Saving Mr. Banks – Recensione in Anteprima
La storia vera e mai raccontata ‘dietro’ Mary Poppins. Arriva Saving Mr. Banks
‘Vento dall’est. La nebbia è là, qualcosa di strano fra poco accadrà. Troppo difficile capire cos’è, ma penso che un ospite arrivi per me’.
Con queste esatte parole 50 anni fa Dick Van Dyke annunciava nei cinema di tutto il mondo l’arrivo di un personaggio che ha segnato la Storia della Settima Arte. Mary Poppins. Candidato a 13 Premi Oscar e vincitore di 5 statuette, il film di Robert Stevenson divenne realtà dopo 20 anni di sfiancante corteggiamento nei confronti di Pamela Lyndon Travers, autrice dei romanzi originali, ad opera di Walt Disney in persona. Una ‘guerra’ conclusasi sono nel 1964, quando la pellicola divenne realtà entrando da subito nell’immaginario collettivo, regalando l’ultima soddisfazione produttiva all’iconico Walt, morto nel 1966 a causa di un collasso cardiocircolatorio dieci giorni dopo il suo sessantacinquesimo compleanno.
Passato mezzo secolo di vita la stessa casa di Topolino ha deciso di omaggiare quel titolo venerato da generazioni e generazioni realizzando una pellicola sul suo ‘dietro le quinte’. Perché questo è Saving Mr. Banks, ritorno in cabina di regia firmato John Lee Hancock. Una storia ‘sconosciuta’ ai più per svelare le incredibili e indicibili trame che hanno caratterizzato la produzione di Mary Poppins, per oltre 30 anni ‘protetta’ dalla sua madre editoriale, ovvero Pamela Lyndon Travers. Nel 1961, dopo quasi due decenni di asfissiante pressing e di fatto ‘obbligata’ a cedere causa conto in banca che stava pericolosamente iniziando a diminuire, la donna accettò di volare fino a Los Angeles per incontrare l’insistente Walt Disney. Oggetto del contendere proprio lei, la protagonista del best seller pubblicato nel 1934, che il padre di Topolino voleva tramutare in film.
Schifata dall’Universo animato creato da Disney, la Travers sbarcò in California con tanti, troppi paletti da disseminare lungo il campo di battaglia, tanto da pretendere accorgimenti folli che Walt, pur di dar vita a Mary Poppins, era persino disposto ad accettare. Se non fosse che l’idea di ‘cedere’ la propria famiglia, ovvero Mary Poppins e i Banks, fosse un passo troppo arduo da dover compiere, facendo tornare a galla ricordi passati che si credevano archiviati. L’infanzia della Travers, vissuta in Australia, riprende automaticamente vita tra gli studios, andando ad incrociare Mary Poppins e Mister Banks con i volti di zia Ellie e dell’amato padre Goff, mai del tutto dimenticati e solo ora pronti ad essere celebrati. Sul grande schermo e in technicolor.
Un sentito e commosso omaggio ad uno dei più grandi classici della propria Storia. L’operazione Disney di ‘resuscitare’ indirettamente Mary Poppins con Saving Mr. Banks era temuta ed attesa, con l’Academy che ha completamente snobbato il film di John Lee Hancock, a differenza del pubblico che solo negli Usa ha fruttato 80 milioni di dollari al botteghino, dopo esserne costati 35. Cuore pulsante dell’intera operazione una meravigliosa Emma Thompson, algida, cinica e polemica ‘signora Travers’ pronta a tutto pur di non staccarsi dalla sua amata Mary Poppins. Una Thompson a più facce, in grado di far sorridere grazie a taglienti battute in perfetto stile british, per poi lasciar spazio alle emozioni, seminate a profusione nell’ultima parte, quando la ‘vera’ storia di Pamela verrà finalmente sviscerata e completamente raccontata. Gettando immediatamente un’inedita luce sul personaggio di Poppins e soprattutto su quello di mr. Banks, baffuto David Tomlinson nel film originale ma soprattutto alter-ego di un padre ‘reale’ da ‘salvare’.
Saltando continuamente tra passato e presente, con insistiti ed eccessivi flashback incaricati di ‘svelarci’ l’infanzia della signora Travers, Saving Mr. Banks gioca parallelamente su due piani narrativi, oscillando con sapienza tra deliziose citazioni riguardanti Mary Poppins, fatte di canzoni e succosi aneddoti, e revisionismo storico, perché è evidente che l’intera struttura sia edulcorata e perfettamente in linea con il ‘dna’ Disney. Lo ‘zucchero’ per mandar giù la pillola viene qui servito in abbondanza, pennellando due figure sicuramente agli antipodi eppure all’epoca ‘costrette’ a collaborare per due intense settimane. Se i titoli di coda dimostreranno la ‘pignoleria’ della vera signora Travers, che pretese registrazioni audio ad ogni incontro con gli sceneggiatori, battè i piedi sulla strada ‘musical’ voluta da Walt, mise bocca su qualsiasi virgola dello script originale e fece il diavolo a quattro dinanzi all’idea di una sequenza animata all’interno della pellicola, a deviare è forse l’immagine di mr. Disney, qui reso adorabile, educato, gentile e melassoso da un bravo ma non eccezionale Tom Hanks, chiamato per la prima volta mezzo secolo dopo la sua morte ad interpretare una simile leggenda al Cinema.
I duetti tra i due attori, tra battibecchi e verità a cuore aperto, sono riusciti e divertenti, così come chiunque abbia amato Mary Poppins non potrà far altro che sciogliersi dinanzi al commovente e liberatorio finale, per un’operazione garbata e furbescamente intelligente, impreziosita dalle presenze di lusso di Paul Giamatti e Colin Farrell ma innegabilmente ‘marchiata’, per non dire ‘macchiata’, da quel brand che di fatto la rappresenta e che qui campeggia in ogni dove per 120 minuti. Walt Disney, per l’appunto, major riuscita a cantarsela e a suonarsela con astuzia in una sorta di auto-celebrazione a metà strada tra il biopic e l’omaggio cinematografico, il dietro le quinte e la commedia per famiglie, in cui a volteggiare sui nasi all’insù degli inteneriti spettatori è una sublime Emma Thompson, immeritatamente snobbata agli Oscar, prima indimenticabile Tata Matilde ed ora adorabile ‘madre’ di colei che per mezzo secolo cinematografico ha affascinato il mondo intero. Mary Poppins.
Voto di Federico: 7
Voto di Antonio: 6
Voto di Gabriele: 5
Saving Mr. Banks (Usa, 2013, Saving Mr. Banks) di John Lee Hancock; con Tom Hanks, Emma Thompson, Colin Farrell, Bradley Whitford, B.J. Novak, Paul Giamatti, Jason Schwartzman, Ruth Wilson, Rachel Griffiths, Kathy Baker – uscita giovedì 20 febbraio 2014.