Il treno va a Mosca: in Concorso al Torino Film Festival 2013
Il treno va a Mosca con tre amici italiani che condividono la passione per il cinema e quell’utopia occidentale per il comunismo sovietico, in viaggio con il documentario di Federico Ferrone e Michele Manzolini, in concorso al Torino Film Festival 2013.
La mia generazione cresciuta con il comunismo che indossa giacche sartoriali con toppe ai gomiti che farebbero rabbrividire un bohémien, e veleggia con stipendi che offendono chi lavora in fabbrica, ha molto da imparare sull’incontro-scontro tra utopia e realtà, come quello portato sul al cinema dal documentario di Federico Ferrone e Michele Manzolini.
“Il treno va a Mosca” con filmati amatoriali d’archivio, ma soprattutto con la speranza di tre amici italiani che condividono la medesima passione per il cinema e quell’utopia occidentale per il comunismo sovietico, in uno dei tanti paesini della Romagna “rossa” distrutti dalla guerra.
Un viaggio con il barbiere comunista Sauro Rava,e i suoi amici Luigi ed Enzo, che lasciano la piccola Alfonsine nel 1957, sognando pace, fratellanza, uguaglianza, e armati di cinepresa decidono di visitare Mosca durante il Festival mondiale della gioventù socialista.
Ma cosa succede quando si parte per filmare l’utopia e ci si trova di fronte la realtà?
Il treno che parte dopo la morte di Stalin, mentre il paradiso dei lavoratori inizia a sgretolarsi, e i filmati in 8 mm dei tre giovani amici riprendono le speranze, le delusioni e le sfide intraprese, porta sul grande schermo un viaggio destinato a far scontrare l’utopia del comunismo italiano con la realtà dell’Unione Sovietica, insieme alla fine di un’epoca e di un sogno.
«Per Sauro l’utopia non era solo un’idea politica, ma una prospettiva da poter quasi toccare con mano. Per noi, cresciuti in un’epoca in cui non si sogna più una società ideale, fare un film come questo segna il tentativo di far riaffiorare quel desiderio di utopia che abbiamo sempre finto di ignorare. Anche se un po’ di nostalgia inevitabilmente traspare, non abbiamo voluto fare un film nostalgico. Il fatto che Sauro ancora oggi continui a girare il mondo è la testimonianza che forse l’utopia non è un obiettivo realizzabile, ma una ricerca lunga una vita intera».
Il treno va a Mosca diretto da Federico Ferro, Michele Manzolin, con la partecipazione di Sauro Ravagliain, prodotto da Kiné, Vezfilm e Fondazione Culturale San Fedele con Home Movies, in associazione con Fondazione Cineteca di Bologna e Apapaja, e sviluppato con il supporto di MEDIA e con il sostegno del Centro per lo sviluppo dell’Audiovisivo e l’innovazione digitale in Emilia, arriva in Concorso nella selezione ufficiale del 31.Torino Film Festival.