Pandorum – L’universo parallelo: recensione in anteprima
Pandorum – L’universo parallelo (Pandorum – Usa Germania, 2009) di Christian Alvart con Dennis Quaid, Ben Foster, Cam Gigandet, Antje Traue, Cung Le, Eddie Rouse, Norman Reedus, André Hennicke, Friederike Kempter, Niels-Bruno Schmidt.In un futuro distante un paio di secoli, l’umanità ha reso invivibile il pianeta per via dell’inquinamento, l’aumento demografico incontrollato etc… L’ultima speranza
Pandorum – L’universo parallelo (Pandorum – Usa Germania, 2009) di Christian Alvart con Dennis Quaid, Ben Foster, Cam Gigandet, Antje Traue, Cung Le, Eddie Rouse, Norman Reedus, André Hennicke, Friederike Kempter, Niels-Bruno Schmidt.
In un futuro distante un paio di secoli, l’umanità ha reso invivibile il pianeta per via dell’inquinamento, l’aumento demografico incontrollato etc… L’ultima speranza dell’umanità è un pianeta chiamato Tanis in cui, a quanto pare, esistono le condizioni per trasferirsi tutti quanti armi e bagagli in un futuro nemmeno troppo prossimo. Viene quindi deciso di mandare verso Tanis una prima astronave di “coloni”, decine di migliaia di coloni che diano alla specie un futuro migliore sul nuovo pianeta.
Quello verso Tanis è però un viaggio molto lungo (si parla di diversi anni luce) e per affrontarlo l’equipaggio dovrà svolgere dei turni al comando della nave mentre, tra un turno e l’altro, il resto degli occupanti della immensa astronave Elysium dormiranno ibernati all’interno di cellule criogeniche. Ma ovviamente qualcosa va storto ed è a questo punto della storia che inizia il film; con due occupanti della nave interpretati da Ben Foster e Dennis Quaid che si svegliano dal sonno indotto, completamente, o quasi, privi di memoria circa le ragioni della loro missione e del loro trovarsi lì.
L’unica cosa che entrambi sanno o meglio riescono a ricostruire è che a meno di non volersi perdere nello spazio devono riuscire a recuperare il controllo della nave che pare ormai abbandonata a se stessa. È così che(dopo una prima serie di incomprensioni) i due si decidono a collaborare per salvare la missione e il sergente Bower (Ben Foster) decide di avventurarsi per i meandri della nave alla ricerca di risposte su di sè e sul viaggio che la Elysium sta compiendo mentre il tenente Payton resta chiuso da solo nella stanza in cui si sono svegliati a guidare i passi del suo sottoposto all’interno dello scafo.
Come avrete capito dal racconto dell’incipit della trama e dei presupposti su cui questa si basa, Pandorum è un film che paga un considerevole tributo all’horror/thriller di fantascienza “vecchia maniera” e che non lesina le citazioni a grandi classici del genere (da Odissea nello Spazio ad Alien passando per Solaris). Gli elementi ci sono tutti: la perdita di memoria, l’ibernazione, il lungo viaggio ai confini dell’universo, le ambientazioni claustrofobiche in cui la minaccia é sempre in agguato (ma ogni tanto incontri pure qualche “buono”, spaesato quanto te), le lunghe carrellate all’esterno dell’enorme astronave, la ricerca di risposte, il tentativo di ricostruire la propria identità, la dialettica tra uomo e destino, tra animale e macchina.
Appunto, gli elementi ci sono tutti. Il che, a voler essere buoni, fa di Pandorum una pellicola nostalgicamente inattuale e citazionista (un film che sarebbe potuto andare forte a metà anni 90 per intenderci); mentre, a voler essere meno generosi, lo rende un film eccessivamente caotico in cui i riferimenti e gli elementi di recupero dalla tradizione del genere, spesso ottengono l’effetto di incasinare eccessivamente la trama.
Per la prima ora si ha la sensazione di assistere a un dejà-vu continuo tra corridoi nodosi che ricordano le scenografie di Giger e allievi vari (più quelle di Aliens e Alien 4 che dell’1 e del 3), allucinazioni e paranoie spaziali da Solaris con l’aggiunta però di una serie di mostri antropomorfi (sono loro la minaccia della nave) che se da un lato sono l’unica”farina del suo sacco” del film, dall’altra affondano (come si scoprirà) le loro origini ancora più indietro, in pellicole come la Macchina del tempo (l’originale, non il sequel) o Il Pianeta delle scimmie e che, a conti fatti, sono anche una delle cose meno convincenti di Pandorum.
Passati i primi 60 minuti però, Pandorum inizia a seminare qui e là ipotesi e indizi utili allo spettatore per cominciare a farsi un’idea di ciò che è successo alla nave e ai suoi occupanti. Un crescendo che permette al film di guadagnare personalità e originalità trasformandosi da horror sci-fi claustrofobico, da semplice spara e scappa in qualcosa di un po’ più consistente: una sorta di thriller fantafilosofico, a metà tra un costoso b-movie e un buon film di fantascienza (buono ma comunque fuori moda, non che sia per forza un male).
Il mio giudizio propenderebbe maggiormente per la seconda ipotesi se l’ingarbugliato scorrere della prima parte del film si dipanasse da sé attraverso i soli indizi di cui sopra, invece, purtroppo, il buon (ma già visto) colpo di scena su cui gira la fine del film viene diluito in modo talmente dozzinale per buona parte della pellicola da richiedere il classico “spiegone finale” somministrato dagli sceneggiatori per far sì che anche il meno perspicace degli spettatori non esca dalla sala dicendo: “Mmmm….ma quindi, cioè, io non ho mica capito…”
E non ve lo devo dire certo io: se uno sceneggiatore ha bisogno dello spiegone – in stile “no one will left behind” – per farsi capire, vuole dire che da qualche parte ha fatto un po’ di casino. E questo è il caso di Pandorum, appunto. Una buona/ottima idea, un buono/ottimo spunto per riportare in auge “certa” fantascienza gestito, purtroppo, al di sotto delle sue possibilità.
Pandorum sarà nei cinema dal 6 agosto, qui il trailer italiano.
Voto Cesare: 6,5
Voto Carla: 4