Vertigo – La donna che visse due volte: ritorna al cinema in alta definizione
Vertigo – La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, ritorna sul luogo del crimine con la nostra recensione postuma, al cinema, in versione restaurata in alta definizione, solo il 21, 22 e 23 ottobre 2013.
Vertigo al cinema solo il 21-22-23 ottobre! from QMI on Vimeo.
Vertigo, la potente vertigine che parte dall’occhio sin dalla sigla, e ipnotizza la visione con la grafica di Saul Bass, i potenti cromatismi e il ritmo incalzante della musica di Bernard Herrmann, nella sublime opera hitchcockiana ossessionata dai dualismi e l’eterno ritorno, sarà di nuovo al cinema, in versione interamente restaurata in alta definizione.
Un gradito ritorno, a 55 anni dalla prima uscita in sala di Vertigo, con un nuovo restauro, già visto solo nella sezione Cannes Classics dell’ultima edizione del Festival, nelle sale cinematografiche italiane, selezionate da QMI, solo il 21, 22 e 23 ottobre 2013.
L’occasione è propizia per una recensione decisamente postuma del film più sperimentale, visionario e all’avanguardia del maestro della suspense, oggetto di venerazione e infinite citazioni. Il “Miglior film di tutti i tempi” per la rivista Sight and Sound, che per conto del British Film Institute, nel 2012 ha tolto il primato al “Quarto Potere” di Orson Welles, detenuto sin dal 1962.
Una buona occasione per tornare alla pellicola del 1958, liberamente tratta dal romanzo “D’entre les morts” (1954) degli scrittori francesi Pierre Louis Boileau e Thomas Narcejac (pseudonimo di Pierre Ayraud), pubblicato in Italia dopo l’uscita del film con il titolo La donna che visse due volte, e la sceneggiatura passata per le mani degli insoddisfacenti Maxwell Anderson e Alec Coppel, prima della stesura definitiva realizzata da Samuel Taylor, che porta l’amarezza malinconica della Parigi anni Quaranta nella San Francisco anni Cinquanta.
Un discesa vertiginosa nell’abisso delle debolezze dell’uomo, ossessionato dalla perdita dell’equilibrio fisico e mentale, che inizia ad ipnotizzare lo sguardo sin dai titoli di testa disegnati da Saul Bass, con le spirali che rendono omaggio al dadaista Anémic cinéma di Marcel Duchamp, e prosegue con l’effetto vertigine creato da Robert Burks, contrapponendo il movimento del carrello della macchina da presa a quello dello zoom.
Una vertigine suggestiva che corona l’inseguimento sui tetti di San Francisco del detective John Ferguson (James Stewart), John per gli amici, Scottie per i conoscenti, con la presa di coscienza di quell’acrofobia invalidante alla base dell’intero intreccio narrativo, che costa la vita al collega mentre lui resta appeso al cornicione, lo porterà a dimettersi dalla polizia, e diventare strumento inconsapevole di un subdolo disegno criminale.
Lo Scottie contattato dal vecchio compagno d’università Gavin Elster (Tom Helmore), diventato ricco costruttore navale grazie al matrimonio con Madeleine (Kim Novak), per pedinare la moglie vittima della possessione dell’antenata Carlotta Valdès, morta suicida alla sue stessa età, ventisei anni.
Un incarico che l’ex agente accetta solo dopo aver visto di schiena e di profilo, la figura bionda, magnetica, sfuggente e misteriosa, che si staglia nel contrasto cromatico quasi rinascimentale, tra le pareti ricoperte di seta rossa del ristorante Ernie’s e l’abito verde e nero che indossa.
Una magnifica visione pronta a diventare morbosa ossessione, per l’ex agente spinto dal desiderio, durante il pedinamento, il salvataggio dal primo tentativo di suicidio nella baia del Golden Gate, un magnifico bacio a sancire la consapevolezza di un innamoramento ricambiato, la caduta e la morte della donna dalla torre del campanile delle vecchia missione spagnola di San Giovanni Battista fuori San Francisco, impedita da un nuovo attacco di vertigini.
Un nuovo evento traumatico che si somma alla morte del collega, caricato dalla frustrazione di impotenza e dal senso di colpa, che il villano magistrato (Henry Jones) dell’udienza di accertamento del suicidio di Madeleine, il marito della stessa, e le terapie del lungo ricovero in clinica, non contribuiscono a sedare, e precipita Scottie in una spirale da incubo piena di fantasmi, cadute nel vuoto frutto di efficaci sovrapposizioni di immagini, che dall’insonnia porta alla perdita di contatto con la realtà.
Durante il malinconico ritorno di Scottie nei luoghi delle sue ossessioni, si imbatte in Judy Barton (Kim Novak), la sosia di Madeleine che si lascia trasformare nella donna morta che lui crede di amare, ma a questo punto Hitchcock con un flashback rivela quello che è davvero avvenuto in cima al campanile della missione di San Giovanni Battista, portando alla luce quell’intrigo diabolico che precipiterà gli eventi fino al drammatico finale, spostando l’attenzione dello spettatore dall’enigma alle ripercussioni psicologiche dei fatti, e sul capolavoro popolato da fantasmi, un rapporto sadomasochistico di amore e morte, due donne nello stesso corpo di un amore che non esiste, il passato in agguato in un ciondolo.
Come Madeleine era stata il fantasma di Carlotta, Judy si trasforma ‘volontariamente’ nella spettrale e ultraterrena immagine di Madeleine, quando esce dal bagno vestita e pettinata come lei, assecondando i desideri feticisti di John, avviluppata dalla luce verde dell’insegna dell’Hotel proiettata nella finestra, come tutti gli sfondi degli esterni visibili negli interni ricostruiti per il film, resi magnificamente dalla fotografia di Robert Burks.
Judy però, come Midge (Barbara Bel Geddes), l’amica concreta, pratica, ‘reale’ innamorata di John, subisce la frustrazione dell’amore non corrisposto, pur sapendo di essere l’oggetto del desiderio di Scottie con degli artifici, come sa che John ama un fantasma che non esiste … ma ora basta, altrimenti svelo troppo a chi non ha amai visto il film, o chi avrà la possibilità di rivederlo addirittura al cinema (cercate on line quello più vicino a voi), in una nuova versione restaurata in alta definizione.
Vi basti sapere che questo mix intrigante di ossessioni e generi, effetti e cromatismi, che porta all’apoteosi la paura dell’altezza, l’ambiguità morale dei protagonisti e traumi insanabili, con poliziesco, mistery, melodramma e thriller psicologico, in un gioco ossessivo, delirante e appassionante di doppi e riflessi, dai luoghi ai personaggi, sta tornando sul luogo del crimine e sul grande schermo buio, dove effetti, cromatismi e colonna sonora saranno resi ancora più destabilizzanti e coinvolgenti dall’alta definizione, anche per chi non soffre di vertigini.
Voto di Cut-tv’s: 10
Vertigo – La donna che visse due volte (Vertigo, USA, 1958-2013) di Alfred Hitchcock; con James Stewart (John ‘Scottie’ Ferguson), Kim Novak (Madeleine Elster/Judy Barton), Barbara Bel Geddes (Marjorie ‘Midge’ Wood), Tom Helmore (Gavin Elster), Henry Jones (magistrato), Raymond Bailey ( dottore di Scottie), Ellen Corby (Manager McKittrick Hotel), Konstantin Shayne (Pop Leibel). Di nuovo al cinema il 21, 22 e 23 ottobre 2013.
Poster 1958-2013
Vertigo – La colonna sonora
La colonna sonora di Vertigo, composta da Bernard Herrmann tra il 3 gennaio e il 19 febbraio 1958, gioca un ruolo fondamentale nella struttura narrativa del film, oggetto anche dello studio musicologico e critico di Bernard Herrmannís Vertigo : A Film Score Handbook scritto da David Cooper, insime alla collaborazione del compositore con Hitchcock, lunga undici anni e nove film. Quelle che seguono sono le tracce della Original Motion Picture Soundtrack che è possibile ascoltare anche on line sul sito realizzato per il ritorno del film al cinema, nel video a seguire (direttamente su YouTube)
Prelude and Rooftop (04:35)
Scotty Trails Madeline (08:22)
(Di cui: di Madeline prima apparizione, auto di Madeline, il negozio di fiori, il vicolo, la missione, Cimitero e Tombstone)
Ritratto di Carlotta (2,34)
The Bay (3:08)
Vicino al fuoco (3:39)
La Foresta (03:25)
The Beach (3,27)
Il Sogno (2:42)
Addio e La Torre (06:42)
The Nightmare e Dawn (4:10)
The Letter (03:53)
Buonanotte e The Park (03:08)
Scene d’Amour (05:09)
La collana, il ritorno e il Finale (7:47)
Un nuovo ritorno al cinema per i film di Hitchcock, dopo il recente Dial M for Murder (Il delitto perfetto) restaurato nel 2012 da Warner Bros. Pictures, sono uno dei tanti capolavori che ha in calendario QMI, dopo C’era una volta in America di Sergio Leone, di nuovo sul grande schermo nella versione restaurata di quattro ore e diciannove minuti concepita e voluta da Leone, The boos live con lo Springsteen & I diretto da Baillie Walsh, l’inedito film di esordio di Stanley Kubrick Fear and Desire – Paura e desiderio restaurato in HD, e Animal House https://www.cineblog.it/post/303297/animal-house-di-john-landis-torna-al-cinema-in-alta-definizione al cinema in alta definizione, solo il 7, 8 e 9 ottobre 2013. Occhio al prossimo!