20 anni di meno: trailer e trama della nuova commedia di David Moreau
Alice ha 38 anni e per rimanere sulla cresta finge di avere un toy boy con 20 anni in meno di lei, Balthazar: ovviamente i suoi piani prenderanno una piega inaspettata.
David Moreau (The Eye) mette in scena una commedia dai temi moderni, tra false “cougar” e aspiranti “toy boy” in un mondo dove “tutti vogliono fare buona impressione. La maschera sociale è una cosa naturale.” Parola della bellissima protagonista Virginie Efira.
Cast
Virginie Efira: Alice Lantins
Pierre Niney: Balthazar Apfel
Gilles Cohen: Vincent Khan
Amélie Glenn: Lise Duchêne
Charles Berling: Il padre, Luc Apfel
Michael Abiteboul: Simon Meyer
Camille Japy: Elisabeth Lantins
Trama
Alice Lantins è una giornalista trentottenne work addicted decisa a diventare la nuova redattrice capo del prestigioso magazine di moda Rebelle: nonostante sia bella ed elegante, il direttore della rivista pensi le manchi un po’ di fascino, di grinta e sensualità.
Per puro caso incontra il giovane Balthazar, che ha appena compiuto 20 anni e quando il direttore di Rebelle li vede assieme capisce che Alice ha lo spirito di una vera cougar: la protagonista capisce che la chiave per il successo è fingersi trasgressiva e inizia a corteggiare il giovane ma non ingenuo Balthazar.
Dichiarazioni
Il regista David Moreau
Insieme al mio co-sceneggiatore, Amro Hamzawi, avevamo voglia di portare sullo schermo una commedia romantica diversa da tutte quelle finora proposte dal cinema francese. Quindi partendo dal tema della differenza di età tra i due protagonisti siamo passati a raccontare la storia di una donna che finge di innamorarsi e che alla fine resta intrappolata nel suo stesso gioco.
Adoro esplorare universi nuovi e per farlo ho cominciato a leggere riviste come Glamour, ELLE, Vogue, e ad assistere a qualche sfilata. E’ un mondo molto codificato e la cosa che mi divertiva di più era seguire l’evoluzione dei personaggi senza cadere nei cliché o esprimere giudizi.
La società ci spinge verso il conformismo, a restare all’interno delle convenzioni, come se anche la felicità fosse regolamentata. La differenza, la diversità fanno paura. Le persone temono lo sguardo degli altri, i giudizi negativi che a volte diventano anche violenti. Ma quando la singolarità, l’originalità vengono accettate, tutto diventa possibile. Ed è questa la storia del film… Al di là di questo, il film parla anche dell’angoscia di quelle donne che escono con uomini più giovani chiedendosi inevitabilmente: “Sarà ancora così innamorato tra cinque anni?”
Virginie Efire (Alice)
Fin da subito ho adorato il tema e i personaggi che a mio avviso sono molto divertenti. Ero felice che mi avessero proposto di interpretare una commedia romantica incentrata su valori ai quali mi sento vicina. Ma è stato soprattutto l’incontro con David Moreau, giovane regista della mia generazione, cinefilo di cui avevo amato il primo film, che è stata determinante. Ho sentito che aveva voglia di fare un film importante anche se si trattava di una commedia! Mi piaceva che fosse un regista dotato di un gran gusto e di un punto di vista preciso. Abbiamo rilavorato insieme sulla sceneggiatura che aveva scritto con Amro Hamzawi e il lavoro di scrittura mi ha aiutata moltissimo sul set, come se il personaggio facesse già parte di me.
L’universo della moda è molto cinematografico, con dei lati strambi ma assolutamente codificati. Più che altrove, quello che conta di più sono lo sguardo degli altri e le apparenze! Il film non si propone certamente di esprimere dei giudizi di valore, ma di accentuare gli aspetti comici vedendo un ragazzo, estraneo a questo ambiento, compiere degli errori per amore.
Pierre Niney (Balthazar)
Oggi in Francia è difficile vedere delle belle commedie romantiche. E’ stata la cosa che mi ha colpito di più alla prima lettura, seguita dall’incontro con David e Virginie. La sceneggiatura era divertente, le situazioni raccontate forti e interessanti, l’intrigo e i personaggi coraggiosi. Amavo il carattere ambizioso del progetto, tipica caratteristica delle commedie inglesi o americane quali Cuore Selvaggio o Notting Hill, che sono per me dei grandi esempi. Con questo film, David ha voluto seguire questo genere di filone, realizzando al contempo un film molto personale.