Venezia 2011: Saideke Balai – La recensione in anteprima di Seediq Bale
Il Kolossal Taiwanese Saideke Balai arriva a Festival di Venezia 2011: ecco la recensione di Cineblog
La storia dell’Incidente di Wushe del 1930, la più grande insurrezione popolare contro i coloni giapponesi che abbia scosso Taiwan. Il film racconta il tentativo di ribellione della tribù aborigena degli Atayal di respingere le truppe coloniali dell’esercito giapponese che avevano invaso l’isola. Una pagina dimenticata della storia di una nazione, terminata con un vero massacro…
L’ultimo dei mohicani in versione taiwanese. È stato definito così il film che Te-Sheng Wei ha portato in concorso a Venezia (non senza polemiche: il film era stato schedato come cinese/taiwanese, e l’isola di Formosa ha avuto molto da ridire sull’accoppiamento…). Un vero e proprio kolossal, prodotto tra gli altri da John Woo. Curiosamente si tratta del film più costoso mai prodotto a Taiwan, con un budget che dovrebbe aggirarsi attorno ai 25 milioni di dollari, da parte di un regista che all’epoca aveva fatto favile all box office con Cape n° 7.
Opera terza di Wei, che insegue il progetto dal 2003, Seediq Bale visto al Lido è la versione internazionale del film, che in originale dura più di 4 ore. Immaginiamo subito una piccola cosa: che la versione originale sarà più ricca di “sfumature”, darà spazio ai personaggi, e lascerà che la storia si evolga. Perché nonostante in mezzo alla versione internazionale ci siano dei momenti di “pausa”, in cui i personaggi parlano, riflettono e si confrontano sul loro destino e sulla guerra, Seediq Bale lascia il fiato corto ai protagonisti, preferendo lasciare nel montaggio finale ben altre cose.
Wei ha dichiarato che ha voluto dare una nuova luce all’Incidente di Wushe, e chiarire che si trattava di una reazione quasi spontanea al divieto giapponese di celebrare pratiche culturali indigene. Bene, queste le intenzioni. Il risultato ci pare sinceramente tutt’altro. Seediq Bale (titolo internazionale: Warriors of the Rainbow) è una sequela infinita di battaglie, sempre alla ricerca della scena madre e di qualche shock. Perché di sangue e di morti ammazzati ce ne sono a bizzeffe (sfida personale: un premio a chi mi fa il bodycount).
La storia del guerriero Mouna e della sua stirpe contro l’oppressione violentissima dell’esercito giapponese, subentrato alla Cina dopo un trattato che consegnava al paese nipponico l’Isola di Formosa, viene raccontata nel modo più banale possibile. Sarà che la rabbia del popolo taiwanese per l’episodio è ancora acceso, ma il film non ha per niente le capacità di prendere la giusta distanza e leggere la Storia criticamente. Forse ci voleva una lettura nipponica dell’accaduto, giusto per poter fare autocritica direttamente, ma qui ne esce soltanto puro e semplice patriottismo.
Potevamo aspettarcelo, però, sinceramente. Ma non potevamo aspettarci altro che affossa definitivamente la pellicola, che sta a metà tra L’ultimo dei Mohicani, come detto prima, e Apocalypto. Nel mare di teste decapitate, scene al rallenti e bimbi soldato che combattono in nome della libertà, ci stanno un sacco di musica pomposa e qualche mediocre effetto speciale, non contando alcuni animali ricreati digitalmente (e che fanno storcere il naso). Passi anche questo, visto che si parla del primo film di Taiwan con un budget consistente, ma c’è ancora altro, e allora non ci sono più scusanti.
Seediq Bale è perennemente enfatico ed esagerato, non resta mai sotto controllo e non ha paura del ridicolo (il fantasma del padre di Mouna…). Non ha neanche la pietas giusta per affrontare i momenti più delicati e terribili, come la sequenza del suicidio “di massa”. Volete sapere perché infine i Seediq Bale sono detti “guerrieri dell’arcobaleno”? Il film lo spiega abbastanza presto, ma per credere con i vostri occhi dovrete solo aspettare l’incredibile finale: e allora sì che vi farete una bella risata liberatoria. Poi, il dilemma: perché in concorso?
Voto Gabriele: 3
Saideke Balai (Seediq Bale – Cina 2011 – Drammatico) di Te-Sheng Wei con Da-Ching, Umin Boya, Landy Wen, Lo Mei-ling. Sconosciuta mentre andiamo in pubblicazione la data di uscita in Italia. Ecco il trailer.