Il prescelto: la vittoria della banalità
Il prescelto (The Wicker Man, USA, 2006) di Neil LaBute; con Nicolas Cage, Ellen Burstyn, Molly Parker, Leelee Sobieski.Non è probabilmente un caso che due fra i peggiori film di quest’anno siano due remake di due bellissimi horror degli anni ’70. Si parla di The Fog (terribile rifacimento del capolavoro di Carpenter) e, ovviamente, di
Il prescelto (The Wicker Man, USA, 2006) di Neil LaBute; con Nicolas Cage, Ellen Burstyn, Molly Parker, Leelee Sobieski.
Non è probabilmente un caso che due fra i peggiori film di quest’anno siano due remake di due bellissimi horror degli anni ’70. Si parla di The Fog (terribile rifacimento del capolavoro di Carpenter) e, ovviamente, di questo Il prescelto, remake dello sconosciuto (in Italia) The Wicker Man di Hardy. Non è un caso perchè è il segno dei tempi, le idee mancano, e se le idee mancano il mercato rischia di morire, e la cosa non deve assolutamente accadere. E allora ecco una palata (in questo periodo più che mai) davvero infinita di rifacimenti.
Non è una presa di posizione a priori contro i remake: alcuni, bisogna anche ammetterlo, non sono affatto male (vedi The Ring di Verbinski o Dark Water di Salles), ma sono esempi rari, e in questo periodo gli altri sono semplicemente bruttissimi. Causa la fretta, causa la mancanza di un’idea che possa in qualche modo rendere interessante oggi il fatto di riproporre storie nate anni fa.
Il prescelto di Neil LaBute manca innanzitutto di coraggio. Il regista (curiosa la sua parabola discendente) si è tanto battuto affinchè tutti notassero come il film si potesse leggere come una guerra fra i sessi, dove le donne di questa sperduta isola-comunità dominano come api sui maschi (fuchi), che servono in sostanza solo alla riproduzione. Se il politically incorrect sta in questo (ridicola la sequenza dove Cage picchia alcune donne), che cosa diciamo dello scontro tra religioni nell’originale (e siamo negli anni ’70!)? Alla fine, così come lo si è descritto, Il prescelto è un thriller dalle venature horror molto pacato, senza originalità alcuna e senza carte interessanti. Ma è anche noioso, e allunga il brodo con alcune sfaccettature che nel capostipite non c’erano. Si è cercata un’altra via per staccarsi dall’originale anche in questo, ma le aggiunte (la storia d’amore del protagonista, l’incipit) non hanno alcunchè di interessante.
Peccato per Badalamenti, le sue musiche hanno sempre qualcosa di interessante, mentre Cage si ridimostra per quel sopravvalutato che è, incapace di non fare smorfie se non diretto da un validissimo regista. Inutile cammeo finale di James Franco.
Voto Gabriele: 3