Venezia 2009: Perché fa bene Michele Placido a incazzarsi
Ha fatto bene Michele Placido a incazzarsi. Lo avete visto anche voi nella clip. Le conferenza stampa a Venezia sarebbero utili se ci fossero giornalisti, e critici, all’altezza. Invece quasi sempre sono affollate di personaggi che in testa hanno spesso una cosa sola, mediocre: incastrare gli autori con qualsiasi mezzo. George Clooney ha dovuto subire,
Ha fatto bene Michele Placido a incazzarsi. Lo avete visto anche voi nella clip. Le conferenza stampa a Venezia sarebbero utili se ci fossero giornalisti, e critici, all’altezza. Invece quasi sempre sono affollate di personaggi che in testa hanno spesso una cosa sola, mediocre: incastrare gli autori con qualsiasi mezzo.
George Clooney ha dovuto subire, stornandola con ironia, l’esibizione aggressiva di un tizio della tv che si è spogliato dichiarando all’attore il suo amore (qui il video). Vige la diceria che George sia gay; ma anche si dice che sia impotente; forse basta sentire la Canalis; che scene sgradevoli.
Michele ha reagito in maniera magari eccessiva ma la domanda sul perché si sia fatto distribuire, finanziare, dalla Medusa, i cui proprietari sono i Berlusconi, è davvero scioccamente provocatoria. La giornalista straniera che l’ha posta , lo ha fatto per le note ragioni.
Prima ancora di Videocracy presentato a Venezia – che attacca le tv commerciali e il premier che le possiede- c’è all’estero un acceso desiderio di fare un falò degli italiani quando si può; e oggi non manca la carne al fuoco, incluse vallette e veline. Un altro desiderio, anche italiano, è quello di rimproverare gli autori, soprattutto chi oggi, come Tornatore o Placido, riesce a fare i film con gli euro di Medusa.
Tornatore alza le spalle, di fronte a simili contestazioni; Placido più sanguigno, più preoccupato di farsi riconosce autore in un festival dove non ha mai riscosso troppe simpatie, è scattato nella conferenza stampa dopo la proiezione per i giornalisti del suo Il grande sogno, film a cui tiene moltissimo, grazie anche a motivi biografici. Michele ha avuto buon gioco nel ricordare che in tutto il mondo il cinema funziona o tenta di funzionare con qualcuno che investe.
E’ sempre stato così e sempre sarà. Nello stato e nei suoi interventi ci si crede sempre meno. La faccenda è delicata e importante. Ma chi la solleva per dire senza tanti giri di parole che un regista, un artista come Placido, è un “venduto”, appare oggi come un patetico pierino, la cui unica urgenza è quella di far scattare negli autori la indignazione in modo automatico e comodo. Insomma, è un inutile gesto. Ed è proprio l’inutilità della domanda ha fatto montare (fin troppo) la rabbia di Michele.