Giorno 4 a Venezia 2009: Yi ngoi (Accident) – Persécution
Yi ngoi (Accident) – di Soi Cheang (Concorso) E’ un bel thriller quello di Soi Cheang, che potrebbe con questa nuova opera riscattarsi agli occhi dei fan che erano rimasti un po’ delusi dal precedente Shamo. Non sarà il suo film migliore, ma il regista di Dog Bite Dog sa quel che fa e come
Yi ngoi (Accident) – di Soi Cheang (Concorso)
E’ un bel thriller quello di Soi Cheang, che potrebbe con questa nuova opera riscattarsi agli occhi dei fan che erano rimasti un po’ delusi dal precedente Shamo. Non sarà il suo film migliore, ma il regista di Dog Bite Dog sa quel che fa e come lo fa.
E in meno di un’ora e mezza, conciso e teso (anche se forse qualche momento sembra allungare il minutaggio), riesce a partire raccontando una trama che prende spunto da una sola accattivamente intuizione, per arrivare ad illustrarci una storia di paranoia che si avvicina alla follia, forse un po’ il tema dominante – se se ne vuole trovare uno – di Venezia 66.
Alcune scene tengono bene l’ansia e sono costruite con una geometria di cui il produttore Johnnie To andrà senz’altro fiero, mentre la seconda parte presenta, in una scena decisamente poetica e dolorosa, un colpo di scena di sicuro effetto. Promosso un po’ da tutti. Qui potete vedere il trailer.
Persécution – di Patrice Chéreau (Concorso)
Ecco una delle bestie nere di questa corsa al Leone d’Oro di quest’anno: è Persécution il film forse che in generale ha avuto più dissensi in Sala Darsena, con pochi convinti applausi e qualche sonoro fischio. Che forse, però, equivale a fischiare un po’ tutto il cinema di Chéreau senza saperlo: il che non è corretto.
Descritto come un thriller che si mischia al drammatico, del primo genere Persécution “rispetta” le regole solo nei primi 20 minuti: l’infiltrato spia in casa il protagonista e gli fa trovare anche inquietanti biglietti. Ma capiamo anche dopo poco che questo persecutore non vuole fare del male fisico. Ma chi è che perseguita chi? Il titolo forse non si riferisce quindi di più al fatto che Daniel è colui che “perseguita” in realtà la sua fidanzata, Sonia, col quale si frequenta sempre meno?
Nel film di Chéreau la linea che divide realtà ed immaginazione è sottile, e ancora una volta il quotidiano rischia di confondersi con le idee di un protagonista che ha perso le proprie coordinate. E ci racconta di un mondo in cui sembra impossibile essere capaci di amare. Senza dubbio qualcuno dirà che girerà un po’ a vuoto, che sarà anche un film minore nela filmografia del regista (di cui il migliore è un po’ per tutti Son frere), ma ha i suoi momenti e le sue carte. Come il trio di attori, formato da Romain Duris, Charlotte Gainsbourg e Jean-Hugues Anglade. Potete vedere delle foto qui. Davvero sottovalutato.