Trieste Science+Fiction 2013: vince Europa Report, tutti i premi e i commenti ai film
Si chiude il Trieste Science+Fiction 2013. Il Premio Asteroide per il miglior film è andato tra gli applausi a Europa Report, mentre il Méliès d’Argento a The Strange Color of Your Body’s Tears è stato accolto da sonori fischi. Tutti i premi della rassegna di cinema di fantascienza e tutti i commenti ai film visti.
Alla fine i quattro film visti nell’ultima giornata del Trieste Science+Fiction 2013 non hanno cambiato nulla: tutti i premiati infatti si erano già visti nelle giornate precedenti. E, a parte l’interessante Rio 2096, questa è stata la giornata più anonima della rassegna, con un paio di delusioni (Kiyoshi Kurosawa, proprio tu…) e una schifezza (The Colony).
Poco male, visto che il Science+Fiction si è chiuso sì con una pellicola deludente (Haunter di Natali), ma anche con un successo di pubblico che ne riconferma la centralità tra gli eventi cinematografici della città. Non è però mancato un momento di forte imbarazzo durante la cerimonia di chiusura, in cui sono stati assegnati i premi della sezione Neon, coi suoi circuiti competitivi, ed è stato assegnato a Gabriele Salvatores il premio Urania d’Argento alla carriera.
Se la giuria capitanata da Sergio Stivaletti ha consegnato un Premio Asteroide accolto calorosamente dal pubblico, con una menzione speciale applauditissima, non si può dire lo stesso della giuria che ha assegnato il Méliès d’Argento. Sonori fischi e buu si sono levati immediatamente quando è stato annunciato che The Strange Color of Your Body’s Tears della coppia Cattet-Forzani era stato incoronato miglior film europeo.
Il titolo era già stato fischiato in proiezione: ribadire il proprio disappunto in modo così sonoro durante una premiazione ufficiale mi è parso francamente un po’ fuori luogo e imbarazzante. Si tratta di un film sperimentale che non può non irritare la maggior parte del pubblico, per carità, ma si tratta pur sempre di cinema di ricerca che va rispettato. Lo spettatore che va ad un festival dovrebbe accettare sia questo che Big Ass Spider!: poi può non piacergli un film, è ovvio.
Scontatissimo ma “impeccabile” il premio del pubblico, mentre dispiace che non ci sia stato modo di segnalare un film come Upstream Color, anche questo tristemente fischiato in proiezione. Se la fantascienza di Carruth non viene premiata ad un festival di genere… Anche vero che il premio principale a Europa Report è ottimo e ha assolutamente senso, vista la qualità del film e vista anche la vicinanza “assoluta” tra scienza e fantascienza.
Tutti i premi
Premio Asteroide (miglior film internazionale): Europa Report – Sebastián Cordero
Menzione agli effetti speciali: Big Ass Spider! – Mike Mendez
Méliès d’Argent (miglior film europeo): The Strange Color of Your Body’s Tears – Hélène Cattet e Bruno Forzani
Méliès d’Argent (miglior corto europeo): Happy B-Day – Holger Frick
Premio del pubblico: Robot & Frank – Jake Schreier
Premio Nocturno: The Strange Color of Your Body’s Tears – Hélène Cattet e Bruno Forzani
Urania d’Argento alla carriera: Gabriele Salvatores
I commenti a tutti i film visti al Science+Fiction 2013
Big Ass Spider! – Mike Mendez (Asteroide)
Ragnone gigante attacca Los Angeles e cresce sempre più in dimensioni. Esattamente quello che ci si aspetta da un film del genere, né più né meno: omaggio ai b-movie di una volta, indubbiamente divertente pur senza alcuna invenzione. Con tanto di cammeo di Lloyd Kaufman, che “benedisce” l’operazione. Prendete amici, birra e via per 90 minuti.
Voto: 6
Byzantium – Neil Jordan (Méliès)
Mamma e figlia sono vampire e vivono alla giornata; i pericoli sono in agguato. Neil Jordan torna in terra di vampiri con un film francamente un po’ noiosetto e sfilacciato. Però a tratti ha un’atmosfera che funziona, momenti molto interessanti e scene con copioso gore. Ma, soprattutto, ha un cast che funziona a meraviglia. E Gemma Arterton è una delle attrici più sottovalutate e sottoutilizzate di oggi.
Voto: 6
The Colony – Jeff Renfroe (Asteroide)
Nevica da anni e anni, e nella Terra si sono formate diverse colonie in cui la gente sopravvive come può. Ma ci sono anche altre creaturine. Postapocalittico inguardabile e inetto, con probabilmente i peggiori “infetti” della Storia. Tedioso, senza originalità e senza un momento di tensione. Ma sono tutti pettinati meravigliosamente…
Voto: 2
The Desert – Christoph Behl (Asteroide)
Mentre fuori il mondo è invaso dagli zombie, una coppia di fidanzati e un terzo ragazzo si barricano in una casa. Zombie movie “da camera” intimista, come un Romero riletto secondo l’incomunicabilità. Behl rischia molto, moltissimo, e c’è chi si annoierà alla grande. Ma questo triangolo amoroso che scava nei sentimenti in momenti di tensione e paura impossibile, in cui la vita è in stallo, potrà conquistare spettatori attenti a sguardi e dettagli. Assai curioso.
Voto: 7
Europa Report – Sebastián Cordero (Asteroide)
Un gruppo di astronauti viene mandato in missione verso Europa, una delle lune di Giove, sulla quale ci sarebbe la possibilità di trovare acqua, e quindi la vita. Tra scienza e fantascienza, Cordero è bravissimo a raccontare innanzitutto un viaggio. Il found footage ci mostra la vita, i dubbi e le speranze degli astronauti, ma è la decisione di montarlo in un mockumentary (con tanto di interviste, suono e musica ad hoc) ad essere narrativamente vincente. Appassionante, teso, e alla fine il viaggio “ripaga”, nonostante tutto. Da non sottovalutare affatto.
Voto: 8
Frankenstein’s Army – Richard Raaphorst (Asteroide + Méliès)
Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, un gruppo di soldati russi scopre un laboratorio in cui si creano soldati nazisti con resti umani e si conducono altri esperimenti. All’inizio questo improbabile found footage “anacronistico” può anche far storcere il naso: poi diventa sempre più tosto e pazzo. Chi ha un po’ di pelo sullo stomaco non può non essere conquistato dal design delle creature (soldati nazisti zombie steampunk), dal prelibato grand guignol e da tutta la parte finale, in cui le invenzioni visive non si contano.
Voto: 7
Haunter – Vincenzo Natali
Lisa si sveglia ogni mattina ed è sempre il giorno prima del suo compleanno: perché la sua vita è intrappolata in questo loop inspiegabile con tanto di routine ripetuta all’infinito? Natali fonde Ricomincio da capo con The Others e altre decine di pellicole, ambientando il tutto negli anni 80. Un film labirintico che prende pieghe sempre diverse: ma la logica non è di casa, e bisogna passare oltre ad un sacco di voragini di sceneggiatura (volute? Viene il dubbio…) per goderselo un po’. Gli spaventi ci sono, ma buttati lì un tanto al chilo.
Voto: 4
Painless – Juan Carlos Medina (Asteroide)
Nel 1931 alcuni bambini iniziano a non sentire più alcun dolore, e vengono rinchiusi in un ospedale in attesa che qualche medico ci capisca qualcosa; nei giorni nostri, David ha un incidente nel quale muore la moglie. Le due sottotrame sono collegate, e il film di Medina segue la scia di Del Toro e Bayona. A suo modo prende, perché c’è mestiere e capacità di tenere lo spettatore attaccato alla poltrona con una storia che ragiona sulla Storia, sul passato, sulla “necessità” del dolore e sulla famiglia. Ma che mano pesante, signor Medina, e che finale esagerato…
Voto: 6
REAL – Kiyoshi Kurosawa
Atsumi, disegnatrice di manga, ha il blocco dello scrittore e tenta il suicidio. Entra in coma, e il fidanzato Koichi prova il “sensing”, col quale si collega al suo cervello ed entra nella sua mente. K. Kurosawa: che delusione. Un racconto d’amore sci-fi a cui non mancano di certo le invenzioni, vero, ma che non riesce nemmeno per un secondo ad essere originale e davvero appassionante. Si cerca la poesia, si trova solo il tedio. Persino le trovate horror dopo un po’ non impressionano più.
Voto: 4
The Returned – Manuel Carballo (Asteroide + Méliès)
Kate lavora in ospedale dell’Unità di Ritorno, aiutando coloro che sono stati contagiati dagli zombie a tenere la malattia sotto controllo. Il ragazzo, Alex, è proprio un “ritornato”, e lei lo aiuta trovandogli la cura giorno per giorno. Idea a suo modo geniale: lo zombismo come malattia (che si tiene a bada con un’iniezione giornaliera). Interessante il parallelismo con i dibattiti attuali su medicina, scienza, etica e opinione pubblica: che accade se un ritornato si scorda un giorno di farsi l’iniezione? Qualche intoppo di sceneggiatura non intacca il risultato appassionante di questo originale zombie movie.
Voto: 7
Rio 2096 – Luiz Bolognesi (Asteroide)
Un guerriero attraversa da secoli la Storia del Brasile in tutte le sue fasi, sempre alla ricerca della stessa donna: la sua amata Janaina. Storia “non autorizzata” di Rio de Janeiro in animazione. Quattro capitoli che affrontano diverse fasi storiche (colonizzazione, schiavitù, ’68 e futuro): man mano che va avanti il film prende sempre più forma e recapita con successo emozioni e messaggio.
Voto: 7
Robot & Frank – Jake Schreier (Asteroide)
Il figlio di Frank, ex ladro di gioielli burbero e anziano, compra al padre un robot/cameriere affinché lo aiuti con le faccende domestiche e curi la sua salute. Ma Frank lo “usa” per altri scopi… Un delizioso “buddy movie” con anziano e robottino, che riesce a dire qualcosa di intenso e toccante sui rapporti famigliari, sulla memoria, sull’amicizia… e sui libri! A Schreier interessano più il lato umano e la commedia che la fantascienza, ma nonostante ciò ci sono gustosi aggeggi tecnologici e altri robot.
Voto: 7
The Station – Marvin Kren (Asteroide + Méliès)
Una stazione di ricerche sul clima situata sulle Alpi. Il ministro dell’ambiente sta per fare una visita e tutti si stanno preparando, ma il pericolo è imminente. Monster movie che è la risposta austriaca al The Thing carpenteriano. Ma è un mezzo macello sotto ogni punto di vista. Comparate poi come vengono riprese le creature del film di Kren rispetto a quelle di Frankenstein’s Army: sarà anche questione di budget, ma non c’è alcun paragone. Co-finanziato dalla BLS e girato in Alto Adige.
Voto: 4
The Strange Color of Your Body’s Tears – Hélène Cattet e Bruno Forzani (Méliès)
Una donna scompare: il marito cerca di trovarla e si “perde” all’interno di un palazzo Art Nouveau in cui ognuno ha le sue storie e i suoi segreti. Ma della trama non si capisce nulla (anche se alla fine…), anche perché questo è un film sperimentale in cui la forma è il suo contenuto. Sensuale e arrogante esperienza audiovisiva che attacca i sensi, come se Lynch avesse diretto il suo thriller all’italiana anni 70. I registi rubano stilemi, icone, suoni, colori e modus operandi del cinema di genere italiano dell’epoca d’oro e li usano e ricompongono secondo il loro gusto astratto e onirico. Ipnotico o irritante ed estenuante. O tutto assieme.
Voto: ?
Upstream Color – Shane Carruth (Asteroide)
Una donna, un uomo, dei maiali, dei vermi, dei fiori, e altri personaggi. Non occorre e non bisogna dire nient’altro sulla trama della seconda opera del regista di Primer. Che era un perfetto mindbender, ma questo al confronto lo fa impallidire. Carruth fa un ragionamento devastante su destino, legami e tentativi di controllare la vita, attraverso un montaggio emotivo e concettuale, immagini straordinarie ed un uso del suono da brividi. Come se Malick dirigesse un film di Lynch. Il senso c’è, anche se ad una prima visione occorre o sforzarsi tantissimo per rapire i dettagli e provare a ricomporre la trama, o abbandonarsi al flusso di colori e sensazioni.
Voto: 9