Le scene cult: il Monologo di Renton in Trainspotting – Il video
Quando si pensa al cinema ci si immagina soprattutto dei dialoghi, come se il monologo fosse un’esclusiva del teatro o giù di lì. In realtà la storia insegna che il cinema è ricco di grandi monologhi. Tristi o divertenti, profondi o surreali, saggi o arrabbiati: quella tra monologhi e cinema è un’unione di vecchia data.
Quando si pensa al cinema ci si immagina soprattutto dei dialoghi, come se il monologo fosse un’esclusiva del teatro o giù di lì. In realtà la storia insegna che il cinema è ricco di grandi monologhi. Tristi o divertenti, profondi o surreali, saggi o arrabbiati: quella tra monologhi e cinema è un’unione di vecchia data. A partire da oggi e, a seguire nei prossimi giorni, ve ne proporrò un po’, quelli che secondo me possono essere considerati i migliori.
Partiamo con Trainspotting il film di Danny Boyle del 1996 con Ewan McGregor e Robert Carlyle in cui si raccontano le vicende di un gruppo di amici eroinomani ed emarginati dei bassifondi di Edimburgo. Vero e proprio cult degli anni 90, Trainspotting lanciò la carriera di Ewan Mc Gregor e fece conoscere a una generazione di adolescenti italiani la penna sfrontata e abrasiva di uno scrittore che sarebbe diventato famosissimo: Irvine Welsh, autore del libro omonimo da cui fu tratto il film e che ha anche una piccola parte nello stesso (è lo spacciatore Mikey Forrester).
Io, che il libro l’ho letto molti, moltissimi anni fa, non ricordo più se si concludeva con le esatte parole del video che vi mostro sopra, o meno; quello che è sicuro è che la scena finale, il monologo di Ewan McGregor/Renton contribuì moltissimo al successo del film. Non solo per le parole, un sarcastico inno alla vita medioborghese, ma anche per la colonna sonora. L’indimenticabile Born Slippy NUXX Version degli Underworld che fece conoscere a tutto il mondo la rave-culture inglese e che trovate, per intero, in un altro video dopo il salto. Ah, e mi raccomando: scegliete la vita!