Scarface – il remake: Pablo Larrain alla regia
Scarface torna al cinema grazie a Pablo Larrain
Dimenticata la versione italiana con Fabrizio Corona protagonista, la Universal Pictures ha trovato colui che dirigerà l’ennesimo remake di Scarface, ovvero il talentuoso Pablo Larrain, regista dello straordinario ed acclamato No. Originariamente portato in sala nel 1932 da Howard Hawks, Scarface è poi stato rifatto nel 1983 dalla coppia Oliver Stone (sceneggiatore) – Brian De Palma (regista), e un con un maestoso Al Pacino mattatore.
Se il primo film era ambientato a Chicago durante gli anni del proibizionismo, nel remake di 30 anni fa l’azione si spostò nella Miami degli anni ’80, allora centro di un considerevole traffico di droga. Protagonista Tony Montana, profugo cubano negli Stati Uniti che scala i vertici della malavita con crudeltà e determinazione. Diventando il re del narcotraffico, spalleggiato dall’amico Manny. Dopo aver ucciso anche il suo boss, Lopez, ne sposa la donna, Elvira. Raggiunto l’apice, iniziano però guai: personalità instabile, il nuovo boss offende l’importante alleato boliviano, Sosa. Il rapporto con Elvira naufraga e le preoccupazioni che gli dà la sorella Gina, cui è morbosamente attaccato, fanno vacillare la sua già psicopatica personalità e per Tony arriva la rovina. Uccide Manny, che segretamente aveva sposato sua sorella Gina. E, nel corso di una terrificante sparatoria che miete decine di vittime, resta ucciso dagli uomini di Sosa.
I produttori Martin Bregma e Marc Shmuger, con il primo che ha prodotto anche la versione di De Palma, sono da tempo al lavoro sul nuovo rifacimento. Il terzo Scarface dovrebbe essere ambientato a Los Angeles e vedrebbe il protagonista cambiare ‘nome’. Perché al fianco del Tony dovrebbe sparire il Montana del 1983, così come il Camonte del 1932. Paul Attanasio, sceneggiatore di Donnie Brasco, ha fornito la versione pià recente dello script, ma è facile immaginare che verrà modificata. Pablo Larrain, 37enne regista, sceneggiatore e produttore cinematografico cileno, sbalordì Cannes nel 2008 con il folgorante Tony Manero, poi premiato come miglior film al Torino Film Festival. Applausi anche nel 2010 con Post Mortem, fino ad arrivare alla candidatura agli Oscar con No – I giorni dell’arcobaleno, titolo sul Plebiscito cileno del 1988 che ha chiuso la personale trilogia sulla dittatura cilena del regista.
Fonte: Comingsoon.net