Halloween: la celebre soggettiva iniziale del capolavoro di John Carpenter
Prima di Halloween c’è stato Black Christmas (Un natale rosso sangue) con la sue celebre soggettiva iniziale dell’assassino, e va bene. L’horror vive di rimandi e idee rubate, e in questo caso non ci sono dubbi che, se il vero “primo” slasher ormai è da identificare col film di Bob Clark, la soggettiva che fa
Prima di Halloween c’è stato Black Christmas (Un natale rosso sangue) con la sue celebre soggettiva iniziale dell’assassino, e va bene. L’horror vive di rimandi e idee rubate, e in questo caso non ci sono dubbi che, se il vero “primo” slasher ormai è da identificare col film di Bob Clark, la soggettiva che fa identificare in modo inquietante lo spettatore con il serial killer sia stata “istituzionalizzata” da John Carpenter con il suo Halloween.
E la cosa che fa venire i brividi è anche la scoperta, a conclusione del pianosequenza di 4 minuti con cui si apre il film, che ci siamo identificati non soltanto con un serial killer, ma anche con un… bambino! Geniale e crudele Carpenter: che ambienta il suo horror forse più celebre tra le villette a schiera di Haddonfield (nel New Jersey, ma le riprese sono tutte effettuate in California). Come a voler dire: le mostruosità più terribili avvengono in casa, sempre e comunque.
E non dimenticate, quando si avvicina il 31 ottobre e calano le tenebre… “Malocchio e gatti neri, malefici misteri / il grido di un bambino bruciato nel camino / nell’occhio di una strega, il diavolo s’annega / e spunta fuori l’ombra: l’ombra della strega! / La vigilia d’Ognissanti c’han paura tutti quanti: / è la notte delle streghe! Chi non paga presto piange!”.