Giorno 5 a Venezia 2009: Between Two Worlds – Domaine
Ahasin Wetei (Between Two Worlds) – di Vimukthi Jayasundara (Concorso) Il tipico “film da festival”? Molto probabilmente, ma non privo di interesse e di fascino. Il secondo lungometraggio di Jayasundara, nato nello Sri Lanka nel 1977, è un film dai forti simbolismi, molto criptico e difficile, ma che riesce a mantenere comunque viva l’attenzione dello
Ahasin Wetei (Between Two Worlds) – di Vimukthi Jayasundara (Concorso)
Il tipico “film da festival”? Molto probabilmente, ma non privo di interesse e di fascino. Il secondo lungometraggio di Jayasundara, nato nello Sri Lanka nel 1977, è un film dai forti simbolismi, molto criptico e difficile, ma che riesce a mantenere comunque viva l’attenzione dello spettatore grazie alla sua realizzazione.
Movimenti di macchina dolci per una pellicola dall’ottima fotografia, che illustra in modo interessante le ambientazioni di città, campagna e montagna. Non tutto è chiaro, si diceva, e ci si potrebbe perdere tra metafore e storie nella storia, ma alcuni momenti anche abbastanza forti rendono Between Two Worlds una visione non troppo tortuosa.
Domaine – di Patric Chiha (Settimana della Critica)
Spesso nelle sezioni collaterali di Venezia si trovano autentici gioielli. Domaine è uno di questi, grazie alla sua freddezza che pian piano conquista, trasformando il film di Chiha in una pellicola dai forti sentimenti che riesce a convincere.
L’analisi del rapporto tra un ragazzino alla ricerca di un’identità, che verrà chiarita grazie all’incontro con un ragazzo più grande di cui s’innamorerà, e la zia decisamente “originale” è azzeccata, cattura e sorprende, con un filo di morbosità che non guasta.
Bellissime le interpretazioni degli attori, con una Béatrice Dalle in stato di grazia. Personalmente, per alcune situazioni e un po’ per l’aria che si respira in alcune sequenze, mi ha ricordato Élève libre di Lafosse.