Shortbus di John Cameron Mitchell
Nel 2000 John Cameron Mitchell aveva esordito con quello che per molti è un cult, ossia Hedwig – La diva con qualcosa in più, che da come si capisce dal (pessimo e ignorante) sottotitolo italiano tratta la storia di una rockstar transessuale e della sua drammatica storia. Dichiaratamente gay, non lo ha mai nascosto, Mitchell
20 Maggio 2006 18:31
Nel 2000 John Cameron Mitchell aveva esordito con quello che per molti è un cult, ossia Hedwig – La diva con qualcosa in più, che da come si capisce dal (pessimo e ignorante) sottotitolo italiano tratta la storia di una rockstar transessuale e della sua drammatica storia. Dichiaratamente gay, non lo ha mai nascosto, Mitchell approda quest’anno a Cannes (fuori concorso) con il suo secondo lavoro, Shortbus.
I giornali lo hanno già definito “pieno di sesso, e dove niente è simulato”. Il titolo è il luogo dove i protagonisti di questa pellicola si trovano per varie performance e soprattutto per fare sesso, meglio se pubblico. Siamo a New York appena dopo l’11 settembre, e le storie dei tre protagonisti s’incrociano come nella miglior tradizione dei film corali. Abbiamo una “dominatrice” che vive in un magazzino perchè non può pagarsi un appartamento, una terapista sessuale che paradossalmente non riesce mai a raggiungere l’orgasmo e un ragazzo gay intrappolato nelle sue facili relazioni sessuali. Insomma, c’è tutta la disperazione del sesso dell’età moderna e della mancanza d’amore.
Farà sicuramente scandalo (leggi anche la frase in locandina: “A film cuming soon”), e farà parlare molto. E sono sicuro che ne verrà fuori un film molto interessante, visto anche il precedente. Mitchell, grande estimatore di Pasolini, ha anche raccontato qualcosa di sè nelle varie interviste rilasciate per questo film: colpisce, in un certo senso, la sua situazione familiare, con una madre cattolica, shockata già da Hedwig, che è fissata con l’equazione sesso=pornografia, se fuori dal matrimonio. Senza pensare ovviamente che suo figlio nella società odierna allora può solo fare pornografia…
I giornali lo hanno già definito “pieno di sesso, e dove niente è simulato”. Il titolo è il luogo dove i protagonisti di questa pellicola si trovano per varie performance e soprattutto per fare sesso, meglio se pubblico. Siamo a New York appena dopo l’11 settembre, e le storie dei tre protagonisti s’incrociano come nella miglior tradizione dei film corali. Abbiamo una “dominatrice” che vive in un magazzino perchè non può pagarsi un appartamento, una terapista sessuale che paradossalmente non riesce mai a raggiungere l’orgasmo e un ragazzo gay intrappolato nelle sue facili relazioni sessuali. Insomma, c’è tutta la disperazione del sesso dell’età moderna e della mancanza d’amore.
Farà sicuramente scandalo (leggi anche la frase in locandina: “A film cuming soon”), e farà parlare molto. E sono sicuro che ne verrà fuori un film molto interessante, visto anche il precedente. Mitchell, grande estimatore di Pasolini, ha anche raccontato qualcosa di sè nelle varie interviste rilasciate per questo film: colpisce, in un certo senso, la sua situazione familiare, con una madre cattolica, shockata già da Hedwig, che è fissata con l’equazione sesso=pornografia, se fuori dal matrimonio. Senza pensare ovviamente che suo figlio nella società odierna allora può solo fare pornografia…