Giorno 9 a Venezia 2009: Soul Kitchen – Lola – Crush
Soul Kitchen – di Fatih Akin (Concorso) C’è poco da fare: Fatih Akin è una vera forza della natura. Il mondo cinefilo lo ha imparato definitivamente ad apprezzare con i bellissimi La sposa turca e Ai confini del paradiso, rispettivamente Orso d’Oro a Berlino e premio della sceneggiatura a Cannes. Per la prima volta a
Soul Kitchen – di Fatih Akin (Concorso)
C’è poco da fare: Fatih Akin è una vera forza della natura. Il mondo cinefilo lo ha imparato definitivamente ad apprezzare con i bellissimi La sposa turca e Ai confini del paradiso, rispettivamente Orso d’Oro a Berlino e premio della sceneggiatura a Cannes. Per la prima volta a Venezia, il regista di origini turche (ri)dimostra che con la commedia ci sa fare alla grande.
Infatti non è la prima volta che Akin usa il tono da commedia: basta rivedersi tutta la prima parte de La sposa turca, una commedia bellissima e a tratti esagerata che poi cede il passo ad un doloroso mèlo. Invece Soul Kitchen è tutta una vivace, brillante, divertentissima commedia.
Una commedia sugli affetti, sulla fatica che bisogna fare per tenere in piedi un progetto, sulle seconde possibilità che difficilmente bisogna negare alle persone. E poi sull’amore, sul cibo, sul sesso, sull’amicizia. Un film vitale sulla vita. Diretto magistralmente, con tante idee registiche da parte di Akin che mantengono interessante la pellicola sempre, fino al bel finale. Da applausi tutto il cast, di cui alcuni componenti ovviamente tornano alcuni attori-feticcio di Akin. Da segnalare il montaggio, soprattutto quello “coreografico” delle ricette culinarie. Da non perdere.
Lola – di Brillante Mendoza (Concorso – Film sorpresa 2)
E alla fine è stato confermato il secondo film sorpresa, dopo l’annuncio del primo (My Son My Son What Have Ye Done). Ed è un titolo che c’era nell’aria già da prima dell’inizio del festival. Dopo essere stato per due volte di seguito a Cannes, con Serbis e Kinatay, e dopo aver vinto con quest’ultimo il premio della regia, Mendoza arriva a Venezia con un nuovo film a soli quattro mesi di distanza dalla presentazione cannense di Kinatay.
Un ragazzo è stato ucciso: la nonna ora vuole pagare tutti i costi del funerale. Intanto, un’altra nonna vuole far uscire di prigione il nipote: si tratta dell’assassino del primo ragazzo. All’inizio separate per forza dagli eventi, ma in realtà accomunate dallo stesso modo di “vivere” la città, le due nonne si troveranno man mano più vicine…
Per chi odia i ritmi del cinema orientale, Lola è un film da evitare. Peccato per loro, comunque, perché Lola non è privo di interesse. Perché è bello lo sguardo sul paese, soprattutto nei momenti di pioggia e di completo allagamento. Ed è bello il percorso di queste due “nonne-coraggio”, dal forte valore morale. Non per tutti, anche se meno cupo dei film precedenti, ma non da sottovalutare.
Korotkoye Zamykaniye (Crush) – di Petr Buslov, Alexei German Jr., Boris Khlebnikov, Kirill Serebrennikov, Ivan Vrypayev (Orizzonti)
Cinque registi russi decidono di girare contemporaneamente dei corti sul tema dell’amore. Le regole sono quelle di non superare un certo minutaggio e di non venire a sapere cosa stanno facendo gli altri. In sostanza, a parte proprio la lunghezza dei corti, massima libertà.
Si passa dal dramma al comico, passando per il grottesco. Protagonisti dei cinque corti un giornalista, una ragazza, un calzolaio, una “mascotte” e un internato in un ospedale psichiatrico. Tutte le loro storie, la maggior parte accomunate da protagonisti in qualche modo “generosi”, trattate con stili davvero diversi.
Ad esempio, c’è da ricordare il corto con protagonista la mascotte, ovvero un ragazzo travestito da aragosta che va in giro a fare promozione per un ristorante: una vera follia grottesca, anche parecchio violentina, ma in modo gustoso e divertente. Molto toccante l’episodio del calzolaio, quasi tutto muto, e bello il corto che chiude l’opera, diretto da German Jr., l’altr’anno in concorso con Paper Soldier, Leone d’argento e Osella per la fotografia.