26° Torino Film Festival – Quarta giornata con i Monty Python
Quando il Concorso, il Fuori Concorso, le sezioni collaterali, le conferenze stampa, le retrospettive, il gossip, i problemi logistici e il freddo intenso per una sera non fanno più notizia e passano di gran lunga in secondo piano significa che qualcosa di grosso e di atteso sta per prepararsi. E la proiezione di ieri sera,
Quando il Concorso, il Fuori Concorso, le sezioni collaterali, le conferenze stampa, le retrospettive, il gossip, i problemi logistici e il freddo intenso per una sera non fanno più notizia e passano di gran lunga in secondo piano significa che qualcosa di grosso e di atteso sta per prepararsi. E la proiezione di ieri sera, in seconda serata, di Monty Python’s The Meaning of Life presentata da Micheal Palin è un’occasione più che plausibile per dimenticarsi di tutto il resto.
Un passo indietro. La giornata è trascorsa in maniera piuttosto silente, senza eccessivi picchi, eccezion fatta per l’ennesimo e incredibile tutto esaurito registrato da una proiezione del documentario Made in America di Stacy Peralta. Peralta è stato distribuito in Italia con solo un paio di film, entrambi documentari, “Dogtown and Z-Boy” e “Riding Giants”, rispettivamente a proposito della storia dello skateboarding e del surf.
Quando, un paio di giorni or sono, alla prima proiezione di questo nuovo documentario che parla della lotta fra gang nella downtown losangelina, un centinaio di persone sono rimaste fuori dalla sala con gran disdoro, un campanello è suonato e abbiamo provato a seguire gli sviluppi delle successive proiezioni.
Evidentemente attratti dall’affascinante argomento, molte persone hanno continuato a rimpolpare le code delle due successive proiezioni del film, confermando Stacy Peralta come una delle grandi sorprese del Festival di quest’anno.
Ma è tempo di tornare al grande evento, al main event direbbero quegli americani che gli stessi Python denigrano simpaticamente (e prendendo al volo l’occasione di insultare goliardicamente il compare Terry Gilliam, l’unico statunitense del gruppo) nell’episodio della morte dell’ultimo, fantastico frutto della loro indimenticabile e impareggiabile collaborazione.
Emanuela Martini si presenta trafelata all’incontro col pubblico che precede la proiezione, ma con l’usuale professionalità e simpatia introduce Michael Palin ricordando ai presenti in sala la simpatica campagna online per far eleggere presidente il Python che, secondo gli utenti di Youtube, è di gran lunga il miglior Palin che possa essere eletto. Micheal ringrazia per la presentazione e si presta simpaticamente a scherzare su questo caso di omonimia con l’ex candidata repubblicana alla vice presidenza.
Palin non riesce a trattenersi dall’ironizzare a modo suo su questa situazione ricordando che: “le prime volte che leggevo i giornali e vedevo titoloni tipo ‘la figlia di Palin incinta’, ci credevo! Il fatto è che ho una figlia di 32 anni che da tempo tenta di avere un bambino, così quando ho letto quella notizia ho esultato e l’ho chiamata per congratularmi”. Inoltre ammette che lui e Sarah, oltre a condividere il cognome Palin, hanno il comune il fatto di non essere mai stati presi sul serio.
Al mezzo migliaio di persone sedute in sala non par vero di poter assistere a un mini show di uno dei sei Monty Python, e difficilmente si è visto un pubblico cinematografico maggiormente in sollucchero. Palin conclude la sua simpatica presentazione facendo riferimento al doppiaggio italiano dei film del gruppo. Purtroppo l’Italia è sempre stato l’unico paese che al momento dell’acquisto dei diritti per il film chiedeva sempre una clausola in merito al doppiaggio.
Ai Monty Python la cosa non è mai piaciuta troppo, avrebbero preferito la distribuzione del film in lingua originale con i sottotitoli (ah, beata ingenuità): Ma quando Micheal Palin ha avuto l’occasione di visionare la copia doppiata de Il Senso Della Vita, è rimasto estasiato nel notare che il suo personaggio dell’operaio cattolico dello Yorkshire grezzo e scemo costretto a vendere i figli alla scienza per mantenersi, sembra quasi trasformasi in un fascinoso Marcello Mastroianni grazie al setoso e vellutato doppiaggio italiano.