Eaters: arrivano gli zombi della Extremevideo – Trailer e intervista a Luca Boni e Marco Ristori
Oggi vogliamo presentarvi con orgoglio un film italiano e indipendente, Eaters, che riporta nel nostro paese quella bramosia di cervelli che un tempo non fu solo cara a Romero ma che trovò nel nostro paese un terreno fertile per la caccia agli umani.Luca Boni e Marco Ristori (le due menti dietro la Extreme Video) sono
Oggi vogliamo presentarvi con orgoglio un film italiano e indipendente, Eaters, che riporta nel nostro paese quella bramosia di cervelli che un tempo non fu solo cara a Romero ma che trovò nel nostro paese un terreno fertile per la caccia agli umani.
Luca Boni e Marco Ristori (le due menti dietro la Extreme Video) sono entrambi accreditati come registi e postproduttori e hanno realizzato uno zombie movie dove due umani sopravvissuti all’apocalisse vanno in giro per il mondo contaminato ed incontrano (quando non devono massacrare nonmorti) brandelli di umanità e freaks durante il loro cammino, il tutto tenuto assieme da una buona dose di ironia.
Ma piuttosto che parlare io vi lascio al trailer e alla loro intervista (dopo il salto) dove spiegano per benino tutti i vari aspetti della produzione. A metterci il nome davanti il film c’è anche Uwe Boll, che qui fa un po’ quello che Tarantino fa per Eli Roth, il che è bello e triste allo stesso tempo. Bello perchè Uwe Boll, malgrado le apparenze da burbero, si conferma uno dei cineasti più sensibili alle difficoltà del cinema indipendente. Brutto perchè nessuno in Italia ha fatto quello che Boll ha fatto per la Extreme.
Vi lasciamo intanto col sito ufficiale www.extremevideo.it e il myspace.com/stayextreme.
Allora, prima di tutto perché Eaters, sul sito non c’è una trama né la presentazione del progetto, immaginiamo che sia un film dove si uccidono gli zombi, ma oltre a quello che cosa è esattamente Eaters? E perché uno dovrebbe guardare proprio il vostro film piuttosto che un altro film di zombi?
Eaters è un road movie estremo a tema zombie. Racconta un viaggio di due giorni di due uomini alla ricerca di sopravvissuti; sarà un viaggio difficile durante il quale i nostri (anti) eroi incontreranno i personaggi più disparati, vivi o morti che siano. Fra neonazisti senza scrupoli, un pittore squinternato, preti assassini e chi più ne ha più ne metta, scopriranno che forse non è davvero la fine del mondo. Dietro a tutto questo freakshow c’è la vera idea del film, lo scontro fra un Male e un (quasi) Bene in un mondo decimato da una terribile infertilità femminile (prima) e la Grande Infezione (poi) derivata proprio dalla speranza di riuscire ad arginare il problema delle nascite zero. La nostra idea è quella di affrontare questa idea in un modo affatto serioso, preferendo ironia ed esagerazioni varie ad una impostazione più cupa. Perchè la gente dovrebbe guardare il nostro film… non ne abbiamo idea. Forse perchè non si dice mai di no ad uno zombie movie e forse anche perchè è il primo film a tema zombie italiano dopo un bel po’ di anni.
Inoltre ci sarà qualche sorpresa nel cast…
E’ il vostro primo lungometraggio? Come è nata l’idea del progetto e quanto tempo ci avete investito?
Sì, è il nostro lungometraggio d’esordio. Dopo 4 anni dedicati ai videoclip e ai documentari abbiamo deciso di provare ad allargare le nostre vedute. Il supporto digitale permette di affrontare un progetto del genere con costi relativamente contenuti e quindi ci siamo detti “perchè no?”. Lavoriamo al progetto da circa due anni; le stesure della sceneggiatura sono state numerose prima di arrivare a quella che ci convincesse a pieno. Altro tempo
prezioso ne è andato per cercare – inutilmente – una produzione. In Italia nessuno ne vuole sapere. La nostra fortuna è stata quello di trovare persone e professionisti di fiducia come l’effettista speciale David Bracci e il musicista/imprenditore Filippo Corradin che hanno deciso di coprodurre insieme al nostro studio il progetto. Un aiuto enorme ci viene anche dal cast e dalla troupe, tutti ragazzi giovani che come noi credono nel film e ci rendono le cose davvero più semplici. L’inizio delle riprese del film è fissato per il mese di giugno, ormai il dado è tratto. Si spera.
Dal trailer si intuisce che avete fatto largo uso di blu screen ed effetti in post produzione, ma ci piacerebbe sapere se avete utilizzato sfondi reallizzati in digitale oppure se avete preso fondi reali messi poi dietro agli attori in compositing. Sarabbe stato materialmente possibile realizzare il film senza l’uso del compositing?
Siamo sinceri amanti della post produzione, anche se riteniamo che vada usata con criterio. Nel teaser abbiamo utilizzato sia il blu screen sia potenziamenti digitali in riprese reali. Per quanto riguarda gli sfondi si tratta solo di immagini reali, perlopiù modellini e fotografie; questo permette di ottenere un risultato a nostro parere più credibile… sempre nei limiti dell’ambito di un film in cui si fa un massiccio uso di effetti del genere! Eaters è un film low budget nel vero senza del termine; sarebbe impossibile realizzarlo senza ricorrere ad escamotages del genere. Il compositing – usato sia in riprese sul bluscreen che su riprese reali – ci permette di dare credibilità ad film, di inserirlo in un contesto post-apocalittico impossibile da ricreare senza un budget milionario.
Uwe Boll presenta il vostro film, come avete iniziato questa collaborazione? In che cosa e come vi ha aiutato nella realizzazione del film?
Uwe Boll segue il nostro lavoro ormai da quasi due anni. E’ stato l’unico che ci ha supportato e che ci ha spinto a continuare a portare avanti il progetto Eaters anche quando chiunque non si degnava neppure di risponderci. Da questo siamo passati ad una collaborazione più stretta e, con questo ultimo teaser promozionale, lo abbiamo convinto ad entrare ufficilamente nel progetto. Boll – tramite la sua produzione – sarà il canale distributivo e promozionale del film. Stiamo parlando principalmente di home video (dvd e bluray), ma si sa mai che si riesca a conquistare qualche sala all’estero. L’importante per noi adesso è riuscire a non deludere il nostro illustre promoter!
C’è ancora speranza per il cinema di genere con qualche idea in Italia? Siete stati in qualche modo aiutati dell'”industria” italiana oppure avete fatto tutto da soli? Avete avuto il nome internazionale, possibile che nessuno in Italia vi abbia aiutato in qualche modo?
Come ti dicevamo prima, in Italia abbiamo trovato solo porte chiuse. Anzi, sbarrate. Non possiamo dirti se c’è ancora speranza per il genere, ma possiamo dirti che sicuramente non c’è nessun interesse da parte delle produzioni. Specialmente per film indipendenti come il nostro. Il dover fare tutto da soli ci è però servito ad imparare un sacco di cose! Ci teniamo però a dire che il contatto con Boll ed il successivo rapporto con lui è stato solo ed esclusivamente opera nostra. Non abbiamo assolutamente la volontà di far risorgere il genere in Italia, il nostro obiettivo è quello di fare film che ci piacerebbe andare a vedere. Se poi ci saranno (in realtà già qualcosa si muove) sussulti positivi nel genere tanto meglio: saremo i primo a gioirne.
Avete già qualche idea per distribuirlo oppure per adesso lo porterete in giro per i festival?
Per la distribuzione estera contiamo su Uwe mentre per l’Italia abbiamo già un contatto molto interessante. Certo dobbiamo impegnarci a tirare fuori un film decente altrimenti saremo costretti a farci le copie in casa e venderle per strada…Per i festival cercheremo di farlo girare il più possibile.
Incrociamo le dita.
Grazie mille per lo spazio concessoci.
Marco e Luca
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