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I personaggi femminili del cinema più amati da Cineblog

Coraggiose, sexy, cattive, sensibili: ma sempre bellissime, ecco le donne preferite dalla redazione di Cineblog

di carla
pubblicato 19 Luglio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 12:38

Dopo aver chiesto ai miei blogger di scegliere i loro 3 cattivi più cattivi del cinema, ecco che ho alzato la posta (e mi hanno odiato!): ossia decidere le Donne preferite, tre per ognuno, con una piccola motivazione. Ecco quindi le Donne di Cineblog. Poi però nei commenti dovete scegliere i vostri personaggi femminili. Tre a testa! Giocate con noi.

Le donne del dr. apocalypse

Thelma & Louise: sono due, anche se rappresentano probabilmente un’unica ‘figura’. Insieme fino alla fine, nel più bel ‘manifesto femminista‘ del cinema hollywoodiano.
Ellen Ripley: l’eroina per antonomasia. La donna in grado di sconfiggere un alieno, riuscendo dove non erano arrivati i forzuti compagni maschi. Il ruolo che ha reso Sigourney Weaver leggenda.
Roma Garofolo: semplicemente ‘mamma Roma’. Semplicemente Pier Paolo Pasolini. Semplicemente Anna Magnani. C’è bisogno di aggiungere altro?

Le donne di Cut-tv’s

Pina: Anna Magnani nella “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, il volto di una donna coraggiosa e disperata, di una città occupata e liberata, della storia scritta da sangue e lacrime, di una grande attrice della quale amo tutti i personaggi.
Amy Jolly: Marlene Dietrich vestita da uomo che bacia una donna del pubblico durante uno dei suoi spettacoli, nel Marocco (Morocco) diretto da Josef von Sternberg nel 1930, un cinquantennio dopo a me ha cambiato letteralmente la prospettiva su ‘ruoli e genere’, senza parlare dell’Angelo Azzurro che, nello stesso anno, con lo stesso regista, ci regala una femme fatale da capogiro.
Holly Golightly: Audrey Hepburn, a Colazione da Tiffany all’alba della Fifth Avenue con un caffè nero come il tubino nero di Givenchy e gli occhiali RayBan Wayfarer, al ritmo della splendida “Moon River” e con il fascino di Audrey, non si dimenticano. Ovviamente se ci penso ancora 5 minuti la lista cresce, per esempio con la piccola Mathilda di Léon, e l’incantevole Natalie Portman di tanti altri personaggi forti e ardimentosi.

Le donne di Gabriele

Betty/Diane – Mulholland Drive: del film si è ormai scritto e detto (quasi) tutto. Ma poche volte si è messo l’accento sulla prova maiuscola di Naomi Watts, che “diventa” il suo personaggio facendolo vivere fuori e dentro la mente. Una prova coraggiosa per un ruolo femminile lucido, sofferto e commovente.
Nancy – Nightmare: una delle “final girl” più toste di sempre. Mentre le altre “vergini”, con poche eccezioni, sopravvivono tra urla e corse senza fine, Nancy prende di petto la situazione e affronta il babau. E quando a sorpresa torna nel terzo episodio, ci sentiamo tutti più al sicuro.
Clarice Starling – Il silenzio degli innocenti: prima della Maya di Zero Dark Thirty, l’eroina che ha sovvertito i canoni di genere (e gender), affrontando paure, incubi e tormenti interiori in un sistema maschiocentrico. “Gli agnelli hanno smesso di gridare?”.

Le donne di Andrea

Norma Desmond in “Viale del tramonto”: Se il film è una pietra miliare, Gloria Swanson può essere definita il suo monolite. Ammirazione, compassione, inquietudine, disprezzo. Quante emozioni, anche contrastanti, riesce a suscitare Norma Desmond ad ogni sua singola apparizione? E il film stesso è talmente invaso dalla personalità della sua protagonista da divenire opera sfuggente a qualsiasi possibile categorizzazione. Uno di quei personaggi femminili inclassificabili al cinema perché letteralmente “fuso” con la stessa celluloide e con la materia di cui sono fatti i sogni. Unico, memorabile e di una potenza quasi devastante.
Clarice Starling in “Il silenzio degli innocenti”: Nel capolavoro di Jonathan Demme gli occhi sono tutti puntati su di lui, the Cannibal. Manciate di minuti memorabili, sguardo glaciale e un ghigno implacabile. Ma l’effetto del personaggio su di noi non sarebbe lo stesso se a fare da specchio alle sue nevrosi non ci fosse l’agente Starling di Jodie Foster. Il doppio Oscar ai protagonisti dimostra che era impossibile premiare l’uno e non l’altra, perché entrambi non sono che facce inscindibili dello stesso quadro clinico. All’inizio lei non è che una qualunque matricola dell’FBI. Dopo l’incontro con Lecter diventa la pietra su cui si scolpiscono le emozioni più intense e autentiche del film. E il magnetismo del suo sguardo da bella cattura esattamente quanto quello della bestia.
Marilyn Monroe in “Quando la moglie è in vacanza”: “Salve! Sono io, non si ricorda? La patata del piano di sopra…” Uno dei pochi personaggi femminili passati alla storia senza avere un nome preciso. Marilyn Monroe è semplicemente la Ragazza, il sogno che abita al piano di sopra, il catalogo femminile più dirompente e sensuale che sia apparso mai sullo schermo. Viene chiamata perfino Marilyn durante uno dei momenti più “equivoci” del film, come per mettere le distanze da quella vera. In una parola per raccontare il desiderio proibito dell’americano medio Billy Wilder gli fa materializzare davanti nientemeno che l’essenza di Marilyn Monroe. Che non ha bisogno neanche di parlare per definirsi perché tanto le basta solo una gonna bianca e lo sbuffo d’aria della metropolitana. Dialoghi impagabili. Lei: “Questa la chiamano musica classica, vero?” Lui: “Sì.” Lei: “L’ho capito perché non canta nessuno”.

Le donne di Pietro

Annie Wilkes (Kathy Bates) in “Misery non deve morire”: materna e luciferina, un connubio di follia compulsiva da fandom che tocca memorabili picchi di amorevole, morbosa e violenta devozione. Frase cult:

“Puoi stare tranquillo Paul, io sono la tua ammiratrice numero uno”

Maddalena Cecconi (Anna Magnani) in “Bellissima”: Il prototipo della madre dalla carriera mancata che riversa in maniera patologica sogni e desideri su una figlia ancora troppo piccola per capire. Struggente la scena finale in cui la donna si redime rifiutando il tanto agognato contratto milionario. Frase cult:

“e come la volete la ragazzina, coi capelli ricci o coi capelli tesi, ia da fischia lei se deve zagaia, come ve fa ride de più? Non ve sete divertiti abbastanza…tutti.”

Ellen Ripley (Sigourney Weaver) nei film della serie “Alien”: Dopo essere sfuggita ad un primo incontro con lo xenomorfo sulla Nostromo, nei successivi film Ripley evolve diventando un eroina action dall’istinto materno (Aliens – Scontro finale); unica donna in un desolante mondo di uomini (Alien 3) e infine letale clone e madre del primo ibrido umano/alieno (Alien – La clonazione).. Frase cult:

“Stai lontana da lei… Maledetta!”

Le donne di Rosario

1. Shoshanna Dreyfus: la classica eroina di Quentin Tarantino, letale per gli altri e determinata anche di fronte alla sua possibile morte.
2. Sarah Connor: da timida vittima del Terminator, a vera e propria guerriera simbolo della rivoluzione.
3. Mary Poppins: chi non avrebbe voluto averla come tata da piccolo?

Le donne di Francesco

1. Ovviamente Jessica Rabbit, perchè “impersona” tutte le qualità migliori delle dive del cinema classico.
2. Jessica Lange in Titus: crudele, sensuale, elegante. Una vera regina di un popolo barbarico.
3. Sofia Loren in Ieri, oggi e domani: perché è perfetta sia come popolana che come prostituta o come gran dama viziata.

Le donne di Carla

Clarice in “Il Silenzio degli Innocenti”: pudica ma coraggiosa, sensibile ma risoluta, Jodie Foster nel suo ruolo più bello. Una donna da ammirare, anche nel suo “imbarazzante amore” verso Hannibal. Perché quelle mani sfiorate fanno venire i brividi.
Beatrix Kiddo in “Kill Bill”: vendicativa per amore, spietata contro i nemici e amorevole con la sua bambina. Non si ferma davanti a niente e a nessuno senza dimenticare l’ironia. Il ruolo cult di Uma Thurman.
Corie in “A piedi nudi nel parco”: allegra, ottimista, giocherellona, innamorata. Una Jane Fonda che adoro.