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I cattivi più cattivi del cinema secondo Cineblog

I cattivi sono sempre affascinanti… ecco i nostri preferiti

di carla
pubblicato 8 Luglio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 12:53

Oggi la redazione di Cineblog gioca con la cattiveria. Ho deciso di dedicare un post ai cattivi del cinema, ai cattivi più cattivi per essere precisa. Ho coinvolto i miei blogger nella scelta, ho chiesto loro di elencarmi a testa tre cattivi con poche righe di motivazione ed ecco cosa hanno scelto. Sì, tre a testa sono veramente pochi, me ne sono resa conto quando ho dovuto scegliere i miei… ma… via, si va. Ehi, ovviamente nei commenti dovete mettere i vostri 3. Ma solo 3. Giocate con noi.

I cattivi di F. Colla

Robert De Niro in Cape Fear: la vendetta fatta uomo.
Hans Gruber – Die Hard I (Alan Rickman): il cattivo degli anni ’90 per eccellenza.
Tony Montana (Al Pacino) in Scarface: il boss più crudele di sempre.

I cattivi di Rosario

Hannibal Lecter: La cattiveria di Hannibal potrà anche essere stata smorzata dal passare degli anni e dal proliferare di prequel e sequel, ma la parte di Anthony Hopkins ne Il Silenzio degli Innocenti sprizza cattiveria da tutti i pori.
Darth Vader: Col mantello un po’ così, la maschera un po’ così e il suo modo di respirare un po’ così. Il modello del cattivo perfetto, con tanto di redenzione finale.
Il Joker: Non ce ne voglia Jack Nicholson, anch’egli meraviglioso nel Batman di Tim Burton. Quello del compianto Heath Ledger, però, è follia allo stato puro.

I cattivi di Pietro

Darth Vader: Ogni qual volta entra in scena sulle note della “Marcia Imperiale” scritta per lui da John Williams non ce n’è per nessuno. Frase cult da L’impero colpisce ancora:

– Dart Fener: No, io sono tuo padre!
– Luke: No! Non è vero! NON È POSSIBILE!
– Darth Fener: Cerca dentro di te! Tu sai che è vero!

Il Joker: Le versioni di Jack Nicholson e di Heath Ledger sono complementari, due facce della stessa follia psicopatica, due servi del caos: il primo luciferino, il secondo demoniaco. Frase cult da Il cavaliere oscuro:

– Batman: Tu sei spazzatura, uccidi per soldi.
– Joker: Non parlare come uno di loro, non lo sei! Anche se ti piacerebbe… Per loro, sei solo un mostro, come me! Ora gli servi. Ma tra un po’… Ti cacceranno via. Come un lebbroso! La loro moralità, i loro principi, sono uno stupido scherzo. Li mollano non appena cominciano i problemi. Sono bravi solo quanto il mondo permette loro di esserlo. Te lo dimostro: quando le cose vanno male, queste… persone “civili” e “perbene”, si sbranano tra di loro. Vedi, io non sono un mostro; sono in anticipo sul percorso.

Frase cult da Batman di Tim Burton:

C’è qualcuno che sa dirmi in che razza di mondo stiamo vivendo? Dove un uomo si traveste da pipistrello? E si frega tutta la mia stampa? …Questa città ha bisogno di un clistere! (Joker)

Freddy Krueger (naturalmente mi riferisco esclusivamente a Robert Englund): Rispetto ai colleghi Michael Myers e Jason Voorhees, Freddy possiede ironia e parlantina, questo non toglie nulla alla sua carica di violenza e i suoi efferati omicidi a sfondo “onirico” hanno sempre un che di spaventosamente creativo. Frase cult da Nightmare 4 – Il non risveglio:

– Roland Kincaid: Va al all’inferno!
– Freddy Krueger: Di’ al demonio che ti manda Freddy!

I cattivi del dr. apocalypse

Malefica: un nome una garanzia. I lineamenti del male fatti cartone animato. Sarà difficile, se non impossibile, riuscire a replicare quella voce, quelle spigulature, quel portamento, quell’oscurità, in live action. Angelina è avvertita.
Mombi: villain di un film troppo spesso sottovalutato (Return to Oz), l’Infermiera Wilson/Mombi interpretata da una superba Jean Marsh ha segnato la mia adolescenza. Come dimenticare quel ‘Dorothy Gaaaaaaale’ urlato in faccia alla povera Fairuza Balk da decine di teste mozzate?
Annie Wilkes: il volto della follia, armato di mazza e coltello, dal sorriso affabile e lo sguardo del demonio. Solo Kathy Bates poteva riuscire nell’impresa di rendere ‘reale’ la Annie Wilkes di Misery non deve Morire, ideato da colui che non a caso ha scritto le più belle e celebri pagine dell’orrore degli ultimi 30 anni, Stephen King.

I cattivi di Gabriele

Malefica (La bella addormentata nel bosco): il villain Disney dal look più spaventoso, con un’aria algida e severa che da bambino mi terrorizzava. Forse anche oggi.
Harry Powell (La morte corre sul fiume): Robert Mitchum al massimo, per uno dei capolavori assoluti della Storia del cinema. I tatuaggi LOVE e HATE sono ancora oggi tra le trovate più geniali di sempre.
Baby Jane Hudson (Che fine ha fatto Baby Jane?): Bette Davis eyes… La cattiveria e la vendetta poche altre volte sono state così sadiche.

I cattivi di Cut-tv’s

Jack Torrance (Jack Nicholson) – Shining (The Shining, 1980) diretto da Stanley Kubrick: Il mattino ha l’oro in bocca… ma se non bastasse il sorriso diabolico e lo sguardo folle di Jack, lo psicopatico visionario che fraternizza con i fantasmi della sua mente, stana la moglie con l’ascia e insegue il figlio nel labirinto dell’Overlook Hotel, merita il primo posto della mia classifica di cattivi.
Hans Beckert (Peter Lorre) – M – Il mostro di Düsseldorf (M – Eine Stadt sucht einen Mörder, 1931) diretto da Fritz Lang: “Scappa scappa monellaccio, se no viene l’uomo nero…” con il volto di Peter l’innocente e gli occhi di Hans, il maniaco sadico e pedofilo che uccide bambine, un mostro con la faccia dell’uomo della folla e l’anima dell’uomo nero, spaventoso come la sua ombra, che appare sui manifesti delle vittime, e traccia i prodromi del noir.
Annie Wilkes (Kathy Bates) – Misery non deve morire (Misery, 1990) diretto da Rob Reiner: Una signora che per amore ti inchioda al letto, ti spezza le gambe, ti tortura fisicamente e psicologicamente per non far morire l’ideale poetico, e porta l’ossessione a livelli da brivido, merita come minimo il terzo posto nella schiera dei cattivi.

I cattivi di Andrea

John Doe in “Seven” (1995): Incarnazione della giustizia biblica cieca, assassino senza identità o segni di riconoscimento, il serial killer (definizione piuttosto riduttiva in questo caso) interpretato da un impassibile e luciferino Kevin Spacey, è di quelli che sconvolge in modo irreversibile l’immaginario dei bad boys cinematografici. Sarà perché assume quasi la dimensione metafisica di un occhio invisibile che scruta e sorveglia le umane debolezze e che quindi ci rende tutti potenziali obiettivi nel suo mirino. Fa paura perché è il male senza però la consapevolezza di esserlo. Per questo a suo tempo abbiamo lasciato la sala atterriti, sconfortati e, inevitabilmente, vinti.
L’intera comunità di “The Wicker Man” (1973): Isolata, dedita in maniera ossessiva alle sue leggi e tradizioni, ben compatta nell’orchestrare il suo maligno disegno, la comunità di The Wicker Man, non a caso presieduta da un’icona horror assoluta (Christopher Lee), riesce a comunicare subito disagio, nonostante l’irreprensibile sergente Neil Howie non sia proprio l’incarnazione della simpatia britannica. All’inizio percepisci con lui la stessa aria “sbagliata” del posto. Poi, a differenza di lui, cogli il ghigno degli abitanti dietro i sorrisi di circostanza e la finta collaborazione. Ma lui, forse fin troppo inebriato dalla sessualità rituale del posto, unisce fin troppo tardi i puntini dell’enigma. Alla fine resta solo l’impotenza del protagonista e il suo strazio urlato inutilmente al cielo. E il puzzo di carne bruciata sembra arrivare fino allo spettatore, restituendogli in un sol colpo secoli di delirio religioso.
La mamma di “Carrie” (1976): Il mondo del cinema è pieno zeppo di incarnazioni femminili eccellenti. Lasciando volutamente fuori Bette Davis (i suoi meravigliosi personaggi, più che cattiveria, mi comunicano un misto di follia e pietà) scelgo quindi la diabolica Piper Laurie del capolavoro di De Palma, mamma capace di evocare con un solo sguardo tutta la maternità distorta e infernale della storia del cinema. Sia mentre prega che quando finge dolcezza nei confronti della povera Carrie, Margareth White riesce sempre a esprimere male, un male depravato, frutto di castigazione e distillato dalle pagine del vecchio testamento. La sua grottesca crocefissione si rispecchia nell’immagine di un Cristo profanato e demolito sia come simulacro che nei testi sacri. Carrie è solo l’angelo vendicatore. Il vero “sguardo di Satana” è quello di sua madre.

I cattivi di Carla

It: il clown assassino interpretato da Tim Curry è innegabilmente il mio cattivo “preferito”. Quella risata, la perfidia, i palloncini… da brividi.
Freddy Krueger: prima le vittime sono degli innocenti bambini poi, per vendetta, attacca e uccide nel sonno, quando i bersagli sono più vulnerabili. Ehi, non vale!
Jack Torrance: puoi sempre fidarti dei genitori, dicono. Sì, come no? Prova a scappare da un padre impazzito che vuole ucciderti, piccolo e indifeso come sei.