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I segreti di Brokeback Mountain

I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAINdi Ang Lee; con Jake Gyllenhaal, Heath Ledger, Michelle Williams, Anne Hathaway, Linda Cardellini, Randy Quaid, Anna Faris, Scott Michael Campbell.Ne abbiamo parlato tantissimo, se n’è parlato tantissimo in generale. Brokeback Mountain è stato un successo planetario, vincitore di molti premi (ma non quello per il Miglior Film agli Oscar, vinto

2 Giugno 2006 18:40

bm I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN
di Ang Lee; con Jake Gyllenhaal, Heath Ledger, Michelle Williams,
Anne Hathaway, Linda Cardellini, Randy Quaid, Anna Faris, Scott Michael Campbell.

Ne abbiamo parlato tantissimo, se n’è parlato tantissimo in generale. Brokeback Mountain è stato un successo planetario, vincitore di molti premi (ma non quello per il Miglior Film agli Oscar, vinto da Crash) e apprezzatissimo da critica e pubblico. Un’occasione per recuperarlo è sicuramente in dvd, in uscita -segnatevelo- mercoledì 7 giugno. Di seguito la recensione del film.

E’ stato sempre parecchio sottovalutato Ang Lee, sin dai tempi di Tempesta di ghiaccio, passando anche per La tigre e il dragone (colpevole di aver “occidentalizzato” il wuxiapian) e il precedente Hulk (forse il più coraggioso, non riuscitissimo, fra i film tratti dai fumetti, scambiato per un noioso pasticcio). Anche adesso che Venezia ha consacrato questo talentuoso regista e questo film meraviglioso e necessario (ancora, purtroppo) sembra che qualcuno abbia di nuovo qualcosa da dire sul fatto che Ang Lee non sia un autore. Sarà forse perchè i suoi film non sono legati da niente, sarà che uno non c’entra con l’altro. Apparentemente. Eppure c’è qualcosa che lega i suoi film: la forte psicologia dei personaggi. Nessun personaggio descritto da Ang Lee è bidimensionale, non è poi così scontato e non è una macchietta; dai componenti delle famiglie di Tempesta di ghiaccio, passando per i guerrieri de La tigre e il dragone, al gigante Hulk e ai suoi amici/nemici. E qui, più che mai, il regista sa pennellare dolcemente le sfumature assolutamente non banali dei suoi protagonisti. Siamo negli anni ’60, in un ranch del Wyoming: Jack ed Ennis sono due cowboy che insieme lavorano per il rancher del posto, che li manda a pascolare le sue pecore a Brokeback Mountain; tra i due nasce pian piano un’amicizia, che poi si trasforma in passione e amore. I due però dovranno lasciarsi alla fine dell’estate, ed Ennis si sposerà con la fidanzata Alma e avrà due bambine, mentre Jack, datosi al rodeo, sposerà Laureen, avendo un figlio. Ma quattro anni dopo i due si rincontrano…
Un film come questo è già stato etichettato brutalmente come western gay, ma di western, bisogna chiarirlo, c’è davvero solo l’ambientazione, tra l’altro davvero bellissima: paesaggi straordinari, fotografati benissimo, tra il verde delle montagne e il cielo azzurro macchiato di grandi nuvole bianche; e la notte è dipinta dal lieve chiarore della luna e dal rosso pallido di un fuoco acceso. Ecco, di western solo il tipo di ambientazione: per il resto, se proprio si vuole inserire un film così in un genere, lo si potrebbe descrivere come un melò drammatico. Ma sarebbe riduttiva anche questa generalizzazione. Brokeback Mountain (lasciamo stare “I segreti di” di lynchiana reminescenza) è ancora oggi più che mai un film necessario, perchè ci presenta un film assolutamente nuovo nella sua basica non-novità: perchè se la storia d’amore fosse stata fra una coppia eterosessuale, non sarebbe successo davvero nulla e sarebbe rimasto un dignitoso filmetto. Ma qui la coppia è omosessuale: non è una scelta così banale e facilotta come si potrebbe pensare, ma è una carta vincente che si scontra subito contro l’omofobia dilagante e contro i pregiudizi. In Italia si potrà dire finalmente che il pubblico in sala, alla fine della visione, ha versato lacrime per una coppia gay, si è emozionata guardando due uomini che si amano, ha condiviso con loro piccole gioie e grandi sofferenze. Il primo mèlo gay ad avere un così ampio successo in Italia. Era ora. Perchè di film a tematica omosessuale ce ne sono stati (vedi ad esempio il geniale Almodovar), ma mai come Brokeback Mountain, che ribalta in modo così potente le carte di vari generi, le rimescola e vince. Una grandissima vittoria, sostenuta da una sceneggiatura che dà spazio a notevoli e dolci silenzi, e da interpretazioni grandiose, non solo quelle dei due cowboy Heath Ledger (è cresciuto tantissimo e qui emoziona fino alla lacrima) e Jake Gyllenhaal (sempre più bravo), ma anche da una sofferente e ferita Michelle Williams, che è stata giustamente adottata dal cinema impegnato.

Voto Carla: 8

Voto Gabriele: 9

Voto Natalie: 8