CineBlog consiglia: Strade Perdute
Il mondo di Lynch è un mondo tutto suo. Un mondo personale fatto di sogni e di incubi, di altre possibilità, di follia, di morbosità. A Venezia INLAND EMPIRE ha fatto parlare moltissimo di sè, un vero evento: molti dicono sia la summa totale della follia di Lynch, qualcuno ha fischiato, qualcuno non smette di
Il mondo di Lynch è un mondo tutto suo. Un mondo personale fatto di sogni e di incubi, di altre possibilità, di follia, di morbosità. A Venezia INLAND EMPIRE ha fatto parlare moltissimo di sè, un vero evento: molti dicono sia la summa totale della follia di Lynch, qualcuno ha fischiato, qualcuno non smette di applaudire. Ma giudicheremo quando sarà il momento. Per ora parliamo di questo film. Strade perdute è un bellissimo film, un film di grande complessità. Innanzitutto dico che personalmente è una delle pellicole più inquietanti che abbia mai visto, con punte di paura altissime e di grande tensione. Inizia infatti in modo angosciante, per poi abbandonarsi nel mistero più assoluto, chiudendosi in tante domande che solo con un buon ragionamento possono trovare risposte. Come per Mulholland Drive, Strade perdute è la storia di una vita impossibile, vissuta in un sogno: il sassofonista Fred è sposato con la bella Renee; tutto procede normale, almeno finchè non arrivano delle vhs che li riprendono dall’interno della loro casa. E l’ultima vhs contiene la ripresa dell’omicidio di Renee proprio da parte di Fred, che viene subito incarcerato. Ma dopo qualche giorno i poliziotti trovano al suo posto il meccanico Pete, che è rilasciato alla famiglia. Pete s’innamora della bionda Alice, che però è la ragazza di un importante boss… In poche parole questa è la sintesi della trama, o perlomeno una breve introduzione per poter man mano capire questo film.
Nulla è ciò che sembra, nessuno è ciò che è, i mondi paralleli si fondono. Alter ego, sogni ideali e non, (falsi) scambi di identità, uomini terrificanti, donne bellissime. “Io ricordo cosa mi piace e come mi pare” dice ad un certo punto Fred: una frase che è la chiave di lettura (forse) della pellicola.
Non guasterebbe una seconda visione per poterlo apprezzare fino in fondo: con un’altra visione si possono capire perfettamente tutti i dialoghi (che non sono affatto scritti a caso, ma hanno tutti un fine nascosto che anticipa qualcosa che sta per avvenire o persino spiegano la storia). La regia è attentissima, la sceneggiatura è costruita in modo calibrato, tutto è calcolato perfettamente, gli attori (Pullman, Arquette e Getty, ma anche Blake e Loggia su tutti) sono funzionali: queste componenti rendono Strade perdute un ottimo film di alto cinema. Il mio consiglio è ovviamente quello di decidere sin dall’inizio cosa fare: la prima possibilità è quella di stare attenti, segnarsi i dialoghi che sembrano dei dialoghi/chiave, stare attenti ad ogni minimo particolare per poi, a fine film, tirare le somme finali e capire da soli la trama (se non ci riuscite non bestemmiate, mandate giù il rospo, ripensateci e in caso riguardatelo); la seconda possibilità è quella di lasciarsi traspostare come in un sogno (o meglio: un incubo) dalle immagini e dalla follia di un genio unico. Lynch puro, da non perdere.
Stanotte, 03.55, RaiTre