Home Festival di Venezia Venezia 2011: Sal – La recensione del film di James Franco su Sal Mineo

Venezia 2011: Sal – La recensione del film di James Franco su Sal Mineo

James Franco racconta Sal Mineo nel film Sal: ecco la recensione di Cineblog direttamente da Venezia

pubblicato 5 Settembre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 08:43


Il 12 febbraio 1976, Sal Mineo non era più il fenomeno di un tempo, ma, dopo anni di penosi insuccessi, stava finalmente trovando la strada per diventare l’attore e regista che a lungo aveva desiderato essere. Avrebbe dovuto girare il suo primo lungometraggio e mancavano solo pochi giorni alla prima di una pièce che gli aveva già procurato recensioni entusiastiche a San Francisco. La sua vita si stava finalmente assestando quando fu brutalmente troncata da un aggressore solitario e da un delitto insensato…

Che James Franco abbia deciso di girare un biopic sulla vita di Sal Mineo non dovrebbe, in linea teorica, destare alcuna sorpresa. Dopotutto lo “conosce” bene, visto che è stato James Dean nell’omonimo film tv diretto da Mark Rydell una decina d’anni fa (interpretazione mimetica premiata con il Golden Globe). Quello che invece colpisce di Franco è la sua volontà di sperimentare e di “provarci” con molte arti, e non solo con quella della recitazione, la sua professione principale.

Franco scrive, dipinge, s’interessa d’arte ed ha uno sguardo curioso su tutto ciò che offre il contemporaneo. E poi è ormai un regista. Si è fatto le ossa con un paio di film nel 2005 prima di arrivare a dirigere Good Time Max nel 2007, dove narra la storia di due fratelli “geniali” alle prese con diversi problemi, tra cui la droga. Dategli un’occhiata se vi capita: è risaputo e rischia lo stereotipo, ma è un’opera che lascia comunque ben sperare.

Val_Lauren_james_Franco_FILM_SAL_MOVIE

Mentre a giugno ha presentato al Los Angeles Film Festival il suo The Broken Tower, i cui diritti per la distribuzione sono stati recentemente acquistati dalla Focus Features, si è messo quindi al lavoro su questo Sal, basato in parte sulla recente biografia dedicata all’attore da Michael Gregg Michaud. Un film davvero indipendente, girato (si dice, ma ci par vero: il progetto all’inizio di quest’estate non era neanche in pre-produzione) in soli nove giorni e montato a tempo record.

Per raccontare l’ultimo giorno di vita di Sal, Franco sceglie di adottare uno stile da cinema underground anni 60-70: lunghe inquadrature su primissimi piani, macchina a spalla traballante e vibrante, niente musica extradiegetica, tante conversazioni. Il fine è di restituire nel modo più umile possibile il ritratto di un uomo che in vita fu altrettanto umile (parafrasiamo le parole dello stesso regista, e siamo comunque d’accordo sulla definizione sia del film che del personaggio). Il risultato è un film sincero, ma discontinuo.

Grazie ad una storia vera carica di tristezza, in cui il destino decide di accanirsi ulteriormente su un attore emarginato da Hollywood dopo il suo coming out proprio nel momento in cui riniziava a risalire e lavorare, Sal si segue bene per un’ora, perché è lo stesso personaggio ad incuriosire. “Ieri disoccupato ed oggi… boom boom boom”, ripete con le lacrime agli occhi, segnato da anni difficili e carico di volontà e passione per ricominciare a fare ciò che ha sempre amato, e pieno di progetti. Franco decide poi di non sfruttare in modo né enfatico né “scandaloso” l’omosessualità di Sal, trattandola in modo normalissimo e senza particolari punteggiature.

Ad illuminare il film ed il personaggio ci pensa l’inaspettatamente grandioso Val Lauren, che regge sulle spalle la pellicola ed è bravissimo nel regalare sfumature al suo Sal. Peccato che il film si perda completamente nella seconda parte, decisamente la più sbrigativa e brutta. Guardandolo si ha l’impressione che Franco voglia finire il film in fretta e furia, e non sapendo come arrivare ad un determinato minutaggio decida di girare una lunghissima sequenza à la Warhol (l’estenuante momento delle prove della pièce), per poi concludere il tutto nel modo più didascalico possibile con del materiale di repertorio. Scelta doverosa verso Sal, forse, ma sottotono per il film. Ma per quel che riguarda l’indie americano che decide di “vestirsi” con lo stile di un’epoca, meglio un Sal che un Promises Written in Water.

Voto Gabriele: 6

Sal (Sal – Usa 2011 – Drammatico) di James Franco con Val Lauren, James Franco, Jim Parrack, Brian Goodman, Vince Jolivette, Eva Lauren, Raymond T. Williams.

Al momento della pubblicazione non sappiamo l’eventuale data di uscita nei cinema italiani.

Festival di Venezia