Redemption – Identità nascoste: recensione in anteprima
Jason Statham si cimenta con un ruolo ad alto tasso drammatico in Redemption – Identità nascoste (noto anche come Hummingbird), debutto alla regia di Steven Knight lo sceneggiatore del thriller “La promessa dell’assassino”.
Dopo l’ottimo Safe, l’ancora inedito Parker e le apparizioni Ne I Mercenari 2 e Fast and Furious 6, Jason Statham si cimenta con un ruolo particolarmente impegnativo, privo dell’umorismo e dell’ironia che contraddistinguono alcune delle sue performance e che lo hanno fatto accostare spesso al collega Bruce Willis.
Statham è Joseph “Joey” Smith, ex Royal Marine reduce da un periodo in Afghanistan che dopo essere fuggito da un ospedale psichiatrico e dalla corte marziale scompare tra i vicoli di una Londra sotterranea, che una volta calata la notte diventa dimora e rifugio di criminali, disperati e vagabondi. E’ un anno che Joey vive in strada e una notte, dopo aver subito un’aggressione da parte di alcuni balordi che derubano i senzatetto, si da alla fuga e per seminare i suoi inseguitori riesce ad intrufolarsi in un lussuoso appartamento vuoto scoprendo che il proprietario, in viaggio negli Stati uniti, non lo rioccuperà per diversi mesi. Rimessosi in sesto Joey deciderà di sfruttare quell’appartamento come alloggio provvisorio e punto di partenza per un suo ritorno ad una vita il più normale possibile, così inizierà come cuoco in un ristorante cinese, per poi trovarsi assoldato come autista e scagnozzo delle Triadi. Joey si ritroverà ancora in un mondo ambiguo fatto di violenza e sopraffazione, ma sul suo lungo e tortuoso cammino per la redenzione farà la sua comparsa sorella Cristina (Agata Buzek), una giovane suora che serve pasti ai senzatetto e sogna il balletto classico. Sarà lei a dare a Joey il supporto necessario per non toccare di nuovo il fondo, non cedere alla sua mente traumatizzata e per restare a galla, sopravvivendo alla sua anima irrimediabilmente incrinata dagli orrori della guerra.
Steven Knight scrive e dirige un action-thriller davvero particolare (parte della storia è frutto di una ricerca che Knight ha condotto sulla popolazione dei senzatetto di Londra, scoprendo che il 10% di essa è rappresentata da ex militari caduti in disgrazia), un film dove la violenza e l’azione sono centellinate e ben dosate a favore di un racconto più intimistico, più puntato al tormento interiore di un protagonista che ha scoperto sulla sua pelle la brutalità della guerra e i traumi che essa porta con se.
Il personaggio di Statham soffre di quello che viene definito disturbo post-traumatico da stress e come spesso accade nella realtà cerca di lenirne i sintomi con alcool e farmaci, insomma siamo ben lontani da mercenari sbruffoni, assi del volante e letali killer prezzolati, il Joey di Statham rappresenta per l’attore un passo importante per la sua carriera, un’occasione per affinare il suo registro drammatico cimentandosi con un personaggio non privo di sfaccettature e con una sua evoluzione all’interno della trama, insomma uno dei migliori ruoli con cui l’attore si è cimentato sinora.
Quindi se vi aspettate azione “à go go” potreste restare delusi, il film di Knight è un ottimo esempio di come si possa alzare di una spanna il livello medio di un action, inserendovi elementi tipici dei crime, il protagonista si trova a lavorare per la malavita londinese, ma c’è anche questo percorso interiore non banale che corre parallelo e che ha i suoi inevitabili alti e bassi, ma che riesce nel suo complesso a tratteggiare un anima tormentata che va oltre il canonico “giustiziere della notte”. In questo caso il lato più brutale e violento del protagonista si sfuma nel rapporto instaurato con la giovane e diafana suor Cristina, interpretata dall’attrice polacca Agata Buzek, anche lei alle prese con una crisi di fede, il sogno di fare la ballerina e l’attrazione che prova per il personaggio di Statham che dal canto suo finisce inevitabilmente per idealizzarla.
E’ chiaro che la gamma espressiva del volenteroso Statham non può assurgere a performance memorabili, ma il suo eroe stanco e dolente è oltremodo credibile e l’attore indossa con una certa scioltezza un personaggio evidentemente creato per calzargli a pennello.
Redemption – Identità nascoste dispone quindi di una buona sceneggiatura, una regia solida, un protagonista credibile e tanto per non farsi mancare nulla anche della colonna sonora di Dario Marianelli (Premio Oscar per Espiazione e Orgoglio e Pregiudizio) e di una splendida fotografia ad opera di Chris Menges, quest’ultimo quattro volte candidato all’Oscar e vincitore di due statuette per “Mission” e “Urla del silenzio”.
Voto di Pietro: 7
Redemption – Identità nascoste (thriller- azione – drammatico / USA – Inghilterra 2013). Un film di Steven Knight. Con Jason Statham, Benedict Wong, Vicky McClure, Siobhan Hewlett, Lee Asquith-Coe. In uscita nei cinema italiani il 26 settembre 2013. Qui trovate il trailer del film.