Moon: Recensione in Anteprima
Moon (Gran Bretagna, 2009) di Duncan Jones; con Sam Rockwell, Kevin Spacey, Dominique McElligott, Kaya Scodelario, Matt Berry, Benedict Wong, Malcolm Stewart, Robin Chalk.Un gioiellino di rara bellezza ed intelligenza. Scritto e diretto dal regista pubblicitario Duncan Jones, qui al suo esordio, Moon rilancia il filone fantascientifico, omaggiando classici del genere come 2002 – la
Moon (Gran Bretagna, 2009) di Duncan Jones; con Sam Rockwell, Kevin Spacey, Dominique McElligott, Kaya Scodelario, Matt Berry, Benedict Wong, Malcolm Stewart, Robin Chalk.
Un gioiellino di rara bellezza ed intelligenza. Scritto e diretto dal regista pubblicitario Duncan Jones, qui al suo esordio, Moon rilancia il filone fantascientifico, omaggiando classici del genere come 2002 – la seconda odissea, Alien e Atmosfera zero. Girata con un budget ridotto all’osso, la pellicola ruota attorno ad un unico straordinario protagonista, Sam Rockwell, qui a dir poco ammirevole nella sua strabordante bravura.
Sam Bell è un impiegato della Lunar, società per la quale lavora da tre anni in una base lunare chiamata Selene, con l’incarico di estrarre un prezioso gas (l’Helium 3) che riveste un ruolo cruciale nel risanamento della crisi energetica terrestre. A due settimane dalla conclusione del proprio lavoro, l’uomo non fa altro che sognare il suo ritorno a casa, da sua moglie e dalla sua bambina. Peccato che la salute di Sam cominci a deteriorarsi, portandolo ad avere strane allucinazioni, a soffrire di forti mal di testa e a non riuscire a mantenere un giusto livello di concentrazione, causando così un grave incidente. Peccato che, per pura casualità, Sam scoprirà che alla Lunar hanno già il suo rimpiazzo, che non è altro che una versione più giovane ed irascibile di sè stesso…
Spaziale nel suo essere teso, avvincente, metaforico, originale, positivo. Moon, dopo aver conquistato il Sundance Film Festival, si appresta finalmente ad arrivare nei cinema nostrani, anche se solo come uscita tecnica, ovvero con una decina di copie sparse sul suolo nazionale e niente più. Un peccato, un enorme peccato, viste le indiscusse qualità della pellicola, capace di conquistare lo spettatore con una galassia di idee, raccolte e portate a casa con una manciata di soldi.
Evidente ed assolutamente pregevole il lavoro fatto dall’esordiente James, capace di ricreare atmosfere lunari credibili, ed estremamente affascinanti, utilizzando solo e soltanto modellini, evitando così la costosa animazione digitale. Un particolare, questo, non di poco conto, visto come i tecnici al lavoro sono effettivamente riusciti nell’intento, dando all’intero film quella patina di ‘palese omaggio’ ai classici degli anni 70/80, quando lo spazio al cinema veniva ricreato proprio attraverso sofisticati modellini.
Riuscire a rendere scorrevole un film di 90 minuti, che vede recitare praticamente un solo attore, non era semplice, ma James, grazie anche alla strepitosa prova di Sam Rockwell, è riuscito nell’impresa. Al fianco di Rockwell, magnifico nell’essersi sdoppiato con cotanta bravura, troviamo Gertie, robot di kubrickiana memoria, chiaro omaggio all’indimenticabile HAL 9000, capace di esprimere le proprie emozioni grazie all’utilizzo di alcune ‘emoticon’, segno dei tempi che cambiano. Ottimo il doppiaggio italiano, con la voce impersonale ma al tempo stesso ‘calda’ di Roberto Pedicini, perfetto nel riuscire a portare sullo schermo le tante facce mostrate da Gertie.
Strizzando l’occhio all’ambiente, con il mondo bisognoso di una spaziale energia per tornare a carburare, Duncan Jones ci porta nello spazio a noi conosciuto, sul suolo lunare, dove un “astronauta operaio” conta i giorni per poter tornare a casa. Isolato dal mondo da 3 anni, Sam sogna di poter riabbracciare i propri cari, fino a quando delle allucinazioni non lo portano sulla soglia della pazzia. Ritrovandosi dinanzi a se stesso, Sam si chiede se sia davvero del tutto uscito di senno, finendo per scoprire una sinistra ed incredibile verità, mai anche solo immaginata…
Svolte thriller a tinte gialle, misteri e verità nascoste, a migliaia di chilometri dalla terra, nello spazio più profondo e silenzioso. Aiutato da una conturbante, ipnotica e al tempo stesso drammatica colonna sonora, partorita da Clint Mansell, il film alterna gli accesi e disturbanti colori dell’interno della base lunare, ai colori ovattati, a volte vicinissimi addirittura al bianco e nero, dello spazio profondo e misterioso, amalgamando perfettamente le due ‘facce’ fotografiche.
Anche se abbastanza prevedibile nell’arrivare al suo epilogo, Moon conferma così come anche un genere difficile e spesso ripetitivo come quello della fantascienza possa raccontare storie originali, anche con un low budget, se fondate su uno buono script e chiare idee registiche. Idee qui concretizzate da un nome di cui sicuramente risentiremo parlare, Duncan Jones, bravissimo nel portarci nei meandri della mente umana, tra inconscio e realtà, a circa 384.400 km dalla terra.
Uscita in sala: 4 dicembre
Voto Federico: 7,5
Voto Gabriele: 8
Voto Carla: 7,5