Quentin Tarantino: Pulp Fiction, dopo 20 anni di nuovo al cinema
Festeggiando il Tarantino cult, con un Pulp Fiction ventenne che torna al cinema, nella nostra recensione e in tante curiosità.
A 20 anni da Pulp Fiction, un paio di mesi dalla rinuncia del nuovo film, e un nuovo compleanno di Quentin Tarantino, possiamo festeggiare la verve che anima ogni suo progetto, gioca con i generi, e cavalca le nuova frontiere della settima arte.
Di certo la nuova frontiera del western di The Hateful Eight è diventata leggenda prima di arrivare sul grande schermo, pronta a trasformare la sceneggiatura ‘contrabbandata’ in un libro e le violazioni subite in cause milionarie.
Con il folle estro di Tarantino a rendere arbitraria ogni previsione per il futuro, per ora, non ci resta che approfittare del ritorno al cinema di in cult del calibro di Pulp Fiction, nelle sale del circuito The Space Cinema di tutta Italia, il 7, 8 e 9 Aprile 2014, vietato ai minori di 14 anni sin dal 1997, per le stesse ragioni che nel 1994 lo vietarono in Italia ai minori di 18 anni.
L’occasione ideale per rispolverare le ragioni che hanno reso il secondo lungometraggio di Tarantino un cult tra i più amati da critica e pubblico, capace di stravolgere ritmi e regole, di generi e logica, con una sofisticata struttura spazio-temporale, ispirata dal pulp magazine Black Mask (in origine anche il titolo di lavorazione della pellicola).
Una struttura narrativa circolare, suddivisa in capitoli e coppie, che mescola tempi e luoghi, segni e feticci, violenza estrema e un fiume di parole, contribuendo a rendere routine anche il crimine più efferato, i sermoni preludi all’omicidio, e l’ironia un balsamo necessario.
Un viaggio nel mondo del crimine trasformato nell’effige della cultura pulp, che parte e torna nella tranquilla caffetteria alla periferia di Los Angeles, dove la coppia scoppiata di rapinatori che si chiamano affettuosamente Zucchino (Tim Roth) e Coniglietta (Amanda Plummer), (tradendo da subito il tono di dialoghi, scene ed etica criminale a seguire), dopo aver discusso a lungo del modo migliore di far soldi, rapinano il locale con pistola spianata.
In mezzo, tra un capitolo e l’altro, storie diverse, separate da dissolvenze in nero, e unite da legami svelati nel corso del film, scorrono fiumi di sangue, sparsi dalla coppia di killer Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) e Vincent Vegae (John Travolta) al soldo del temibile boss Marsellus Wallace (Ving Rhames).
Tra chiacchierate sugli hamburger all’europea e regolamento di conti, misteriose valigette, incidenti di percorso e amici utili (Quentin Tarantino) , ripulitori professionali con il carisma e l’eloquenza di Mr Wolf (Harvey Keitel), flashback di ragazzini con orologi d’oro sporchi di guerra del Vietnam consegnati da militari valorosi (Christopher Walken), pugili suonati che vincono incontri che dovrebbero perdere (Bruce Willis) e si redimono facendo a fette stupratori sadici con un katana (prima di “Kill Bill”), punizioni medievali e pupe del capo in overdose, si torna sui sedili rossi imbottiti dell’Hawthorne Grill, con la rapina di Ringo (zucchino) e Yolanda (coniglietta), sventata da un sermone non letale di Jules, mentre Vincent è in bagno, anche se in teoria proprio a causa di una delle sue sedute in bagno, era già morto per mano del pugile, in un capitolo precedente.
Un finale che rende ancora più manifesto l’ordine temporale scombinato e geniale del film, rimescolato come il ritmo rock, funk e blues della colonna sonora (a seguire), perfettamente in sintonia con la violenza e l’umorismo nero del film, i personaggi che si muovono tra le righe di una realtà che non lesina sfumature grottesche, e si riscatta con l’ironia.
Un film che ha lanciato Uma Thurman con l’inquadratura dei piedi (bramata non solo dai feticisti) e delle labbra, nei panni di Mia, l’enigmatica e infantile moglie del boss, che balla il celebre twist al ritmo di “You Never Can Tell” di Chuck Berry con Vincent, rischia di morire per aver tirato ‘la sue scorta di eroina’, ed è consapevole delle chiacchiere vuote che pervadono il mondo (e il film).
Il cult che ha fatto lo stesso con tutti gli altri attori, da Samuel L. Jackson nei panni del killer miracolato, a Bruce Willis, duro con il mondo e tenero con la sua bella, destato dall’orologio d’oro purificato dal katana, rilanciando l’imbolsito John Travolta che non ballava più al cinema dai fasti di Staying Alive, nel firmamento delle star con un ruolo perso tra droghe e attese al bagno, l’unico personaggio per il quale non è prevista redenzione, destinato a vagare nella dimensione spazio-temporale del film come un non-morto (già ucciso).
Un cult da Oscar per la “migliore sceneggiatura originale” scritta da Tarantino con Roger Avary, e da Palma d’oro al Festival di Cannes, con un record di incassi personali mai superato sino a Bastardi senza gloria, che sta per tornare al cinema.
Voto di Cut-tv’s: 10
Pulp Fiction (Pulp Fiction, Francia, 1937) di Jean Renoir; con John Travolta (Vincent Vega), Uma Thurman (Mia Wallace), Samuel L. Jackson (Jules Winnfield), Tim Roth (Ringo “Zucchino”), Amanda Plummer (Yolanda “Coniglietta”), Bruce Willis (Butch Coolidge), Ving Rhames (Marsellus Wallace), Harvey Keitel (Winston Wolf), Christopher Walken (cap. Koons), Eric Stoltz (Lance), Rosanna Arquette (Jody), Quentin Tarantino (Jimmie Dimmick). Di nuovo nelle sale del circuito The Space Cinema di tutta Italia, il 7, 8 e 9 Aprile 2014.
Colonna Sonora
Tracklist
Pumpkin and Honey Bunny (Tim Roth/Amanda Plummer)
Misirlou (Dick Dale & his Del-Tones)
Royale with Cheese (Samuel L. Jackson/John Travolta)
Jungle Boogie (Kool & the Gang)
Let’s Stay Together (Al Green)
Bustin’ Surfboards (The Tornadoes)
Lonesome Town (Ricky Nelson)
Son of a Preacher Man (Dusty Springfield)
Zed’s Dead, Baby (Bruce Willis/Maria de Medeiros)
Bullwinkle Part II (The Centurians)
Jack Rabbit Slim’s Twist Contest (Uma Thurman/John Travolta/Jerome Patrick Hoban)
You Never Can Tell (Chuck Berry)
Girl, You’ll Be a Woman Soon (Urge Overkill)
If Love Is a Red Dress (Maria McKee)
Bring Out the Gimp (Peter Greene/Duane Whitaker)
Comanche (The Revels)
Flowers on the Wall (The Statler Brothers)
Personality Goes a Long Way (Samuel L. Jackson/John Travolta)
Surf Rider (The Lively Ones)
Ezekiel 25:17 (Samuel L. Jackson)
Nel 2002 venne realizzata un’edizione da collezione della colonna sonora, contenente le sedici tracce originali rimasterizzate digitalmente e altre cinque tracce “bonus”.
Since I First Met You (The Robins)
Rumble (Link Wray & his Ray Men)
Strawberry Letter #23 (Brothers Johnson)
Out of Limits (The Marketts)
Il secondo disco conteneva l’intervista Stranger Than Fiction! con il regista Quentin Tarantino.
Curiosità
A Cannes la giuria guidata da Clint Eastwood scelse per Pulp Fiction al favorito Tre colori: rosso di Kieslowski, premiandolo con la Palma d’oro
Costato appena 8 milioni di dollari (di cui 5 andati agli attori), il film ne incassò negli Usa 108, nel resto del mondo 213 e l’equivalente di 4 milioni e 800mila euro in Italia.
In Italia uscì il 16 dicembre, anche grazie alla lungimiranza di Enrico Ghezzi che portò i due lungometraggi di Tarantino al Taormina FimFestival da lui diretto.
La scena dell’iniezione di adrenalina sullo sterno di Uma finita in overdose si guadagnò in Italia un divieto per i minori di 18 anni, ritirato successivamente tanto da passare il film nella seconda serata televisiva.
Inserito dall’American Film Insitute nella lista dei cento migliori titoli della storia, entrato di recente a far parte dell’archivio della Biblioteca del Congresso,
Tarantino Scrisse appositamente il ruolo del signor Wolf per Harvey Keitel, quello di Jules per Samuel L. Jackson che era stato inizialmente scelto nel cast di Le iene nel ruolo di Mr. Orange[1 e quello di Lance per Eric Stoltz.
Come aveva già fatto con Le iene, Tarantino ritagliò per sé una parte, interpretando Jimmie Dimmick.
La pupa del gangster di Uma Thurma, conta come aspiranti Isabella Rossellini, Michelle Pfeiffer, Meg Ryan, Daryl Hannah.
Christopher Walken in divisa militare e racconto di prigionia in Vietnam fa il verso a Il Cacciatore di Cimino.
La parola ”fuck” si sente 271 volte
Sembra che i film siano letali per le persone chiamate Marvin, e se ne Le iene, il poliziotto ‘Marvin’ Nash (Kirk Baltz) viene prima torturato da Mr. Blonde (Michael Madsen) e poi ucciso da Eddie il Bello (Chris Penn), in Pulp Fiction, lo sventurato ‘Marvin’ è la vittima del colpo partito per errore dalla pistola di Vincent Vega (John Travolta).
Nella scena finale all’Hawthorne Grill, Jules spiega a Zucchino che ogni volta che uccide una persona, egli recita un passaggio dalla Bibbia dal Libro di Ezechiele 25, 17. In realtà il vero passo è diverso e quello recitato nel film è stato stato creato da Quentin Tarantino e Samuel L. Jackson.
Scene cult
Sono il signor Wolf, risolvo problemi. (Wolf, all’ingresso della casa di Jimmy Dimmick)
Jules: Ti ricordi di Antoine Rockamora? Mezzo nero, mezzo samoano… lo chiamavano Tony Rockyhorror…
Vincent: Sì, mi pare, quello grasso, no?
Jules: Ah io non me la sentirei di chiamarlo grasso… ha problemi di peso, poveraccio, che deve fare? È samoano…
Vincent: Credo di sapere di chi parli, e allora?
Jules: Be’, Marsellus gli ha dato una bella ripassata. In giro corre voce che è successo per colpa della moglie di Marsellus Wallace.
Vincent: Che cosa ha fatto? Se l’è scopata?
Jules: No no no no, niente di così grave.
Vincent: Che cosa allora?
Jules: Le ha fatto un massaggio ai piedi…
Ezechiele, 25:17. Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te!
Due cose. Uno: non raccontare questa storia. Questa cosa resta fra me, te, e il merdoso che presto vivrà il resto della sua stronza breve vita fra agonie e tormenti, il violentatore, qui. Non riguarda nessun altro questo affare. Due: lascia la città stasera, all’istante, e una volta fuori, resta fuori, o ti faccio fuori: a Los Angeles hai perso i tuoi privilegi. (Marsellus Wallace)
“Perché sentiamo la necessità di parlare di puttanate per sentirci a nostro agio? E’ solo allora che puoi dire di aver trovato qualcuno di veramente speciale: quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace”.
…Per come la vedeva tuo padre, quest’orologio era tuo di diritto, che fosse dannato se quei musi gialli mettevano le manacce sui beni di suo figlio. Così l’ha nascosto nel solo posto dove sapeva di poterlo fare: nel sedere, per cinque lunghi anni ha tenuto l’orologio infilato nel sedere. Poi è morto di dissenteria, mi ha dato l’orologio. Ho nascosto questo scomodo pezzo di metallo nel sedere per due anni. Poi, finalmente, sono stato rimandato a casa dalla mia famiglia. Adesso, giovanotto, consegno a te l’orologio. (Capitano Koons)
Tre pomodori camminano per la strada. Papà pomodoro, mamma pomodoro e il pomodorino. Il pomodorino cammina con aria svagata e papà pomodoro allora si arrabbia e va da lui, lo schiaccia e dice: «Fai il concentrato!». (Mia)