12 anni Schiavo – la Bim chiede scusa per i poster: errore di marketing nessun intento razzista
Il protagonista Chiwetel Ejiofor lasciato ai margini della locandina per dare maggior spazio ai ‘bianchi’ Brad Pitt e Michael Fassbender. Bufera 12 anni Schiavo sulla BIM che chiede scusa
Sbagliare è umano. L’importante è rendersene conto e possibilmente chiedere scusa, tornando sui propri accidentati passi. A farlo, in queste ultime ore e dopo giorni di bufera internazionale, Antonio Medici, direttore generale della BIM, illustre casa di distribuzione italiana da sempre attenta alla qualità.
Direttamente dalle pagine di Repubblica Medici ha infatti preso ufficialmente parola per ‘chiarire’ il caso 12 anni Schiavo, esploso in America dopo una serie di poster definiti ‘razzisti’ negli States, perché centrati sui volti bianchi di Michael Fassbender e Brad Pitt, tanto da lasciare quasi ai margini il vero ed unico protagonista, di colore, Chiwetel Ejiofor. Una scelta errata ma tutt’altro che razzista, ha voluto sottolineare Medici, imbarazzato per il clamoroso errore commesso. Legato solo ed esclusivamente al marketing.
“Abbiamo sbagliato e chiediamo scusa, è stato un errore di valutazione ma non c’è nessun intento razzista. Trattandosi di un film così importante proprio su questo tema sarebbe stato assurdo dare un’idea diversa della storia. Oltre alla presenza del protagonista in fuga verso la libertà come nel poster americano sono stati raffigurati i due attori che incarnano nel film in bene e il male, una rappresentazione di forte valore simbolico. Abbiamo valutato che nel teaser, la prima campagna che viene lanciata per un breve periodo per incuriosire il pubblico più ampio, anche quello che generalmente non va al cinema, Pitt poteva funzionare. Abbiamo agito in buona fede sottovalutando le conseguenze. Mi dispiace. Nella campagna ufficiale definitiva di lancio , che pubblicizza 12 anni Schiavo online e nelle sale, viene utilizzato il manifesto conforme all’originale: è Ejiofor il protagonista assoluto. Se nella nostra locandina l’immagine è stata considerata discriminatoria chiediamo ancora scusa. Il fatto di puntare su Pitt è un’iniziativa che abbiamo preso autonomamente in Italia solo per il primo lancio della campagna, se avessimo cambiato la promozione ufficiale ovviamente avremmo consultato gli americani. E’ stato un errore e ci scusiamo con loro. Mi assumo tutta la responsabilità. Ci metto la faccia ma ci tengo a dirlo, lo scriva: l’intento non era quello di far passare questo film come una storia di bianchi. 12 anni Schiavo è un atto di accusa, racconta a che livello di crudeltà può arrivare l’animo umano: siamo fieri di distribuirlo. Se potessi tornare indietro farei una scelta diversa: rinuncerei volentieri a quel po’ di popolarità in più portata da Pitt per evitare una polemica che, mi creda, non mi piace”
Così come non è piaciuta a noi. Anche se con queste parole, fortunatamente, la polemica dovrebbe finire qui. Perché anche i migliori, ovviamente, possono scivolare su una buccia di banana.
12 anni Schiavo – figuraccia tutta italiana per i poster di lancio – retromarcia Bim dopo l’accusa di razzismo
Una figuraccia che ha fatto il giro del mondo. Candidato a 7 Golden Globes, in odore di Oscar e ad oggi titolo più premiato di stagione, 12 anni Schiavo di Steve McQueen uscirà nei cinema d’Italia il prossimo 20 febbraio. A distribuirlo la Bim, da sempre legata al cinema d’Autore ma in questo caso incappata in uno uno scivolone che in poche ore è rimbalzato fino in America. Scatenando un putiferio. In alcuni cinema d’Italia sono infatti comparsi i primi poster ‘fisici’ della pellicola, ma con sorpresa. Perché raffiguranti i due volti ‘bianchi’ del film, ovvero Brad Pitt e Michael Fassbender. Chiwetel Ejiofor, mattatore assoluto e a detta di molti Premio Oscar quasi certificato, è così finito in secondo piano, quasi sullo sfondo. Tutto questo con Pitt, ricordiamolo, presente per pochissimi minuti all’interno dell’opera, da lui più che altro prodotta.
La polemica, come detto, è subito esplosa in America, tanto da smuovere persino la Lionsgate che ha ordinato la rimozione del materiale promozionale italiano, annunciando immediati indagini e rapidi provvedimenti per frenare la distribuzione di tutte queste locandine. Perché mai e poi mai autorizzate. Tutto questo dopo giorni e giorni di ‘umilianti’ sfottò a stelle e strisce, con blogger e critici sconvolti e tristemente divertiti dai poster ‘bianchi’ di casa nostra, realizzati dalla Fanatical About Cinema.
La Bim, dopo ore ed ore di tempesta, ha finalmente preso parola via Twitter, cinguettando la locandina ufficiale e definitiva di 12 anni Schiavo. Con Chiwetel Ejiofor finalmente unico protagonista nei panni di Solomon Northup, nato libero nello Stato di New York ma rapito e venduto come schiavo nel 1841. Peccato che la frittata cucinata e digerita sia rimasta probabilmente sul groppone di qualche responsabile, vista la figura barbina e a tinte decisamente ‘razziste’ fatta dall’intera distribuzione nazionale.
‘Deviare’ l’intera campagna promozionale di un film che tra meno di un mese verrà inondato di nomination agli Oscar sugli ‘unici’ due nomi conosciuti dal grande pubblico appare da una parte accettabile ma a lungo andare inspiegabile, visto che il film uscirà proprio a ridosso degli Oscar. Anche perché uno di questi due volti ‘bianchi’, Pitt come detto, si limita ad una semplice ‘comparsata’. Finire poi per lasciare quasi ai margini della promozione colui che è il vero protagonista della pellicola risulta maledettamente comico, per non dire imbarazzante. Uno sconcertante autogoal che da parte della Bim, da sempre molto attenta ai diritti e alle differenze, nessuno di noi avrebbe mai potuto neanche lontanamente immaginare.
Ecco a voi il poster definitivo di #12annischiavo pic.twitter.com/mXp90sUIBO
— BIM Distribuzione (@BimFilm) 24 Dicembre 2013
Fonte: Variety