Cassavetes gioca in modo sleale e scorretto. La commozione e la lacrima sono generate grazie all’utilizzo di tecniche piuttosto comuni nel genere melodrammatico, scene particolarmente toccanti sono seguite da lunghe inquadrature dominate da canzoni e ballate che intensificano l’apporto emotivo dell’inquadratura ma che tendono a rendere ipocrita il taglio narrativo utilizzato, sottolineate dalle patetiche voci fuori campo dei protagonisti della vicenda. Il film procede secondo due filoni, la vicenda giudiziaria che vede al piccola Anna mentre si rivolge a un avvocato per portare in tribunale i propri genitori e i flashback che ripercorrono l’intera vita delle famiglia, dalla scoperta della malattia di Kate alla decisione di concepire in provetta una nuova figlia, dalle lunghe e dolorose terapie mediche a cui sono state sottoposte le due ragazze al tragico amore sbocciato nelle corsie di oncologia.
Matura la prova materna di Cameron Diaz, nei panni di una madre “cazzuta” incapace di arrendersi pur di salvare la vita di sua figlia, anche a rischio di perdere il contatto con la realtà e di non capire più quello che è meglio per tutta la sua famiglia. Si conferma come un’ottima enfant prodige la (non più) piccola Abigail Breslin che fu l’irresistibile aspirante Little Miss Sunshine, sempre più l’anti-Dakota Fanning.
Rimane infine una sensazione sgradevole nella consapevolezza che il film racconta in realtà una storia di fiction. Troppi sono gli elementi sceneggiati all’interno della narrazione (l’epilessia dell’avvocato, l’amore fra malati, il “colpo di scena finale”) che, paradossalmente, sarebbero stati accettati meglio se si fosse trattato di un film ispirato a una storia vera. Il retrogusto di artefatto compromette irrimediabilmente il sapore amaro che una storia del genere lascia sul palato. Inoltre il finale è stato pesantemente modificato dalla sceneggiatura di Cassavetes rispetto al romanzo della Picoult che, a quanto risulta, non ha preso molto bene le modiche effettuate dal regista (chi fosse interessato ad avere qualche spoiler può leggere le differenze sul sito Moviefone).
Un paio di curiosità: il personaggio di Anna in realtà si chiama Andromeda, in evidente riferimento alla mito greca secondo cui la figlia di Cefeo e di Cassiopea sarebbe stata sacrificata per colpa di un atto di vanità della madre. Nella colonna sonora si può gustare un brano inedito di Jeff Buckley.
La custode di mia sorella uscirà nelle sale il 4 settembre.
Voto Carlo 4