Roma 2013 – Le Streghe Son Tornate: Recensione in Anteprima
3 anni dopo Ballata dell’odio e dell’amore torna al cinema Alex de la Iglesia con il folle e folgorante “Le streghe son tornate”
20 anni fa il folgorante debutto in sala con Azione mutante, poi l’esplosione l’anno dopo con Il giorno della bestia, le nerissime comedy La comunidad – Intrigo all’ultimo piano e Crimen perfecto – Finché morte non li separi, l’inglese e sottovalutato Oxford Murders – Teorema di un delitto ed infine il più che meritato trionfo veneziano con il travolgente Ballata dell’odio e dell’amore, 3 anni fa premiato da Quentin Tarantino con il Leone d’Argento per la miglior regia. Spiace constatare come in Italia il cinema dello spagnolo Alex De la Iglesia sia poco conosciuto, se rapportato alle sue visionarie e deliranti qualità, in due decenni più volte ostentate al buio della sala.
Forse anche per questo motivo Marco Muller lo ha voluto con forza al Festival Internazionale del Film di Roma, che lo ha giustamente accolto con un’ovazione poco prima della prima proiezione pubblica, con tanto di premio consegnato da Valeria Marini e masterclass con il pubblico. Le Streghe di Zugarramurdi, presentato Fuori Concorso, ha ovviamente confermato la strabordante originalità misto follia del regista spagnolo, sempre più a piede libero nel tramutare in realtà qualsiasi cosa gli passi per la testa. Più volte accusato in passato di essere un po’ troppo tarantiniano e deltoriano, de la Iglesia ha invece imposto un suo stile al cinema contemporaneo, assolutamente riconoscibile e riconducibile a lui, Zugarramurdi compreso.
Protagonisti della curiosa trama uomini e donne, con l’inevitabile e conclamata difficoltà di relazione che da secoli li vede ‘ruggirsi’ contro. Perché se i primi sono bamboccioni, fisicamente aitanti, stupidi e tendenzialmente ‘schiavi’, la controparte femminile sbandiera da sempre capacità di arrogante comando, imponendo le proprie volontà al patner di turno tanto da indossare i panni di autentiche streghe. Vere o solo ‘metaforiche’ per De La Iglesia non c’è differenza, visto l’incredibile frullato di pazzia ed eccessi ideato. Josè è un padre disperato, divorziato e senza lavoro che organizza insieme ad una banda di sconosciuti una surreale rapina ad un monte dei pegni. Il bottino? 25.000 fedi nuziali. Un colpo apparentemente facile facile, tanto da farvi partecipare il figlio di 10 anni, se non fosse che tutto vada storto, costringendo Josè ad una disperata fuga che finirà per portarlo a Zugarramurdi, cupo, misterioso e spaventoso paesino celebre per aver ospitato nei secoli passati un branco di malefiche streghe. Vive e vegete e pronte a tutto pur di mettere le proprie ripugnanti mani sui fuggitivi e sul loro bottino tutto d’oro…
Una partenza action con esilarante e demenziale rapina a mano armata; un’evoluzione immediata in cui gli uomini che odiano le donne sono chiamati a sfogare verbalmente le proprie frustrazioni; una serie di spassosi inconvenienti che porteranno le streghe del titolo a mostrarsi per quello che sono, ovvero semplici ed estreme ‘femministe’; ed un finale mastodontico per spiazzante originalità e complessità registica, tanto dall’aver chiesto un mese di riprese per pochi minuti di montato. C’è tutto il cinema di De la Iglesia in questo Las Brujas de Zugarramurdi, giustamente osannato in patria, impreziosito da una diabolica e magnifica Carmen Maura ma anche da continue e spiazzanti trovate, folgoranti eccessi e sorprendenti svolte tra generi, sempre in bilico tra il grottesco, il surreale, l’horror, la commedia, il demenziale e l’action.
Non sai mai quel che potrà capitare dinanzi ad un film di questo regista che si ama o si odia, tra Cristi in Croce dotati di fucili a pompa, Spongebob armati fino ai denti, spaventosi e coreografati sabbah, water con occhi e braccia, ispettori dementi, streghe trans e giganteschi mostri con seni colossali e calanti a cui donare sacrifici umani. Tutto è ‘troppo’ ma senza mai strabordare, con una credibilità visiva incredibilmente concreta anche nel mostrare ciò che è visibilmente assurdo ed impensabile, come pochi altri autori dei nostri tempi sono riusciti a fare. Del Toro, Tarantino, Rodriguez e per l’appunto De La Iglesia, ormai sempre più libero da fastidiosi confronti e freni produttivi, per la gioia di chi osserva, ride e sbalordito applaude da 20 anni a questa parte il suo incredibile Cinema. Mai banale, sempre travolgente, e il più delle volte incredibile. Come anche in questo caso.
Voto di Federico: 8
Le Streghe son tornate (Las Brujas de Zugarramurdi, Spagna, 2013) di Alex de la Iglesia; con Javier Botet, Mario Casas, Carmen Maura, Hugo Silva, Carlose Areces.