Home Festival di Cannes Cannes 2012: sulla carta sono gli indipendenti americani a farla da padroni

Cannes 2012: sulla carta sono gli indipendenti americani a farla da padroni

Anderson, Nichols, Daniels, ma anche Dominik e Hillcoat. E poi On the Road, il vincitore del Sundance… Scopri tutta l’America di Cannes 2012.

pubblicato 20 Aprile 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 02:02


Lo hanno ovviamente notato tutti: l’America è la vera protagonista della selezione del 65. Festival di Cannes, nonostante le assenze (Cianfrance, dove sei?). Fino al 2008, la media dei film statunitensi in corsa per la Palma d’Oro era di 4/5 titoli. Ma gli ultimi anni hanno segnato un cambio di rotta: due titoli nel 2009 (Tarantino e Ang Lee), un solo titolo nel 2010 (Fair Game), e due titoli nel 2011 (Drive e The Tree of Life). L’edizione 2012 fa tornare la competizione al suo “standard” abituale, ovvero ben cinque titoli americani in gara.

Hollywood invaderà la Croisette? Senz’altro. Di star se ne vedranno a palate, dai super-divi Brad Pitt e Nicole Kidman ai giovanissimi Robert Pattinson, Kristen Stewart e Zac Efron, da Matthew McConaughey a Tom Hardy, da Jessica Chastain a Reese Witherspoon, e poi Willis, Norton, Oldman, Murray, Swinton, Keitel, Dunst, Mortensen, Owen, Stiller… Eppure Cannes n. 65 è all’insegna del cinema indipendente, grazie ad autori molto personali e poco disposti a scendere a compromessi con le major, preferendo il rischio e la qualità del cinema a stelle e strisce che più ci piace.

Apre le danze, come ormai ben sappiamo, Moonrise Kingdom di Wes Anderson. Il regista lo conosciamo bene: è tra gli autori più originali ed influenti dello scorso decennio. È la sua prima volta a Cannes, dove porta un nuovo film coloratissimo e bizzarro in cui due ragazzini dodicenni si conoscono, si innamorano e scappano assieme. Gli abitanti del loro villaggio del New England iniziano a cercarli. Cast da panico, come sempre nelle opere del regista, grazie a Bruce Willis, Edward Norton, Frances McDormand, Tilda Swinton, Bill Murray e Jason Schwartzman.

Tutti gli altri film americani di Cannes 2012 dopo il salto.

Ogni anno ci piace puntare su un titolo. Se dobbiamo proprio puntare su uno, in un’annata in cui c’è tantissima “buona roba”, puntiamo su Jeff Nichols e il suo Mud. Nichols è un regista straordinario: con Shotgun Stories narrava la lotta terribile e dolorosissima tra due famiglie, che in comune avevano lo stesso padre, mentre in Take Shelter (vincitore l’anno scorso della Semaine) descriveva la discesa nell’abisso di un uomo afflitto da terrificanti visioni di un’incombente tempesta. Tratti distintivi: l’ambientazione “sudista”, un climax emotivo da maestro, Michael Shannon in tutti e tre i film.

Ma la vera carta su cui puntare potrebbe essere Matthew McConaughey, che aveva già sorpreso tutti a Venezia con la sua grande interpretazione in Killer Joe di William Friedkin. L’attore texano è nel cast anche del thriller The Paperboy, opera terza di Lee Daniels che segue Precious, vincitore al Sundance e passato a Cannes nell’Un Certain Regard. Trama, tratta da Peter Dexter, da hard-boiled: un uomo accusato di aver ucciso uno sceriffo potrebbe non essere colpevole, e allora due giornalisti investigano. Accanto a McConaughey troviamo Zac Efron e Nicole Kidman, presente sulla Croisette anche con il film per la tv targato HBO Hemingway & Gellhorn di Philip Kaufman.

Killing Them Softly e Lawless hanno molti punti in comune. Andrew Dominik è neozelandese, John Hillcoat australiano, ma lavorano ormai stabilmente in America. Entrambi hanno collaborato o collaborano con Nick Cave, co-sceneggiatore per Lawless. Entrambi i prodotti sono targati Weinstein Co., la quale ha cambiato i titoli ad entrambi in corsa (si chiamavano Cogan’s Trade e The Wettest County: onestamente molto più belli di quelli definitivi). Entrambi sono poi due “laureati” di Venezia, dove i loro penutilimi film (L’assassinio di Jesse James e The Road) erano in concorso nelle edizioni del 2007 e del 2009. Un altro punto di contatto? L’atmosfera rarefatta e malinconica, da western crepuscolare.

On the Road è una produzione in gran parte francese (produce la MK2), e anche se non ha ancora una distribuzione statunitense, è per forza di cose un prodotto americano. Certo, Walter Salles è brasiliano, ma ad Hollywood c’è stato e la conosce bene. Sono anni e anni che qualcuno prova a portare sul grande schermo il romanzo cult di Jack Kerouac, tra cui Francis Ford Coppola, che qui figura tra i produttori esecutivi. Curioso il cast, che vede i giovani Sam Riley, Garrett Hedlund e Kristen Stewart nei ruoli dei tre protagonisti. Li affiancano Kirsten Dunst, Viggo Mortensen, Amy Adams, Steve Buscemi

Nell’Un Certain Regard troviamo il vincitore dell’ultimo Sundance, ovvero Beasts of the Southern Wild di Benh Zeitlin. È ormai tradizione a Cannes vedere in questa sezione qualche “laureato” del festival indie: negli anni passati è successo con Precious, Blue Valentine e La fuga di Martha. Il film di Benh Zeitlin narra la relazione tra una bimba di 6 anni e il padre; entrambi vivono in povertà nei pressi del delta del Mississippi. È già stato definito come un film mistico e fortemente emotivo: non vediamo l’ora di vederlo. Per chi non è avvezzo agli indie di questo tipo, c’è pur sempre Madagascar 3 – Ricercati in Europa, unico vero blockbuster del programma cannense, pronto a far brillare il red carpet grazie ai suoi doppiatori d’eccezione.

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