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H2Odio

H2ODIO di Alex Infascelli; con Chiara Conti, Mandala Tayde, Anapola Mushkadiz, Olga Shuvalova, Claire Falconer, Carolina Crescentini, Mauro Coruzzi.Che fosse coraggioso, lo sapevamo. Che fosse strano, pure. Ma che Alex Infascelli fosse bravo, molti avevano forti dubbi. Stroncato da metà critica col suo primo lavoro (Almost Blue, da un romanzo di Lucarelli, e vincitore di

13 Maggio 2006 14:17

H2Odio H2ODIO
di Alex Infascelli; con Chiara Conti, Mandala Tayde, Anapola Mushkadiz, Olga Shuvalova, Claire Falconer, Carolina Crescentini, Mauro Coruzzi.

Che fosse coraggioso, lo sapevamo. Che fosse strano, pure. Ma che Alex Infascelli fosse bravo, molti avevano forti dubbi. Stroncato da metà critica col suo primo lavoro (Almost Blue, da un romanzo di Lucarelli, e vincitore di alcuni importanti premi), stroncato dal pubblico con la sua seconda fatica (il frainteso ed interessante Il siero della vanità), Infascelli si presenta con questa nuova operazione; la frase sul sito ufficiale del film in questo caso è esplicativa: “dal 3 maggio in nessun cinema”. Ve ne avevamo parlato, ed eccomi qui a dirvi cosa ne penso, e per la terza volta mi trovo a difendere Alex. Perchè H2Odio è un film stranissimo ma anche da vedere. Almeno una volta. Ed è un film coraggioso, al di là delle imperfezioni e del voler essere un po’ (forse troppo) fuori dalle righe, esagerato e d’autore.
Cinque ragazze, anche di diverse nazionalità, si riuniscono nella casa di una di loro, Olivia, su un isolotto semisperduto, per fare una dieta a base di acqua. H2O: per purificarsi, per rimuovere le tossine del corpo (e dell’anima) accumulate.E le cinque ragazze, Olivia, Summer, Ana, Christina e Nicole, sembrano anche intenzionate a farla all’inizio: ma, escludendo la padrona di casa (che ha avuto l’idea), le altre iniziano di nascosto a mangiare, ed iniziano a cedere ed a non voler più andare avanti. E tutto pian piano andrà sempre peggio.
Il ritmo è calmo, lento, per qualcuno potrebbe anche risultare un film noiosetto e privo di mordente (dopotutto era una delle accuse fatte a Il siero della vanità…); ma l’angoscia sale e accompagna lo spettatore in una specie di climax che non raggiunge vette impressionanti, ma che resta abbastanza costante. Alcuni momenti sono anche forti (Olivia e la sua spalla… attenzione alla scena in bagno!), e tutti i nodi alla fine vengono al pettine: anche se gli indizi per riuscire a capire tutto ciò che sta dietro sono spesso ben chiari. Ma la cosa più interessante, e allo stesso tempo la cosa che potrebbe più irritare, è proprio lo stile di Infascelli: che spinge i pedali ed esagera volontariamente la sua regia, estremizza le sue radici registiche americane e spesso e volentieri riesce a creare qualcosa di originale e bello da vedere. Sequenze puramente oniriche, mescolate ad altre che richiamano anche la pop art (da notare ad un certo punto la parola Help che si forma a mo’ di fumetto sulle labbra di una delle protagoniste), e un uso del sangue “interessante” (cola, si disperde nell’acqua, è pioggia…). Strano, H2Odio è strano, lo ribadisco. E capisco che non tutto fili per il verso giusto (spesso le situazioni che si creano fra le ragazze non sono sempre “naturali” e alcuni dialoghi non sono scritti benissimo), ma questa “lesbostory” (attenzione anche ad un bacio!) resta assolutamente coraggiosa. Funzionale l’interessante colonna sonora, e funzionale anche il cammeo di Mauro Coruzzi (in arte Platinette, ma qui non en trasvesti) nei panni di uno psichiatra.
Da segnalare anche la bellissima locandina disegnata da Ana Bagayan, che inquadra in un’immagine arte contemporanea e il sapore contorto della pellicola.

Voto Carla: 7

Voto Gabriele: 6