Home Torino Film Festival Torino 2011: Mosse vincenti (Win Win) – la recensione in anteprima e il trailer italiano

Torino 2011: Mosse vincenti (Win Win) – la recensione in anteprima e il trailer italiano

La lotta libera insegnata da Paul Giamatti: ma è una commedia di tutto rispetto. Mosse Vincenti esce in sala il 9 dicembre…

pubblicato 27 Novembre 2011 aggiornato 28 Agosto 2020 15:22

Mike è un modesto avvocato che nel tempo libero allena la squadra di lotta libera di un liceo; quando scopre che Kyle, il nipote di un suo cliente, è un vero talento in quella disciplina, decide di inserirlo nella squadra. Il ragazzo però è molto chiuso e solo col tempo Mike riuscirà a conquistarne la fiducia, scoprendo le cause alla base delle sue difficoltà. Ma tutta la serenità conquistata da Kyle rischia di essere compromessa dall’improvvisa comparsa della madre, Cindy, appena uscita dalla clinica dove era stata ricoverata per disintossicarsi.

Thomas McCarthy è tra i registi indie americani più talentuosi dell’ultimo decennio. La sua prima regia, The Station Agent, piccola storia di un gruppo di outsiders del New Jersey capitanati da Peter Dinklage prodotta con mezzo milione di dollari, viene giustamente ricordato come uno degli esordi più felici del panorama indipendente statunitense. Un film che gli ha permesso di approdare ad una regia ancora più fortunata a livello di visibilità, ovvero l’acclamato L’ospite inatteso.

Con la sua terza pellicola, McCarthy arriva in piena zona Indiewood, ovvero in quello “spazio virtuale” dove i confini tra Hollywood e l’indipendenza sono molto labili. Qui abbiamo la produzione di una cosiddetta mini-major, ovvero la Fox Searchlight Pictures, la arthouse division della Fox; abbiamo un noto attore come Paul Giamatti; ed infine abbiamo una confezione da quirky comedy che potrebbe far paragonare Mosse vincenti ad altre pellicole indie di quest’ultimo decennio.

MOSSE_VINCENTI_FOTO_FILM

All’apparenza, quindi, è un lavoro più addomesticato e “facile” dei precedenti. Eppure in Win Win c’è tutto McCarthy. Il suo è un cinema fatto di storie in cui persone che non si sono mai viste prima imparano a convivere assieme. Succedeva così in The Station Agent, succedeva così ne L’ospite inatteso, e succede anche qui: Kyle è praticamente scappato di casa perché la madre si sta disintossicando, e lui non vuole passare più del tempo con il violento compagno della madre. Venuto dall’Ohio per stare col nonno, un vecchio cliente affetto da demenza senile di cui Mike ha deciso di prendersi cura, il ragazzo deve in realtà per forza di cose stabilirsi a casa della famiglia di Mike…

L’idea che la famiglia sia costruita dalle persone che vuoi bene, che ti vogliono bene, e con le quali stai meglio, è sempre forte nella poetica di McCarthy, che non tradisce le sue idee neanche in Win Win. Il contesto però cambia e si attualizza, visto che siamo in un periodo di crisi economica e in cui ogni mezzo per trovare dei soldi diventa preponderante nelle relazioni tra gli uomini. Influisce anche nella vita dei protagonisti del film, ovviamente, ad iniziare dalla madre di Kyle, Cindy, che viene in Ohio per riprendersi il figlio ma soprattutto per prendersi cura del padre, per intascare l’assegno che le spetta da tutrice.

Poi c’è il grado zero dello spettacolo, in quanto Win Win è una commedia soprattutto godibile e molto divertente. Il fatto che Mike sia un allenatore di lotta libera e Kyle un vero campione dà la possibilità a McCarthy di sbizzarrirsi con le scene di allenamento e con gli incontri. Non solo gag, comunque, e non solo un discorso campato in aria, ma che ben si inserisce nel tessuto narrativo. Rispetto a molto altro cinema indie americano infatti quello dell’ultimo McCarthy è, come si dice in gergo, quasi più plot-driven che character-driven: interessato quindi innanzitutto al congegno narrativo.

Il che non significa affatto che trascuri i personaggi, anzi, che hanno invece un ruolo principale nell’economia del film. Ed è qui che McCarthy si rivela il bravo autore che è: costruisce personaggi verosimili (la moglie “moralistica” interpretata da Amy Ryan), altri stravaganti (Kyle stesso, interpretato dall’esordiente Alex Shaffer), altri stralunati (Terry, ovvero Bobby Canavale già nell’esordio del regista), altri fragili (molti!). Ma soprattutto costruisce un personaggio principale, che Paul Giamatti gestisce al solito molto bene, tutt’altro che banalmente positivo: svelando così ogni sfumatura di un copione all’apparenza molto semplice, quasi banale, e invece più stratificato di quel che può sembrare.

Voto Gabriele: 7
(Film in concorso)

Mosse vincenti (Win Win – Usa 2011, Commedia – 106′) regia di Thomas McCarthy con Paul Giamatti, Amy Ryan, Bobby Cannavale, Jeffrey Tambor, Burt Young, Melanie Lynskey, Alex Shaffer, Margo Martindale, David W. Thompson, Nina Arianda.

Dal 9 Dicembre 2011 al cinema, qui il trailer originale e qui sotto quello italiano.

Torino Film Festival