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Cercasi amore per la fine del mondo: trailer italiano, foto e poster

La fine del mondo arriva al cinema tra commedia e romanticismo con Cercasi amore per la fine del mondo: guardail trailer italiano e il poster.

pubblicato 27 Dicembre 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 04:07

Il 21 dicembre 2012 è passato, e siamo ancora tutti vivi. La fine del mondo non è avvenuta, e molti si chiedono quando sarà la prossima data in cui la Terra potrebbe essere spazzata via. E se tutto finisse il 17 gennaio 2013? Al cinema sicuramente sarà così, almeno nel “mondo” di Cercasi amore per la fine del mondo.

Scritta e diretta da Lorene Scafaria, sceneggiatrice del curioso Nick & Norah – Tutto accadde in una notte, la pellicola è un nuovo tassello, a metà tra commedia fantascientifica e romanticismo, nella filmografia sui “film catastrofici“. Protagonisti assoluti sono Keira Knightley e Steve Carell, strana coppia on the road tra incontri assurdi e un amore che forse nascerà giusto in tempo prima che tutto finisca.

Presentato in anteprima mondiale al Los Angeles Film Festival, Cercasi amore per la fine del mondo si prepara adesso ad uscire nei nostri cinema. Per l’occasione, vi mostriamo il trailer italiano.

Poster italiano, foto e considerazioni apocalittiche


17 dicembre 2012 L’ultima ‘fine del mondo’ paventata da millantatori, allarmisti, speculatori e ironici è passata, ma ha fatto riflettere parecchi sul ‘da farsi quando hai i giorni contati’, anche la sceneggiatrice Lorene Scafaria con il debutto alla regia di Seeking a Friend for the End of the World, che arriva nelle sale italiane il 17 gennaio 2013 con il titolo di Cercasi amore per la fine del mondo, barcamenandosi tra vicini di casa agli antipodi, amori delle scuole superiori e asteroidi pronti a schiantarsi sulla Terra.

Come ci comporteremmo scoprendo che mancano solo 30 giorni alla fine di tutto? Aspettando San Valentino e Anna Karenina, la protagonista interpretata da Keira Knighley, fornisce un’apocalittica interpretazione in macchina, in galera, al fianco, del suo vicino di casa interpretato da Steve Carrel, già vergine quarantenne, agente segreto imbranato e impiegato da Golden Globes. Da sbirciare subito nel poster italiano, la gallery fotografica, una lunga sinossi sul viaggio intrapreso dal film, e alcune considerazioni sulla fine del mondo.

Cercasi amore per la fine del mondo
Cercasi amore per la fine del mondo
Cercasi amore per la fine del mondo
Cercasi amore per la fine del mondo

Un asteroide largo 110 chilometri è diretto verso la terra e l’ultimo tentativo di deviarlo è stato un fallimento. Così come è un fallimento il matrimonio del suadente agente assicurativo Dodge (l’attore premiato ai Golden Globe Steve Carell); la notizia che il mondo avrà fine tra circa 21 giorni convince la moglie a piantarlo.
Dodge è un uomo che ha sempre vissuto secondo le regole, mentre la sua vicina Penny (l’attrice nominata agli Oscar Keira Knightley) è una donna estroversa che ha fatto esattamente il contrario. Da prospettive opposte, entrambi decidono di vivere l’imminente fine del mondo con i paraocchi. Dodge declina l’invito degli amici a unirsi a loro per dei giorni sempre più spericolati, mentre Penny si concentra su alcuni problemi del rapporto con il suo compagno, un musicista egocentrico.
I due bastian contrari si incontrano per la prima volta dopo che Penny ha passato una nottata movimentata e una seconda volta quando consegna a Dodge una lettera smarrita. Una lettera che potrebbe cambiare la vita a Dodge; a scriverla è stata il suo amore dei tempi delle scuole superiori, Olivia, l’unico vero grande amore della sua vita. Quando nel loro condominio si scatena una rissa, Dodge capisce che deve trovare Olivia prima che sia troppo tardi, mentre Penny decide di passare gli ultimi giorni sulla Terra con la sua famiglia in Inghilterra. Approfittando del momento, Dodge promette a Penny di aiutarla a raggiungere la famiglia, se lei fosse disposta a mettersi subito in viaggio con la sua macchina. Lei acconsente e i due partono.
Insieme per la strada, i percorsi personali dei due improbabili compagni di viaggio si fanno più veloci e le loro prospettive – se non i loro mondi – si illuminano.

Cercasi amore per la fine del mondo
Cercasi amore per la fine del mondo
Cercasi amore per la fine del mondo
Cercasi amore per la fine del mondo

Cercasi amore per la fine del mondo
Cercasi amore per la fine del mondo
Cercasi amore per la fine del mondo
Cercasi amore per la fine del mondo
Cercasi amore per la fine del mondo

Alcune considerazioni sulla fine del mondo

Tutti noi abbiamo immaginato la fine del mondo – alluvioni, incendi, terremoti, pandemie e l’asteroide diretto verso la Terra distrutto all’ultimo secondo da un intervento umano di proporzioni epiche. La visione di Lorene Scafaria della fine del mondo è completamente diversa.
Nello scrivere il film, che segna il suo debutto alla regia, Cercasi amore per la fine del mondo, la Scafaria era più attratta a cercare di capire cosa sarebbe successo a delle persone normali – e come avrebbero interagito gli uni con gli altri – nei giorni che precedono l’evento.
La Scafaria dà uno sguardo obliquo alla “tradizione apocalittica.” Confessa di aver sempre avuto “una piccola ossessione per il concetto de ‘la fine è vicina’ e un’ossessione ancora maggiore per l’idea di amore. Quindi, ero attratta dall’idea di capire che cosa sarebbe successo quando i due mondi si scontrano – per così dire.
“Volevo una sceneggiatura concentrata sul lato umano e che raccontasse una storia di rapporti; le reazioni delle persone, soprattutto di persone con sentimenti forti verso gli altri esseri umani”
La regista-scrittrice non è partita con l’intenzione di realizzare un ‘road movie.’ “Ho fatto di tutto per non seguire quella tradizione, ma poi alla fine mi sono arresa e ho cominciato ad abbracciare proprio quel concetto – ma interrompo continuamente il viaggio dei protagonisti, per via di problemi pratici, tipo la carenza di benzina. Durante il loro viaggio, insomma, i nostri protagonisti si troveranno ad affrontare moltissimi problemi.”
Sono state scritte un paio di versioni, ma poi la Scafaria si è fermata e la sua prospettiva è cambiata quando suo padre si è ammalato ed è poi venuto a mancare. Ricorda: “Mi sono concessa sei mesi di vacanze. Poi ho rimesso mano alla sceneggiatura, concentrandomi più sul concetto del tempo – averlo e perderlo.”
Alla fine confessa: “C’è molto di me nella storia; dei due protagonisti io sono più simile a Penny, ma c’è anche molto di Dodge in me. ”
“Fino a questo punto cruciale, i due personaggi hanno fatto delle vite molto diverse. Se Dodge ha sempre tentato di evitare la vita, Penny ci si è sempre tuffata dentro. Insieme capiscono che possono affrontare la fine del mondo.”
La Mandate Pictures, che aveva già lavorato su un’altra sceneggiatura della Scafaria, Nick & Norah – Tutto accadde in una notte, hanno cofinanziato il progetto, mentre Steve Golin e Joy Gorman Wettels di Anonymous Content hanno prodotto il film. Golin ricorda, “A me e Joy il film scritto da Lorene è subito piaciuto – la piccola storia di due esseri umani che affrontano per forza di cose un evento minaccioso. Ma il tutto è fatto con un perfetto equilibrio tra umorismo e drammaticità.”
Poi è salito a bordo un co-finanziatore, la Indian Paintbrush, con i produttori Steven Rales e Mark Roybal. Quest’ultimo ci ha parlato della sceneggiatura: “L’ho trovata originale e sorprendente. C’è un grande concetto dietro la storia, ma non perde mai di vista l’esperienza umana, perché Lorene è sempre in sintonia con le emozioni reali degli individui. È una sceneggiatura che mi ha commosso tantissimo – spesso, leggendola, non potevo fare a meno di ridere o piangere, qualcosa che mi capita molto di rado.
“Secondo me ho avuto questa reazione emotiva perché Lorene ha raccontato la storia di una situazione emozionante, una situazione che fa pensare, la storia di un’esperienza catastrofica in cui ti potresti trovare a dover compiere il viaggio più importante della tua vita in totale solitudine.”

La ricerca di un Cast
Con piena fiducia nella sceneggiatura di Lorene Scafaria e nelle sue capacità da regista, Mark Roybal dice, “La prima cosa di cui abbiamo parlato con Lorene è stato il casting. Lei ci ha detto che non voleva orientarsi verso la commedia pura e che gli attori avrebbero dovuto trovare un equilibrio tra humor e pathos.”
Joy Gorman Wettels aggiunge, “il protagonista Dodge è un uomo che con l’avvicinarsi della fine del mondo capisce che tutta la sua vita è stata un rimpianto. Assicuratore di professione, in tutta la sua vita non ha mai preso un rischio. Comincia a pensare al suo amore di tanti anni prima e ad agire mosso dal desiderio di rivederla.
“Per essere credibile, Dodge deve essere un personaggio in cui lo spettatore può rispecchiarsi, o in cui veda tratti del padre, del fratello, del marito. Steve Carell genera tantissimo zelo e trasmette un fortissimo calore umano; è veramente un “Ogni Uomo”. Il pubblico si identifica con lui e non c’erano alternative per il ruolo di Dodge.”
Steve Carell racconta, “Ho letto la sceneggiatura e non riuscivo più a togliermela dalla testa. Non pensavo ad altro. È divertente, dolce, spesso emotivamente intensa. Insomma, non avevo mai letto nulla di simile. È come se fosse l’altra faccia di Armageddon; non c’è il Presidente in contatto costante con gli astronauti che stanno per far esplodere l’asteroide, ma in Cercasi amore per la fine del mondo vediamo che cosa succede a degli uomini e delle donne comuni in una situazione apocalittica, le scelte che compiono, consapevoli che tutto finirà entro pochi giorni.
“Delicatamente e con sapienza, Lorene equilibra la commedia e il soggetto. Ciò che lo rende un lavoro molto brioso, secondo me, è il fatto che i personaggi sono inseriti in una situazione di vita o di morte, e quindi sono ridotti all’essenziale – c’è da morire dal ridere a vederli mentre cercano di continuare la loro vita in circostanze talmente straordinarie.”
Tenendo tutto ciò presente, l’attore protagonista ha subito affinato il personaggio. Ci spiega: “Inizialmente Dodge non vuole affrontare la realtà; continua ad andare regolarmente a lavoro, per esempio. Poi decide di fare i conti con la sua imminente scomparsa e con la fine del mondo; decide di andare in pellegrinaggio per ritrovare Olivia, il suo amore dei tempi delle scuole superiori. L’ha sempre idealizzata come donna della sua vita e prima che tutto finisca vuole starle vicino.”
“Ed è soprattutto di questo, secondo me, che parla il nostro film: parla di persone che si trovano o si ritrovano, o che cercano di farlo di fronte ad avvenimenti così gravi. Le tue prospettive cambiano,” conclude Carell.
La Scafaria paragona Carell ad “attori come Peter Sellers o Jack Lemmon, dai tempi comici perfetti, ma anche raffinati e composti; Steve riesce a comunicare un’infinità di cose solo con uno sguardo.
“Abbiamo avuto una fortuna sfacciata ad averlo nel film. Quando lavora a un film è collaborativo e generoso, un vero gentiluomo.”
Per il ruolo di Penny, una ragazza dallo spirito un po’ più libero, gli autori hanno cercato Keira Knightley. L’attrice ci racconta: “Il mio agente mi ha mandato la sceneggiatura e io l’ho trovata una delle cose più stranamente ottimistiche che abbia mai letto. Ho subito pensato, ‘sì, in questo progetto voglio esserci.’ Era uno dei migliori copioni che leggevo da anni – era così particolare.
“Ho subito chiamato Lorene e abbiamo chiacchierato per circa un’ora. Credo che non abbiamo neanche parlato del film in quell’occasione. Abbiamo parlato delle nostre madri e delle nostre famiglie.”
Roybal sottolinea “la profondità che Keira dà a Penny, anche quando il personaggio si comporta in modo capriccioso, spontaneo o incostante. Negli occhi ha una luce che riflette la sua luce interiore, per questo Penny può essere il faro di Dodge.”
Steve Golin aggiunge, “È bellissimo vedere Keira nei panni di Penny. L’attrice è nota per i film storici, quindi vederla interpretare una bizzarra ragazza moderna – con le scarpe da ginnastica! – è una ventata d’aria fresca.”
La Knightley ammette, “Adoro fare film d’ambientazione moderna – perché posso svegliarmi più tardi la mattina!”
“Ero certa che sarebbe stata incredibilmente brava e stupefacente,” dice la Scafaria. “Ma ecco la sorpresa: è anche incredibilmente divertente. Quindi abbiamo una fusione gradevolissima tra Keira, attrice drammatica in un ruolo comico, e Steve, noto come attore comico, in un ruolo più drammatico.
“Steve e Keira interagiscono alla perfezione e c’è una grande chimica tra loro. Sentire e vedere quello che ho scritto recitato da questi due attori? Non potevo chiedere di più dalla vita.”
La moglie di Carell nella vita reale, l’attrice Nancy Carell, ha un ruolo breve ma memorabile al suo fianco nella prima scena del film – nei panni di Linda, moglie di Dodge, che lo abbandona dopo aver sentito alla radio che la Terra ha meno di un mese di vita, perché i tentativi di distruggere un asteroide largo 110 chilometri (“l’asteroide Matilda”) non hanno avuto successo. La Scafaria ricorda, “Era perfetta per la parte, quindi ne ho parlato con l’agente di Steve; sua moglie sarebbe interessata a interpretare sua moglie anche nel film? Dentro di me ero un po’ preoccupata, ma Nancy ha colto anche l’ironia della cosa.
“È la scena che abbiamo girato per ultima, e l’abbiamo girata il giorno del loro anniversario, il che era per un verso appropriato e per l’altro inappropriato.”
Un’altra sequenza chiave, anche questa che drammatizza come le persone possono affrontare, o decidere di non affrontare, la fine del mondo, è quella della cena organizzata dagli amici intimi di Dodge, Warren (Rob Corddry) e Diane (Connie Britton). La Scafaria ha scritto la scena pensando a “una situazione in cui, in circostanze normali, Dodge si sarebbe sentito a suo agio, ma non in questo caso. Ci sono coppie e individui che si comportano in modo strano, e le cose degenerano un po’, ed è qualcosa che neanche in quest’occasione a Dodge va giù.”
Il viaggio di Dodge e Penny, due vicini di casa che a stento si conoscono, inizia grazie a una rissa. “Ho sempre trovato la mentalità della folla molto strana,” dice la Scafaria. “Non so come faccia la gente a farsi afferrare dal comportamento di massa dimenticando che sono esseri umani e non animali. E se il mondo stesse per finire, sono sicura che molti ricorrerebbero alla violenza
“Quindi, nella storia ci sono delle sommosse. Ma perché la gente crea tumulti e disordini? Contro chi o cosa? Sperando di ottenere che cosa? Volevo che queste risse e questi tumulti non facessero solo paura, ma che apparissero anche un po’ ridicoli.”
Secondo Roybal, questa è una sequenza “cruciale, perché è qui che Dodge e Penny decidono di fidarsi l’uno dell’altro. La presenza di Adam Brody nei panni di Owen, fidanzato ancora per poco di Penny, aggiunge un po’ di assurdità comica a una situazione molto pericolosa.”
La Knightley si è sentita molto appagata dall’aver girato la sequenza, aldilà di quello che essa rappresenta per l’evoluzione del suo personaggio. Racconta, “Penny ha parcheggiato la sua auto in uno spazio molto limitato, quindi ha difficoltà a uscire e devo cominciare a urtare le altre macchine! Non so quanto si sia divertito Steve Carell, ma per me è stato un vero spasso.”
Carell conferma, “Non sono un amante del caos. Ma per Keira penso sia stata un’esperienza catartica, perché non è un’ottima guidatrice in Inghilterra dove abita, ed è la prima ad ammetterlo. Ed ecco che per la scena le si offre un’opportunità molto istruttiva, sentire una macchina che si schianta contro un’altra macchina, dandole un senso di realtà per quel giorno in cui comincerà veramente a guidare.”
“La nostra eccezionale troupe ha realizzato la scena con acrobazie, effetti pirotecnici e folle minacciose, proprio come l’avevo immaginata,” racconta con entusiasmo la Scafaria, “cioè, come una versione ridotta di una sequenza che ho ammirato nel film I figli degli uomini.
“Mi sono divertita tantissimo, poi, a girare le scene nel ristorante Friendsy’s, dove comincia il caos per Dodge e Penny. I nostri figuranti del ristorante Friendsy’s dovrebbero vincere ogni tipo di premio.”
La Knightley ride, “Penny pensa che la situazione da Friendsy’s sia fantastica, poi improvvisamente degenera un po’ troppo… T.J. Miller e Gillian Jacobs fanno morire dal ridere – entrambi eccezionali – in questa sequenza assolutamente folle.”
La Scafaria sottolinea, “Quasi ogni giorno arrivavano nuovi ‘special guest’!’ Un gruppo meraviglioso di attori.”
Molti degli artisti che appaiono nel film hanno dovuto spostare altri impegni per entrare in questo progetto così originale. Come dice Connie Britton, che è stata contattata direttamente dalla Scafaria per apparire nel film, “per un attore è fantastico avere tutto sulla pagina – chi è il tuo personaggio e che cosa rappresenta, e con Lorene è sempre così.
“La sequenza in cui appaio è esilarante e provocatoria, e durante le riprese di una scena io e Steve Carell ci siamo guardati e ci siamo detti, ‘che scena strappacuore.’”
La Britton aggiunge, “sul set l’atmosfera era calorosa e rilassata, perché Lorene è una collaboratrice fantastica.”
Carell dice, “Non ti rendevi conto che si trattava della prima regia di Lorene. Sapeva esattamente che cosa voleva e ha preparato un ambiente collaborativo e gradevole.”
Roybal commenta, “Lorene è un’autrice sicura di se e con una sua voce particolare. Ispira tutti a lavorare ad altissimi livelli.”
La produzione è iniziata a metà maggio del 2011 – con una giornata, tra le prime di quelle dei 34 giorni previsti per le riprese, considerata da alcuni la data della fine del mondo.
“Quel giorno eravamo tutti curiosi di vedere come sarebbe andata a finire,” ammette la Scafaria. “Ci siamo fermati intorno alle 21, perché qualcuno sul set aveva fatto i calcoli e aveva detto che quella era ‘l’ora fatale.’ Ci siamo fermati, ma non è successo niente, quindi abbiamo proseguito con il ciak successivo.”
“È stato di buon auspicio,” riflette Golin. “Il film uscirà nelle sale poco prima della fine del calendario dei Maya, quindi pochi giorni prima della fine del mondo, secondo la famosa profezia. Quindi, non vediamo l’ora di vedere che cosa succederà.”

Tutti chiedono scusa
Prima che Dodge e Penny diventano compagni di viaggio, il primo incontra un altro personaggio che influirà positivamente sul suo destino. “Sorry,” c’è scritto sul bigliettino attaccato sul collare di un cane, che è stato legato alla gamba di Dodge durante la sua perdita di coscienza conseguente a un tentativo fallito di suicidio. Al suo risveglio, Dodge legge il bigliettino, lo prende alla lettera e si rivolge al terrier chiamandolo Sorry, interpretato da Aleister.
“Sorry entra nella storia quando Dodge è al massimo della depressione e ha perso ogni speranza,” ci spiega la sceneggiatrice e regista Lorene Scafaria, anche lei padrona di cani da anni nella vita reale. “Quella mattina si sveglia e si rende conto che gli è stata data la responsabilità di un altro essere vivente. Una responsabilità, però, che dà alla vita di Dodge un nuovo significato.
“Quando ho visto Aleister, con i suoi fantastici denti sporgenti e irregolari e il suo pelo ispido, mi sono subito innamorata e ho pensato ‘Ecco il nostro protagonista canino.’”
In sintonia con la storia che parla di ‘ultime opportunità’, Aleister diventa un cane riparo. L’addestratrice Sarah Clifford ci rivela, “è stato salvato dal canile un paio di anni fa, e da allora fa l’attore di spot pubblicitari.”
Altre vite di cani sono state salvate per Cercasi amore per la fine del mondo, per virtù del fatto che “quando un cane ha un ruolo importante come quello di Sorry, servono cani sostitutivi sempre pronti,” spiega la Clifford. Quindi ha fatto un giro dei canili nelle vicinanze, trovando dei perfetti sostituti per Aleister. Uno l’ha chiamato Mulligan, che significa “seconda opportunita” ed è lui lo ‘stunt-dog’ di Aleister.
“Mulligan è stato salvato dal canile il giorno stesso in cui era prevista la sua eutanasia,” ci rivela la Clifford. “Ha subito imparato il mestiere ed era già sul set pronto a girare due settimane dopo il prelievo dal canile. Mulligan interpreta la scena dove Sorry striscia giù per la scala d’emergenza e tutte le scene che richiedevano molta azione.
“Rita, un altro sostituto del cane protagonista, ci è stato dato in prestito da un’associazione cinofila, la I Care Dog Rescue, che l’ha salvata da un altro canile. Tutti cani molto fortunati.”
“Sul set avevamo un quarto terrier, un quarto Sorry,” precisa la Scafaria. “I cani rendono l’atmosfera sul set più gradevole. Forse lo dico perché sono un’amante folle dei cani…”
Primo fra pari, Aleister ha subito conquistato i cuori di tutti; era particolarmente legato a Keira Knightley, che ha incontrato poco prima dell’inizio delle riprese. “Le si è avvicinata e si è accucciato sul vestito,” ricorda la Clifford. “Una scena dolcissima, e lei l’ha subito trovato un cane delizioso.”
Ma la cosa fondamentale per la storia è stata l’interazione sullo schermo con Steve Carell. La Clifford rivela, “Steve è bravissimo coi cani, è quindi interagiva con Aleister in modo naturalissimo.
“Ogni giorno, prima di girare, ci prendevamo un po’ di tempo per quella che chiamavamo una ‘seduta d’affiatamento’; facevamo in modo che a inizio giornata Steve e Aleister cominciassero a sentirsi a proprio agio l’uno con l’altro. Steve gli dava dei regalini, lo baciava e lo coccolava. In questo modo, quando Aleister lavorava con Steve durante le riprese, il legame era già solido.”
Per la sceneggiatrice-regista era un vero sollievo vedere che il legame funzionava. A proposito di Dodge e Sorry, commenta, “Quando sai di avere una responsabilità verso qualcuno che ha più bisogno di te, ti senti costretto a rimboccarti le maniche e prenderti cura di lui. È così che la prospettiva di Dodge comincia a cambiare, dandogli degli scopi nella vita, portandolo a dei contatti più umani con il prossimo – a partire da Penny e poi andando sempre oltre durante il suo viaggio.
“Mi piace pensare che Sorry rappresenta anche la nostra capacità di perdonare.”

Il futuro potrebbe essere ora
Cercasi amore per la fine del mondo si svolge in un tempo indeterminato nel futuro – ma non si tratta di un futuro troppo lontano.
La sceneggiatrice e regista Lorene Scafaria spiega, “sono sempre stata intenzionalmente vaga sul periodo in cui si svolge la storia. Nel film vediamo una data una sola volta, su una bottiglia di sciroppo per la tosse, e non sappiamo se il medicinale è già scaduto o meno.
“Svolgendosi il film in un futuro vicino, avevo varie opzioni per giocare con l’aspetto visivo del film. Lo scenografo Chris Spellman e il direttore della fotografia Tim Orr hanno contribuito a creare l’estetica del film.”
Spellman racconta, “Quando io e Lorene ci siamo incontrati per la prima volta, mi ha parlato di alcuni film che secondo lei avrei dovuto vedere.”
“Mi ispiravano film come Prossima fermata: paradiso e Canzoni del secondo piano, film che creavano dei mondi particolari,” dice la Scafaria, che ha anche parlato con Spellman di come evitare che le scenografie e i set soverchiassero la storia e i personaggi – come succede in tantissimi film sulla fine del mondo – facendo in modo, invece, che li aiutassero a materializzarsi. “Chris e io ci siamo immaginati delle piccole storie all’interno del racconto, sia per gli oggetti che per i personaggi che si vedono solo di sfuggita.”
Il produttore Mark Roybal trova che “l’estetica raggiunta dia l’idea di un futuro riconoscibile. Dato che non ci sono scenografie esagerate, il pubblico non viene distratto dal cuore del racconto.
“All’occorrenza Chris era bravissimo a fare le sue ricerche; per esempio, verificare se un aereo da turismo era in grado di trasportare qualcuno oltremare, come previsto dalla trama.”
Spellman sottolinea, “Abbiamo cercato di seguire la sceneggiatura alla lettera. Tim – con cui avevo già lavorato –, Lorene e io l’abbiamo riletta insieme pagina per pagina discutendo quale dovesse essere l’atmosfera dal punto di vista, per esempio, delle luci.”
La Scafaria ci rivela, “Speravo tanto di avere Tim per Nick & Norah – Tutto accadde in una notte; avevo già ammirato il suo lavoro in passato. Quando non è successo, sono rimasta ossessionata dall’idea di lavorare con lui prima o poi e sono felicissima ora che il sogno si è avverato, e proprio per il mio debutto alla regia.
“Abbiamo pianificato una lista di tutte le riprese molto prima che cominciassero, poi l’abbiamo aggiornata man mano, spesso improvvisando quando le circostanze lo richiedevano. È stata una collaborazione molto simbiotica. Sin dall’inizio ci eravamo messi d’accordo sul processo da seguire, coordinando la composizione di tutte le riprese.  Io ho una formazione teatrale, quindi dovevo costantemente ricordare a me stessa di cercare di avere più campo possibile. Ho imparato più da Tim che da chiunque altro, e spesso definisco il tempo che abbiamo passato insieme ‘la mia scuola di cinema con Tim Orr.’”
La sceneggiatrice e regista ha anche lavorato a stretto contatto con un autentico compagno di Orr ai tempi in cui frequentavano la scuola di cinema, il montatore Zene Baker, suo collaboratore da tempo. La Scafaria guardava man mano tutto il girato e poi ne discuteva con Baker, il che ha reso la fase di post-produzione molto più efficiente.
Come Spellman, anche la costumista Kristin Burke aveva il compito di anticipare questo futuro prossimo che si vede nel film. Commenta, “quando un copione si addentra nel futuro, anche di pochissimo, ti chiedi subito, ‘ok, che cosa indosseremo? Che tessuto ci sarà che non esiste adesso?’
“Ma Lorene voleva un abbigliamento il più classico possibile, in modo che non si potesse datare il film e anche per renderlo più plausibile. Per esempio, 10 anni fa che cosa indossavamo, quanto era diversa la moda di allora rispetto a quella di oggi? Non moltissimo. Non abbiamo avuto il cambiamento che ci è stato tra, per esempio, il ’62 e il ‘72.”
Elaborando il concetto, dice, “abbiamo optato per un ‘futuro retrò,’ il più accessibile possibile per lo spettatore. Per quanto il racconto possa sembrare apocalittico, non è deprimente, e i nostri costumi riflettono questo aspetto.”
Alla Burke è particolarmente piaciuto vestire la Knightley per uno dei suoi rari ruoli non “d’epoca”. Continua la costumista, “Penny ha una mentalità eclettica; volevamo crearle un look che rispecchiasse questo aspetto. Gli abiti di Penny incorporano elementi vintage e qualcosa del suo spirito.
“Niente corsetti per Keira in questo film, ma qualche accessorio d’epoca ce l’ha – i dischi in vinile.”

Gli ultimi brani che ascolterai

Mentre Dodge va in giro con il cane Sorry, Penny porta sempre con sé alcuni LP in vinile della sua amata collezione.
Riflette la Scafaria, “Ci sono sempre dei ‘se?; se ci fosse un incendio in casa tua, che cosa afferreresti mentre fuggi ? Che cosa saresti fisicamente in grado di portare con te?
“A questo punto del film, Dodge si sente responsabile per il cane, mentre per Penny questi LP hanno un grande significato da tantissimo tempo; si tratta di una collezione di vinili che cura da anni e anni – anche perché è qualcosa che la unisce ai suoi genitori.”
“La musica è molto importante per me,” confessa la Scafaria, “quindi per me questa storia non sarebbe stata completa senza l’elemento musicale. Il viaggio di Penny va visto anche dal punto di vista di che cosa – anche se non ‘chi’ – possiede.”
Lo scenografo Chris Spellman e la sua squadra non sono dovuti andare alla ricerca dei vinili a cui il personaggio di Keira Knightley tiene tanto; i dischi della collezione di Penny, ridotta per l’emergenza, provengono tutti da quella della stessa Scafaria. Brani particolari, LP e interpreti erano già presenti nella sceneggiatura dalle primissime versioni.
Abbiamo chiesto alla Scafaria quali sono i dischi che salverebbe in caso di un incendio – o di qualcosa di peggio. Ci ha risposto: “‘Coney Island Baby’ di Lou Reed, alcuni lavori di Gene Clark, ‘Pet Sounds’ dei Beach Boys,’ i Beatles.”
Per la Knightley i dischi da salvare sarebbero quelli dei Supertramp e dei Talking Heads. “Poi, se il mondo stesse veramente per finire, sarei già in viaggio per l’Inghilterra, e più specificamente per il Devon settentrionale.”
Steve Carell, invece, non porterebbe con se dei vinili “perché la mia auto non ha un giradischi. La mia famiglia andrebbe a Disney World, con dei CD di Justin Bieber e Selena Gomez; roba che piace tanto ai nostri figli ultimamente –
“Roba che piace tanto ai nostri figli ultimamente? Sembro un ottantacinquenne… Poi mangerei un sacco di cibo spazzatura, senza rubarlo, però; comprerei pasticcini e brownie, cibo cinese e pizze.”
La Scafaria ci pensa su, “Probabilmente resterei dove sono; sono felice a Los Angeles. O forse mi sposterei a nord. Ho una scatola piena di roba da afferrare in caso di scenari apocalittici, oltre ai miei cani e il mio compagno. Poi farei di tutto per stare con la mia famiglia e gli amici più intimi.”
Il produttore Mark Roybal vorrebbe “un camper dotato di ogni svago possibile e una scorta illimitata di benzina, in modo da poter andare ovunque. Il veicolo sarebbe teatro di ogni tipo di sregolatezza, abbuffate di cibo e alcol – il tutto entro i confini della piena sicurezza, perché ho dei bambini. Ma credo che mangeremmo hot dog a colazione.
“La colonna sonora del viaggio della mia famiglia avrebbe ‘Harvest Moon’ di Neil Young. Era la canzone del nostro matrimonio. Poi gli U2 con ‘The Joshua Tree,’ The Band, e tanti brani di Adele, perché i nostri figli impazziscono per le sue canzoni.”
Il produttore Joy Gorman Wettels obietta, “Farei qualsiasi cosa entro i limiti della ragionevolezza e della razionalità. Se l’idea di vivere in Grecia non fosse praticabile, cercherei solo di rilassarmi.”
Inevitabilmente, discussioni del genere erano pane quotidiano. Quello che la Scafaria ha descritto “un favoloso gruppo di attori,” molti dei quali sul set solo per un paio di giorni, erano entusiasti di chiacchierare tra loro e con la troupe tra una ripresa e l’altra, scambiando idee su playlist e destinazioni finali.
L’attore Derek Luke dice, “andrei a trovare presone da aiutare o amici a cui devo chiedere scusa.”
L’attrice Connie Britton riflette, “Probabilmente attraverserei l’America in macchina, ascoltando musica di ogni genere, specialmente quella della mia infanzia, e ‘1999’ di Prince, anche se ha sbagliato anno.”
Prendendo spunto dalla playlist di Britton, l’assistente della Scafaria, Virginia Shearer, porterebbe con se ‘Purple Rain,’ ‘Sign o’ the Times,’ ‘Dirty Mind,’ ‘Controversy,’ e Prince in persona.”
L’attrice Melanie Lynskey commenta, “Mio marito, il nostro cane e probabilmente andrei a Savannah. Come musica porterei The Cure, The Smiths e Pavement. Ascolterei la musica e mi sentirei confortata.”
Il secondo assistente operatore e assistente alla produzione, Josh Novak, sceglierebbe “qualsiasi cosa di Otis Redding – diciamo i suoi ‘Più grandi successi,’ per non portare troppo peso nel mio viaggio verso una pacifica destinazione tropicale.”
L’attrice Gillian Jacobs, invece, non opterebbe per alcunché di pacifico o tropicale, ma spiega entusiasta, “non ho mai infranto una legge in vita mia, quindi probabilmente comincerei a infrangerne tante. Forse distruggerei una serie di edifici usando strumenti di demolizione. Andrei a sbattere le macchine sugli spartitraffico in autostrada, distruggerei edifici vuoti con ordigni incendiari – niente di che.”
L’attrice Patton Oswalt invece: “Ascolterei in macchina la sigla della serie TV L’albero delle mele in loop mentre vado da Elton John, ovunque si trovasse. Perché vorrei sentirlo cantare ‘Goodbye Yellow Brick Road’ mentre è in arrivo la meteora; non c’è modo migliore, secondo me, di affrontare la fine del mondo.”
Gail Scafaria, la madre della sceneggiatrice e regista, dice, “stare vicino a Lorene. Sì, non chiederei altro.”

Cominciare dalla fine
Se il mondo o la propria vita stesse per finire, ognuno di noi rifletterebbe su come affrontare quel momento.
Steve Carell dice, “secondo me la storia scritta da Lorene Scafaria trascende alcuni aspetti della normalità della vita. Il film parla della ricerca del valore della vita, della ricerca delle cose che ti rendono felice.”
La Scafaria riflette, “il tempo è il grande livellatore, e il nostro tempo qui sulla Terra è limitato. È qualcosa con cui tutti possono identificarsi, e qualcosa da cui, spero, tutti possano imparare. Una delle cose più preziose che si possono offrire a un’altra persona è il proprio tempo.”
Il produttore Steve Golin dice, “secondo me tutti credono nel fatto che c’è qualcuno lì fuori per loro, e che esistono delle opzioni.”
Il produttore Mark Roybal aggiunge, “Cercasi amore per la fine del mondo parla del venire insieme al momento più cruciale – cioè, alla fine del tempo. È un film profondo, divertente ed edificante.”
Keira Knightley aggiunge, “per i due protagonisti significa scoprire quello che improvvisamente diventa veramente importante. Credo che la domanda di fondo sia: perché non viviamo come dovremmo vivere? Perché non capiamo che cosa è importante? Perché non passiamo il tempo con le persone che amiamo? Viviamo come se avessimo un domani, un dopodomani e un altro domani ancora. E se non fosse così?
“Per questo l’ho trovata una storia molto ottimistica; a parte l’occasionale rissa, dall’umanità verranno fuori cose positive al momento della verità.”

Primo poster per Seeking a Friend for the End of the World

Primo poster per Seeking a Friend for the End of the World9 febbraio 2012 Un cast tanto variegato quanto ben calibrato, con Keira Knightley, Steve Carell, Melanie Lynskey, Adam Brody e T.J. Miller protagonisti, per un film che si mostra quest’oggi attraverso il primo ‘catastrofico’ poster. News in casa Seeking a Friend for the End of the World, film scritto e diretto dall’esordiente Lorene Scafaria.

Al centro della trama, nell’anno dei Maya, la fine del mondo. Quando un asteroide si avvicina alla Terra, un uomo si ritrova solo soletto dopo che sua moglie lo ha lasciato in preda al panico. Tornato ‘single’, Dodge decide di fare un viaggio per riunirsi con la fidanzata del liceo. Ad accompagnarlo un vicino di casa che, inavvertitamente, sconvolge il suo piano.

Atteso nei cinema americani il prossimo 22 giugno, Seeking a Friend for the End of the World prova così a dare una sferzata dai toni ‘commedianti’ al genere catastrofico. Riuscendo nell’intento? Al primo trailer, a breve disponibile, l’ardua sentenza.

Primo poster per Seeking a Friend for the End of the World