Roma 2010: Let Me In – Recensione in Anteprima
Let Me In (Usa, 2010) di Matt Reeves; con Chloe Moretz, Kodi Smit-McPhee, Richard Jenkins, Jimmy ‘Jax’ Pinchak, Sasha Barrese, Chris Browning, Cara Buono, Elias Koteas, Seth Adkins, Rachel Hroncich, Dylan Minnette, V.J. Foster, Brett DelBuono, Dylan Kenin, Juliet Lopez, Ashton Moio, Taylor Warden, Rebekah Wiggins, Frank Bond, Deborah L. Mazor, Gregory Leiker, Rowbie Orsatti,
Let Me In (Usa, 2010) di Matt Reeves; con Chloe Moretz, Kodi Smit-McPhee, Richard Jenkins, Jimmy ‘Jax’ Pinchak, Sasha Barrese, Chris Browning, Cara Buono, Elias Koteas, Seth Adkins, Rachel Hroncich, Dylan Minnette, V.J. Foster, Brett DelBuono, Dylan Kenin, Juliet Lopez, Ashton Moio, Taylor Warden, Rebekah Wiggins, Frank Bond, Deborah L. Mazor, Gregory Leiker, Rowbie Orsatti, Jon Kristian Moore
Che senso ha partorire il remake di un piccolo capolavoro, ad appena due anni dalla sua uscita in sala? Questa domanda se la sono posta per mesi e mesi i tanti che hanno amato Lasciami Entrare, horror svedese diretto da Tomas Alfredson. Affidato a Matt Reeves, regista di Cloverfield, il romanzo di John Ajvide Lindqvis ritorna infatti al cinema grazie alla leggendaria Hammer Films con Let Me In. Incredibilmente snobbato, o quasi, dal pubblico americano, il film di Reeves è sbarcato oggi al Festival Internazionale del Film di Roma, rimasto orfano dei vampiri di Twilight, sempre presenti nelle ultime edizioni, ma decisamente ben ‘sostituiti’ dal volto angelico di Chloe Moretz, sboccata Hit Girl in Kick-Ass ed ora straordinaria succhiasangue.
Let Me In, e qui sta la sorpresa principale, è indubbiamente uno dei remake più riusciti degli ultimi anni. A due anni da Cloverfied Reeves si conferma un regista straordinario, dal talento indiscutibile. Trasportando la storia dalla glaciale e inquietante Svezia al New Mexico, il giovane regista è riuscito a replicare le atmosfere del film di Alfredson, in un’America reaganiana che scopre l’Impero del Male, materializzatosi al piccolo Owen, interpretato da un fantastico Kodi Smit-McPhee, nelle vesti di una nuova e misteriosa vicina di casa…
Tra le montagne del New Mexico, in una piccola cittadina di 18,000 abitanti, Owen vive le inquietudini dell’adolescenza, tra due genitori che stanno divorziando, un padre che non si vede mai, una madre che passa le notti a bere, e un gruppo di bulletti che rende le giornate a scuola degli incubi ad occhi aperti. Solo e silenzioso, Owen passa interi pomeriggi nel parco sotto casa, perennemente innevato, mimando un ‘io’ forte, rabbioso e violento, in realtà ben nascosto sotto centimetri e centimetri di neve. Tutto cambia quando arriva una ragazzina di 12 anni, sua nuova vicina. E’ scalza, sulla neve, lunghi capelli biondi, labbra carnose, è silenziosa ed apparentemente schiva, come lui. E’ Abby. Tra i due nasce qualcosa, che va oltre un’amicizia, se non fosse che Abby non è proprio quello che sembra…
Poetico, romantico, struggente e al tempo stesso horror. Questo era Lasciami Entrare, questo è Let Me In, remake rimasto più che fedele tanto al romanzo di Lindqvis quanto al film di Alfredson (la struttura è rimasta praticamente identica), splendidamente riprodotto da una casa che ha fatto la storia del genere, la Hammer, tornata ora, dopo oltre tre decenni, a produrre. Non un semplice film sui vampiri, bensì un titolo che ripercorre le difficoltà che ogni adolescente è chiamato a superare in un preciso momento della propria vita, quello dell’adolescenza. Il passaggio che porta ogni ragazzino a diventare ‘adulto’, a distinguere il bene dal male, la finzione dalla realtà. Una straordinaria storia d’amore, che non conosce età o limiti di ‘genere’, tra due ragazzini così simili e così diversi, indimenticabili nella trasposizione cinematografica svedese e semplicemente straordinari in questo remake americano.
Se Chloe Moretz è una piacevole conferma, a dominare la scena è il piccolo Kodi Smit-McPhee, già strabordante al fianco di Viggo Mortensen nel sottovalutato The Road e qui ancor più bravo nei panni del dolce e timido Owen, obbligato a crescere in un mondo che sembra non avere nulla per lui, fino all’arrivo inatteso di ciò che ben presto diventa la sua dolce metà, ragazzina o “altro” che sia. Aiutato dalle calde e ‘lostiane’ musiche di Michael Giacchino, Reeves fa oscillare sapientemente la propria macchina da presa tra più generi, dando così vita ad un horror inusuale, capace incredibilmente di reggere il confronto con l’originale, e meritevole di tutte le scuse del caso, perché in tanti, se non tutti, avevamo dubitato sull’utilità, sulla qualità e sul senso di questo remake.
Un remake (più dark, sanguinolento e violento del titolo svedese) che farà innamorare chi non ha visto l’originale e non impazientire chi non solo l’ha visto ma anche amato, grazie ad una sceneggiatura impeccabile, ad una regia tanto delicata quanto violenta, e a due piccoli attori riusciti a rendere credibile una storia d’amore impossibile, moderni Giulietta e Romeo divisi da una ‘famiglia’ genetica che sembra non permettere accessi, se non chiedendo permesso… posso entrare?
Uscita in Sala: 2011, qui trovate un trailer originale.
Voto Federico: 7,5