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Gli 85 film preferiti da Martin Scorsese

Da Secondo Amore a Un americano a Parigi passando per Apocalypse Now e Arsenico e vecchi merletti….

di carla
pubblicato 16 Aprile 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 03:23


Oggi Cineblog vi regala la lista di 85 film che hanno influenzato la vita e la carriera di Martin Scorsese. Di seguito i titoli e la sua eventuale spiegazione sul motivo della scelta. Pronti a curiosare? Attenzione: se vedete tutti gli 85 film non diventerete automaticamente un regista come Scorsese eh, ma forse scoprirete qualche capolavoro in più.

L’asso nella manica (Ace in the Hole – 1951 di Billy Wilder)

Secondo amore (All That Heaven Allows – 1955 di Douglas Sirk)

America, America: (The Anatolian Smile – 1963 di Elia Kazan)

Un americano a Parigi: (An American in Paris – 1951 di Vincente Minnelli)

Apocalypse Now: (1979 di Francis Ford Coppola)

Arsenico e vecchi merletti: (Arsenic and Old Lace – 1944 di Frank Capra)

Il bruto e la bella: (The Bad and the Beautiful – 1952 di Vincente Minnelli)

Spettacolo di varietà (The Band Wagon – 1953 di Vincente Minnelli): “E’ il mio preferito dei musical di Vincente Minnelli. Mi piace la trama che unisce il Faust e una commedia musicale, e il disastro che ne deriva”.

Nato il quattro luglio (Born on the Fourth of July – 1989 di Oliver Stone)

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Il promontorio della paura (Cape Fear – 1962 di J. Lee Thompson): “L’originale è molto buono. Voglio dire, c’è Gregory Peck, Robert Mitchum, Polly Bergen, è fantastico!”

Presi nella morsa (Caught – 1949 di Max Ophüls)

La conversazione (The Conversation – 1974 di Francis Ford Coppola)

Fa’ la cosa giusta (Do The Right Thing – 1989 di Spike Lee)

Mr. Smith va a Washington (Mr. Smith Goes to Washington – 1939 di Frank Capra)

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Il delitto perfetto (Dial M for Murder – 1954 di Alfred Hitchcock)

Duello al sole (Duel in the Sun – 1946 di King Vidor)

I quattro cavalieri dell’Apocalisse (The Four Horsemen of the Apocalypse – 1962 di Vincente Minnelli)

Europa 51 (1952 di Roberto Rossellini)

Volti (Faces – 1968 di John Cassavetes)

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Il bacio della pantera (Cat People – 1942 di Jacques Tourneur)

La caduta dell’Impero Romano (The Fall of the Roman Empire – 1964 di Anthony Mann): “Uno degli ultimi poemi epici, questo travolgente film di Anthony Mann vanta un cast stellare con Sophia Loren, Anthony Boyd, James Mason, Alec Guinness, Christopher Plummer e Anthony Quayle. Ed è fallito miseramente al botteghino”.

Francesco, giullare di Dio (1950 – di Roberto Rossellini): “Questo film e Europa ’51 sono due dei migliori film sull’essere umano che anela a qualcosa oltre il materiale”.

Le forze del male (Force of Evil – 1948 di Abraham Polonsky)

Quaranta pistole (Forty Guns – 1957 di Samuel Fuller)

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Gilda (Gilda – 1946 di Charles Vidor): “Ho visto questo film quando avevo 10 o 11 anni con i miei amici”.

Germania anno zero (1948 di Roberto Rossellini): “Roberto Rossellini aveva sempre sentito l’obbligo di informare. Fu il primo a fare una storia di compassione sul nemico (…) fu il primo a dire che tutti dobbiamo vivere insieme. E vedeva il cinema come lo strumento che poteva informare la gente”.

La sanguinaria (Deadly Is the Female, conosciuto anche con il titolo Gun Crazy – 1950 di Joseph H. Lewis.): “Un esempio di film noir romantico”.

Health (1980 di Robert Altman): “Questo film è uscito nello stesso periodo del mio Re per una notte. Furono entrambi dei flop, l’età dei registi era finita”.

I cancelli del cielo (Heaven’s Gate – 1980 di Michael Cimino)

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La maschera di cera (House of Wax – 1953 di André De Toth): “Questo è stato il primo film 3-D prodotto da una major americana”.

Com’era verde la mia valle (How Green Was My Valley – 1941 di John Ford): “Apprezzo la poesia visiva del film come nella famosa scena in cui il vento soffia sul velo da sposa di Maureen O’Hara. E’ poesia assoluta. Non ci sono parole”.

Lo spaccone (The Hustler – 1961 di Robert Rossen)

Le vie della città (I Walk Alone – 1948 di Byron Haskin): ​​”L’ideale gangster americano”.

Le cake-walk infernal (1903 di Georges Méliès)

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Il Padrino (The Godfather – 1972 di Francis Ford Coppola): “Ogni direttore della fotografia degli ultimi 40 anni è in debito verso Gordon Willis”.

Accadde una notte (It Happened One Night – 1934 di Frank Capra): “Il linguaggio del corpo di Claudette Colbert e Clark Gable è davvero notevole”.

Viaggio in Italia (1954 di Roberto Rossellini): “Dopo il neorealismo Rossellini ha fatto storie intime che hanno avuto molto a che fare con un certo misticismo intellettuale”.

Giulio Cesare (Julius Caesar – 1953 di Joseph L. Mankiewicz)

Kansas City (1996 di Robert Altman): “Uno dei più grandi film sul jazz di sempre”.

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Gli Argonauti (The Argonauts – 1962 di Don Chaffey)

Un bacio e una pistola (Kiss Me Deadly – 1955 di Robert Aldrich)

Una squillo per l’ispettore Klute (Klute – 1971 di Alan J. Pakula)

La Terra Trema (1948 di Luchino Visconti)

Il Gattopardo (1963 di Luchino Visconti): “Uno dei più grandi film mai realizzati”.

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La signora di Shanghai (The Lady from Shanghai – 1947 di Orson Welles): “La sequenza dello specchio è insuperabile”.

Macbeth (1948 di Orson Welles): “Questo è stato il primo film di Welles che ho visto, in televisione. Era tutto molto diverso dalle altre produzioni di Macbeth che avevo visto. E’ un film audace”.

Stupenda conquista (The Magic Box – 1951 di John Boulting): “Donat era un grande attore. E questo è un film ben fatto”.

M * A * S * H (1970 di Robert Altman)

Scala al Paradiso (A Matter of Life and Death – 1946 di Michael Powell e Emeric Pressburger): “Un altro bel film di Powell e Pressburger”.

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Un uomo da marciapiede (Midnight Cowboy – 1969 di John Schlesinger)

I compari (McCabe & Mrs. Miller – 1971 di Robert Altman): “Un capolavoro assoluto”.

Il Messia (1975 di Roberto Rossellini): “Rossellini aveva programmato di fare altri film così per la televisione, anche su Karl Marx. Pensava che la tv fosse il modo più facile per raggiungere i giovani, per educarli. Ma poi naturalmente la tv è cambiata”.

Mishima (1985 di Paul Schrader): “Un capolavoro”.

È arrivata la felicità (Mr. Deeds Goes to Town – 1936 di Frank Capra)

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Quarto Potere (Citizen Kane – 1941 di Orson Welles): “Orson Welles era una forza della natura e Citizen Kane è stato il più grande rischio cinematografico di tutti i tempi. Non si era mai visto niente di simile. La fotografia era così diversa da tutto ciò che avevamo visto”.

Nashville (1975 di Robert Altman)

I trafficanti della notte (Night and the City – 1950 di Jules Dassin): “E’ essenzialmente il film noir britannico”.

Uno, due, tre! (One, Two, Three – 1961 di Billy Wilder): “Una classica commedia di Billy Wilder. I dialoghi sono scoppiettanti”.

Otello (The Tragedy of Othello: The Moor of Venice – 1952 di Orson Welles): “Ci sono voluti anni per finire questo film. C’è una sequenza meravigliosa in un bagno turco. Si dice che Welles era pronto a girare ma i costumi non si trovavano così egli disse: ‘Facciamola in un bagno turco!'”

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L’occhio che uccide (Peeping Tom – 1960 di Michael Powell): “Michael Powell aveva scommesso tutto sul film e quando uscì ha messo fine alla sua carriera. Un critico scrisse che il film avrebbe dovuto essere buttato nel water”.

Paisà (1946 di Roberto Rossellini): “E’ il mio preferito dei film di Rossellini”.

Mano pericolosa (Pickup on South Street – 1953 di Samuel Fuller): “Un noir classico, che parte da una serie di eventi che arrivano ad un culmine violento”.

I protagonisti (The Player – 1992 di Robert Altman): “Altman ha provato a sperimentare con diversi tipi di attori, con approcci diversi alla narrativa, con attrezzature diversa, finché girò questo film che lo portò su un altro livello”.

The Power and the Glory (1933 di William K. Howard): “Diretto da William K. Howard e scritto da Preston Sturges, ha la struttura che Mankiewicz e Welles hanno usato per Quarto Potere“.

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Ombre rosse (Stagecoach – 1939 di John Ford)

Schiavo della furia (Raw Deal – 1948 di Anthony Mann).

Scarpette rosse (The Red Shoes – 1948 di Michael Powell e Emeric Pressburger): “C’è qualcosa di così ricco e potente della storia e dell’uso del colore che mi ha profondamente colpito quando avevo nove o dieci anni”.

La presa del potere da parte di Luigi XIV (1966 di Roberto Rossellini): “Nella terza parte della sua carriera Rossellini ha deciso di fare una serie di film didattici. Questo è il primo film in quella serie ed è un capolavoro artistico. Non c’è niente come gli ultimi dieci minuti di questo film per mostrare l’accumulo e la visualizzazione del potere. E’ straordinario”.

I ruggenti anni Venti (The Roaring Twenties – 1939 di Raoul Walsh): “Un omaggio ai gangster del 1920. E’ stato uno dei tanti grandi film realizzati nel 1939 (come Via col vento, Donne, Mr. Smith va a Washington, Goodbye Mr. Chips, Ombre Rosse e molti molti altri”.

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L’Infernale Quinlan (Touch of Evil): “La carriera radiofonica di Orson Welles lo ha reso un maestro della colonna sonora. Basta ascoltare questo film: è possibile chiudere gli occhi e immaginare tutto ciò che sta accadendo”.

Rocco e i suoi fratelli (1960 di Luchino Visconti)

Roma città aperta (1945 di Roberto Rossellini): “Ho visto i film italiani a 5 anni, su una TV da 16 pollici comprata da mio padre. Vivevamo nel Queens. C’erano solo tre stazioni. Una stazione programmò i film italiani al venerdì sera per la cittadinanza italiana-americana, erano sottotitolati e la mia famiglia si riunì per vederli. C’erano anche i miei nonni”.

Ombre (Shadows – 1959 di John Cassavetes)

Qualcuno verrà (Some Came Running – 1958 di Vincent Minnelli)

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Il Corridoio della Paura (Shock Corridor – 1963 di Samuel Fuller)

Stromboli terra di Dio (1950 di Roberto Rossellini): “Anche questo è un film molto importante del secondo periodo di Rossellini. Molto bello”.

I dimenticati (Sullivan’s Travels – 1941 di Preston Sturges): “La risoluzione del film è molto commovente”.

Piombo rovente (Sweet Smell of Success – 1957 di Alexander MacKendrick)

I racconti di Hoffmann (The Tales of Hoffmann – 1951 di Michael Powell e Emeric Pressburger)

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Il Terzo Uomo (The Third Man – 1949 di Carol Reed): “Carroll Reed mi ha fatto vedere che c’era un altro modo di interpretare storie e un altro modo di approcciarsi ai classici”.

T-men contro i fuorilegge (T-Men – 1947 di Anthony Mann): “Un altro noir di Anthony Mann con una grande fotografia”.

Senso (1954 di Luchino Viscont): “Un film straordinario, un altro capolavoro neorealista”.

Il processo (Le Procès – 1962 di Orson Welles): “Questo è un altro film che ci ha regalato un diverso modo di guardare i film”.

Due settimane in un’altra città (Two Weeks in Another Town – 1962 di Vincent Minnelli): “Il film di Vincente Minnelli è un melodramma classico degli anni ’60”.

Allora, quali titoli avete visto? Cosa pensate di questa lista?

Fonte Foto Martin Scorsese: TMNews