Royal Affair – Il dramma illuminato con Mads Mikkelsen, al cinema dal 29 agosto 2013
Il danese Royal Affair, 2 Orsi d’Argento per la Miglior sceneggiatura e il Miglior attore a Mikkel Folsgaard, al 62° Festival di Berlino, candidato all’Oscar come miglior film straniero, arriva nelle sale Italiane il 29 agosto 2013, distribuito da Academy Two.
Macchinazioni di famiglia, dissolutezza di corte, follie di regnanti inadeguati, unioni di circostanza, tradimenti illuminati e fini tragiche, hanno scritto le pagine più avvincenti della storia, ispirato le tragedie più belli di Shakespeare, insieme alla ricostruzione storica del triangolo che inghiotte i personaggi della Royal Affair (En kongelig affære), diretta da Nikolaj Arcel.
Un film tratto da fatti di storia, sceneggiato da Dane Nicolaj Arcel, prodotto nel 2012 in Germania, Svezia, Danimarca e Repubblica Ceca, che Academy Two sta per portare nelle nostre sale, precipitandoci nel diciottesimo secolo, alla Corte Reale di Copenaghen e le vicende di un triangolo di personaggi dalle conseguenze fatali per il destino della Danimarca.
Il drammatico triangolo tra il folle re di Danimarca Christian VII, interpretato dall’attore danese Mikkel Boe Følsgaard, la sua trascurata giovane moglie Caroline Mathilde, interpretata dall’attrice svedese Alicia Vikander già vista nell’Anna Karenina di Joe Wrig, e il medico di corte Johann Friedrich Struensee, con il volto spigoloso e il fascino nordico del della star danese Mads Mikkelsen, ben nota sin dai tempi di Casinò Royale, per aver interpretato l’antagonista dello 007 Daniel Craig, e miglior interpretazione maschile al 65° Festival di Cannes per Il Sospetto, di Thomas Vinterberg, oltre che efferato Hannibal Lecter nella serie tv Hannibal.
Il tragico intreccio di vite e destini tra il Re schizofrenico, perso tra alcol, prostitute, risse e festini, la giovane moglie colta e trascurata, e il medico illuminato di Altona che conquista l’amore (e un figlio) della Regina di origini inglesi, e la fiducia del Re folle, al punto da indurlo a riforme audaci (come la libertà di stampa, l’abolizione della tortura e un nuovo sistema di istruzione, e una svolta progressista, tale da attirare l’ostilità dei monarchici, le manipolazioni della matrigna del sovrano, interpretata dalla pluripremiata Trine Dyrholm, la sua condanna, la tragica fine della coppia clandestina e del paese.
Note di Regia
ROYAL AFFAIR narra di uno degli eventi più straordinari della Storia della Danimarca.
Ogni volta che presentavo il progetto a produttori stranieri, stentavano a credere che si trattasse di una storia vera e che tali eventi fossero accaduti alla fine del 700. In Danimarca invece, tali fatti vengono studiati a scuola e sono stati scritti più di 15 libri (dalla biografia storica al romanzo) sull’argomento oltre che un’opera e un balletto.
Ho desiderato ispirarmi ai grandi film epici degli anni ‘40 e ‘50, il cui approccio letterario, incentrato sui personaggi si allontanava dai canoni delle sceneggiature convenzionali della propria epoca. Con il mio team, volevamo dare un punto di vista contemporaneo a quest’affresco storico, non volevamo soltanto “mostrare” la storia attraverso vestiti e acconciature dell’epoca ma dare forza ai personaggi e alle loro vicende.
Benchè le scenografie e i costumi siano chiaramente ispirati al periodo (Mikkel Følsgaard che recita la parte del re Christian pensa sempre che la frase d’approccio al film sarebbe dovuta essere “grandi emozioni, grandi parrucche”), il film è stato realizzato con un taglio e montaggio assolutamente contemporanei.
Infine, la musica originale di Gabriel Yared e Cyrille Aufort da forza al tutto e sottilinea la matrice epica del film.
Nikolaj Arcel
Intervista al regista Nikolaj Arcel
Come le è venuta l’idea del film?
Sono sempre stato affascinato, nonostante la mia età, dai grandi lungometraggi epici
hollywoodiani degli anni ‘40 e ‘50, da film come Via col vento. Ho sempre desiderato poter realizzare questo genere di film. Dopo il mio secondo lungometraggio, cercavo un tema che potesse avere una dimensione epica. Questa storia si è imposta naturalmente. In Danimarca, la storia di ROYAL AFFAIR è molto popolare.
Come è riuscito a portare sullo schermo questa storia?
La difficoltà di questo soggetto, è che si tratta non solo di una grande storia d’amore ma anche di un thriller politico, bisognava quindi mescolare i due generi senza che il film diventasse confuso. Abbiamo lavorato sulla sceneggiatura per otto mesi per riuscire a miscelare passione e potere.
Quali sono le principali sfide da raccogliere per adattare un argomento storico al cinema?
Principalmente tenere a bada i costi. Un budget danese medio è insufficiente per questo tipo di film. Di conseguenza, ho dovuto essere molto pragmatico e preciso su ciò che volevo realizzare. Dato che si tratta di un film con una forte identità danese, sapevo di non poter fare Via col vento o
Il ponte sul fiume Kwai. La sfida principale per noi, da un punto di vista creativo, era di ripensare il film storico scandinavo. Di solito sono film piuttosto lenti, descrittivi della realtà storica e poco moderni. Per far entrare il film storico scandinavo nel nuovo millennio, c’è stato bisogno di trattare il film in modo chiaramente contemporaneo.
Si è realmente attenuto ai fatti storici?
Visto la popolarità di questi eventi nella storia danese, abbiamo rispettato i fatti pur concedendoci qualche libertà drammaturgica.
Perché ha scelto Mads Mikkelsen, Alicia Vikander e Mikkel Boe Følsgaard per le parti del Dottore Struensee, della regina e del re?
Ho subito pensato a Mads per la parte di Johann Struensee. Era perfetto, è intelligente, misterioso e seducente, totalmente credibile nella parte dell’amante della giovane regina. Ho avuto la fortuna di scoprire Alicia che incarnava la mia visione della regina Caroline Mathilda.
A proposito della parte di Christian VII, ho pensato a vari attori. Christian è un personaggio essenziale e difficile da interpretare. Un po pazzo, divertente, cupo! Ha tutte queste sfaccettature. Serviva qualcuno di totalmente nuovo per interpretarlo. La mia direttrice di casting mi ha allora fatto vedere una registrazione che aveva fatto con Mikkel Følsgaard, e l’ho trovato incredibilmente giusto per la parte.
Ha girato il film in Repubblica Ceca. Com’è riuscito a ricostruire la Danimarca del 700?
In Danimarca, i castelli sono stati fortemente rinnovati e hanno oggi un aspetto quasi moderno. A Praga e dintorni, abbiamo trovato le ambientazioni ideali: strade, castelli e case che rappresentavano perfettamente la Copenaghen del Settecento.
Il film ha beneficiato anche del contributo di un compositore premiato agli Oscar, Gabriel Yared.
Com’ è riuscito a coinvolgerlo in questo film?
Ero preoccupato dalla musica e dalla colonna sonora del film. È davvero difficile fare una buona musica di film d’epoca e non abbiamo tanti compositori attratti dal melodramma o dal romanticismo in Danimarca, in Svezia e in Norvegia. Ogni volta che mi presentavano un compositore, dicevo sempre ai miei produttori che volevo che assomigliasse di più al lavoro di Gabriel Yared. È il compositore del Paziente Inglese, musica che adoro e che ascoltavo mentre scrivevo la sceneggiatura. Alla fine quindi l’hanno contattato. L’ho incontrato a Parigi e gli ho parlato della storia e delle nostre ambizioni. Ha accettato di scrivere il tema principale del film.
Ero felicissmo! È un onore avere potuto lavorare con lui e il suo co-compositore Cyrille Aufort.
Ci racconta il tema principale di questa storia?
Alla fine del Settecento, nel giro di qualche anno, grandi eventi sono accaduti in Danimarca. Il medico di provincia Johann Struensee arriva alla Corte, diventa l’amante della regina, il migliore amico del re e diventa sempre più influente. Guida le decisioni del re per circa un anno. Durante questo periodo modernizza l’intero paese. Struensee era un rivoluzionario che avviò riforme straordinarie in un intervallo di tempo molto breve. Sfortunatamente tutto ciò finì tragicamente. Alla fine degli anni 1760, aveva dato inizio ad una mutazione profonda del paese che, sotto l’impulso del movimento dei Lumi, avrebbe contaggiato l’Europa.
Cosa si può ricordare oggi di quella storia?
Johann Struensee era un vero visionario per la sua epoca. Penso che sia quello che manca a volte nella politica moderna. Era un uomo molto semplice, un medico di provincia che guardò il mondo e disse: “qualcosa non funziona, i ricchi sono sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri”. Riuscì ad avere accesso al potere e decise di provare a cambiare tutto applicando le idee dei filosofi francesi Rousseau e Voltaire, ancora prima che tali idee influenzassero la rivoluzione francese.
Un po’ di storia
La regina Caroline Mathilde venne posta sotto arresto al Castello di Kronborg, a nord di Copenaghen, probabilmente il castello più famoso castello di Danimarca, celebre in tutto il mondo grazie all’Amleto di Shakespeare. La accusarono di adulterio e nonostante il suo avvocato difensore Peter Uldall fece tutto il possibile, venne dichiarata colpevole, costretta a divorziare dal re e esiliata nella città di Celle, nella Germania del Nord. Non vide mai più i suoi figli e morì poco tempo dopo a causa di un’epidemia.
Struensee venne messo agli arresti alla Citadella, fondata dal Re Danese Christian IV nel 1626, sul confine tra la parte interna di Copenaghen e l’area di Østerbro. L’ex medico tedesco venne interrogato il 21 febbraio 1772 e condannato per tradimento a causa della sua storia d’amore con la regina Caroline Mathilde, che diede alla luce sua figlia, la Principessa Louise Augusta. Struensee fu condannato alla decapitazione e il re stesso, che al momento era troppo malato di mente per capire che cosa effettivamente stava succedendo, firmò la sua condanna a morte.
L’esecuzione ebbe luogo il 28 aprile 1772 a Østerfælled, dove oggi si trova il Fæelledparken a Østerbro. Dove oggi la gente porta a spasso i cani, prende il sole e gioca a pallone, un tempo i condannati venivano giustiziati per tradimento. Di fronte a circa 30,000 degli allora 70,000 abitanti della città, prima si tagliò la mano destra di Struensee, poi la testa, separata dal suo corpo soltanto da un terzo colpo. Il corpo senza vita venne fatto a pezzi, messo su un carro e portato a Gallows Hill, che era dove Amerikavej e la casa discografica VEGA sono oggi. Si pensa che il suo corpo sia stato appeso lì per qualche anno, prima che i suoi resti venissero bruciati sulla collina. Le sue ossa vennero dissotterrate nuovamente nel 1895 e oggi sono sepolte nella Chiesa tedesca di Sankt Petri, nel cuore del vecchio quartiere latino di Copenaghen.
Al Museo Nazionale di Copenaghen si può vedere l’ascia originale usata per decapitare il giovane medico e amante della regina. Per un periodo di tempo Struensee visse anche lui nel Palazzo del Principe, dove oggi si trova il Museo Nazionale di Copenaghen. Fu costruito da Nicolai Eigtved negli anni tra il 1743 e il 1744 per il Principe della Corona Danese Frederik V e la Principessa Louise. Si può qui vedere in una bacheca, l’ascia ma anche altri oggetti che venivano utilizzati durante la sua esecuzione, e il suo anello con le iniziali.
Un po’ di storia della discendenza di Struensee e della regina Caroline Mathilda
Luisa Augusta di Danimarca (1771-1843) la secondogenita del re Christian VII e della regina Caroline Mathilda, è convinzione diffusa che fosse la figlia naturale di Johann Friedrich Struensee.
Dopo l’arresto di Struensee e la condanna all’esilio della regina Caroline Mathilda, la bambina fu cresciuta alla corte di Copenaghen con il fratello maggiore, il futuro Federico VI, sotto la sorveglianza della regina vedova.
Nel 1789, le fecero sposare un cugino, Federico Christian , figlio maggiore del duca d’Augustenburg. Bella e popolare, la principessa era soprannominata “la Venere della Danimarca”.
Dal suo matrimonio nacquero tre figli:
Carolina Amelia (1796-1881), che fu regina di Danimarca grazie al matrimonio con Christian VIII.
Christian Augusto (1798-1869), duca di Schleswig-Holstein Augustenburg, una cui nipote Augusta
Vittoria divenne la moglie dell’imperatore tedesco Guglielmo II.
Federico Augusto (1800-1865), principe di Nør.
Tra gli attuali sovrani regnanti, sono discendenti diretti di Struensee, Gustavo di Svezia e Costantino II, re di Grecia fino al 1974, la cui sorella maggiore, Sofia, è anche la moglie di Re Juan Carlos I di Spagna.
Tra gli altri discendenti, la principessa Alexandra di Hannover, figlia di Carolina di Monaco e del principe Ernst Augusto di Hannover.
Senza la modifica della legge di successione del 1953, che limitava il trono ai discendenti legittimi del re e che permetteva alle donne di salire al trono solo se non avevano fratelli e se non c’erano altri eredi maschi, un discendente di Struensee regnerebbe oggi in Danimarca.
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