Dial M for Murder (Il delitto perfetto): la suspense di Hitchcock torna al cinema in 3D
Recensione sessantenne di Dial M for Murder – Il delitto perfetto di Alfred Hitchcock, uno dei classici del Cinema Ritrovato e restaurato, riportato al cinema in prima visione 3D, a partire dal 23 settembre 2013.
“Addio cara”
Un bacio a colazione, può tranquillamente trasformarsi in un presagio di morte, con il maestro della suspense che prefigura Il delitto perfetto come un meccanismo ad orologeria innescato per lo spettatore, e a distanza di un sessantennio arriva per la prima volta sul grande schermo della sale cinematografiche italiane, nella versione restaurata nel 2012 da Warner Bros. Pictures, con quel sistema tridimensionale scelto da Hitchcock per avvicinare allo spettatore l’enigma di una chiave o lo scintillio letale di un paio di forbici.
Dopo più di mezzo secolo Tony Wendice (Ray Milland), l’ex giocatore di tennis che vive degli agi e lussi della società londinese, concessi dal patrimonio della bella moglie Margot (Grace Kelly), messi a repentaglio dalla relazione extra-coniugale che questa intrattiene con lo scrittore di gialli americano Mark Halliday (Robert Cummings), torna a concepire quel subdolo delitto perfetto, girato da Alfred Hitchcock in appena 36 giorni, dal 30 luglio al 25 settembre 1953, utilizzando quel sistema tridimensionale di visione Naturalvision introdotto dalla Warner Bros, ma già così in declino da essere distribuito in questa versione solo in pochi cinema degli USA, rispetto a quella bidimensionale arrivata anche in Europa.
Una versione che il progetto di Cinema Ritrovato e restaurato, riporta in prima visone al cinema, insieme al braccio di Grace Kelly che annaspa verso lo spettatore, terribilmente vicino allo spettatore, nel tentativo di liberasi della morsa della calza di nylon, con la quale tenta di strangolarla il truffatore Swan sotto le mentite spoglie del Capitano Lesgat (Anthony Dawson), losco, ricattabile ex compagno di studi del marito, pagato da questo per usare la chiave nascosta sotto lo zerbino, e starsene acquattato all’ombra, nascosto dalla tenda, in attesa della telefonata di Tony, concordata con un lungo dialogo propedeutico alla crescita della suspense, che porterà la moglie fino al telefono.
Lo stesso braccio che afferra le forbici sul tavolo, e lo scintillio omicida con il quale la donna si libera del suo aggressore uccidendolo.
Ma se il delitto perfetto esiste solo nei romanzi, come si dice convinto lo scrittore Mark, Tony che scopre il fallimento del piano mentre ascolta l’aggressione della moglie al telefono, non impiega molto tempo a volgere l’imprevisto a suo favore, lasciando incolpare di omicidio la moglie, con una falsa testimonianza e l’alterazione delle prove.
Una lunga discesa negli abissi del male che ha volti seducenti, ignobili e affascinanti come quello di Tony, tradita anche dai colori dei vestiti della moglie, meno vivi e luminosi con il procedere della tensione e dell’inganno, quanto diventa indistinta la scena dell’accusa, mentre affida ad oggetti come la chiave, il telefono, la calza e le forbici, una notevole carica simbolica ed emotiva, estremamente importante per il coinvolgimento dello spettatore.
L’undicesimo adattamento cinematografico di Hitchcock, resta fedele ai meccanismi e la natura della fortunata pièce teatrale di Frederick Knott, attento anche al rumore dei passi, al punto da arrivare a richiedere un pavimento autentico per le riprese, realizzate quasi esclusivamente tra le quattro pareti di una stanza, quanto vi resta condensata la dimensione spazio temporale della dimensione narrativa, amplificata dalla musica e l’alternanza di luci e ombre.
Un delitto perfetto per più di un sessantennio, al quale la versione restaurata in 3D restituisce le suggestioni visive volute dal maestro della suspense negli anni cinquanta, mentre quelle filmiche della messa in scena, che non ne sono mai state carenti, possono sono guadagnarci.
Sono tante le ragioni per guardare sul grande schermo uno dei film di Hitchcock, mai visti al cinema nella versione da lui concepita, e troppo spesso valutata più nei difetti che nei pregi, ma spero di averne suggerite abbastanza, per spingervi a cercare la sala più vicina a voi dall’elenco che trovate on line, e poi perderlo sarebbe veramente un delitto.
Voto di Cut-tv’s: 9
Dial M for Murder (Il delitto perfetto, USA/1954-2013) di Alfred Hitchcock. Ray Milland (Tony Wendice), Grace Kelly (Margot Mary Wendice), Robert Cummings (Mark Halliday), John Williams (capo ispettore Hubbard), Anthony Dawson (capitano Lesgate), Patrick Allen (detective Pearson), George Leigh (detective Williams), Robin Hughes (sergente O’Brien), Alfred Hitchcock (uomo in fotografia). Di nuovo al cinema dal 23 settembre 2013.
Dial M for Murder di Hitchcock, è solo una dei capolavori del cinema, restaurati, riportati a uno splendore e una nitidezza mai raggiunta prima, che tornano al cinema in prima visione con il Cinema ritrovato, con il ricco calendario che contempla Il Gattopardo (dal 28 ottobre), Les Enfant du Paradis (dal 18 novembre), Risate di Gioia (dal 9 dicembre), Ninotchka (dal 6 gennaio), The Gold Rush – La Febbre dell’oro (dal 3 febbraio), La Grande Illusione (dal 3 marzo), Roma città aperta (dal 31 marzo), Hiroshima Mon Amour (dal 28 aprile), e Chinatown (dal 26 maggio).
Via | Cinema Ritrovato