3 Days to Kill: Recensione in Anteprima
Luc Besson allo script, McG alla regia, Parigi sullo sfondo e Kevin Costner mattatore. Arriva 3 Days to Kill
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Negli ultimi 6 anni ha sceneggiato, co-sceneggiato o semplicemente ‘ideato’ la bellezza di 14 film poi diretti da altri. Luc Besson, a breve nuovamente in sala con Lucy, non ha realmente mai abbandonato i cinema di mezzo mondo grazie ai mille progetti che lo vedono direttamente o indirettamente coinvolto, tra regia, co-produzioni e script. Sono suoi Taken e Taken 2, Colombiana e From Paris with Love, così come erano suoi Taxxi e Transporter. Adrenalinici action che in molti casi hanno sbancato i box office tramutandosi in vere e proprie saghe, ricalcando trame il più delle volte simili e facilmente riconoscibili nello stile, nell’evoluzione della storia, nell’azione dinamica e spaccona e soprattutto nelle battute spiazzanti, necessarie per strappare una risata ed alleggerire la ‘tensione’. Ed è qui che entra in gioco 3 Days to Kill, ultimo soggetto firmato Besson sbarcato al cinema grazie a McG, regista esploso nei primi anni del 2000 grazie a Charlie’s Angels, per poi scemare sempre più fino all’arrivo del deludente Terminator Salvation.
Ambientando il tutto ancora una volta a Parigi, 3 Days to Kill oscilla continuamente tra i generi, portando in sala la storia di una insuperabile spia CIA che si ritrova improvvisamente ‘in pensione’ perché attaccato da un mare incurabile. Pochi mesi di vita restano al protagonista Kevin Costner, acciaccato ‘cowboy’, burbero e ligio al dovere finalmente pronto a tornare dalla propria famiglia, dimenticata e ‘abbandonata’ proprio a causa della sua ossessione lavorativa. Pochi mesi di esistenza per riallacciare i rapporti con moglie e figlia, se non fosse che un’ultima pericolosa missione gli faccia tremare la Terra sotto i piedi, perché costretto a catturare il più misterioso e pericoloso terrorista al mondo e al tempo stesso salvare la vita dei propri cari…
Un inaspettato protagonista per una pellicola che ha un unico vero pregio: prendersi poco, pochissimo sul serio. Dall’inizio alla fine. Scioccato l’Italia intera grazie allo spot di un tonno, Kevin Costner si è improvvisamente ritrovato star dell’action grazie alla coppia McG/Besson, risultando stranamente credibile nei panni di questo fisicamente provato agente della CIA, micidiale con le armi e dal cuore tenero, con un passato misterioso e un inedito ruolo da dover interpretare. Quello di genitore. Abbandonati fucili e pistole per riabbracciare la figlia adolescente, Costner si ritrova nella condizione di dover scegliere quale strada intraprendere. Uccidere o morire, perché un tumore lo sta lentamente mangiando. Solo un imprecisato farmaco in mano alla CIA potrà prolungargli l’esistenza, e conseguentemente la vicinanza alla famiglia per troppi anni dimenticata, ma per riuscire ad avere la meritata ‘dose’ Costner dovrà tornare a fare quel che gli è sempre riuscito meglio. Uccidere, per l’appunto, anche se aveva promesso di appendere la pistola al chiodo.
Con una Torre Eiffel quasi sempre sullo sfondo, McG ha provato a dosare le cartucce per lui preparate da Besson, alternando momenti di azione pura, vedi l’immancabile super inseguimento sulle strade di Parigi, a tante, tantissime scenette di pura comicità, con la suoneria di un cellulare firmata Icona Pop incaricata di spiazzare ed interrompere i momenti più improbabili. Il killer che diventa padre dopo essersene lavato le mani per troppi anni fa quasi tenerezza, perché Costner veste con inattese capacità i panni dell’acciaccato agente che non deve chiedere due volte, perché alla terza spara, citando persino il memorabile Guardia del Corpo in un ‘tête-à-tête’ con una banda di adolescenti in un bagno di un affollato locale. Da salvare, in questo caso, la ‘ribelle’ Hailee Steinfeld, 3 anni fa candidata agli Oscar grazie a Il Grinta ma ormai più che cresciuta ed ora chiamata ad interagire con un Kevin ‘abbagliato’ dalla bellezza di una bicicletta da donna color viola. Ambiguità caratteriali di un americano a Parigi, neanche fosse un alieno, vestito come uno dei
cowboy gay di Brokeback Mountain. Al fianco del divo la bellissima, provocante e sempre un pelo troppo volgare tanto nei lineamenti quanto nel look Amber Heard, futura moglie di Johnny Depp, per un cast che strizza l’occhio all’Italia grazie a Bruno Ricci, mattatore in una scena che è un’esplosione di luoghi comuni in salsa tricolore.
Dovendo continuamente barcamenarsi tra due diversi ‘io’ del protagonista, vedi killer spietato e padre amorevole (nonché stucchevole), McG non è propriamente riuscito a soppesare il tutto con sapienza, finendo troppo spesso per mettere da parte l’azione, cedere con facilità alla risata telefonata e impantanarsi nella relazione familiare di Costner. Lo stesso titolo, paradossalmente, risulta assai ambiguo, perché i 3 giorni sbandierati non saranno fondamentali solo per ‘uccidere’ bensì anche per non far morire dalla noia la povera figlia, a Kevin affidata per un weeekend parigino. Il risultato, se non si hanno particolari attese e se si è propensi ad assistere ad un pot-pourri di generi che mirano alla ‘stupidata calcolata’ , potrebbe tranquillamente risultare piacevole, anche perché un Costner così camaleontico, tra demenziali gag, sparatorie, risse e battute trancianti, non lo vedevamo da tempo.
Voto di Federico: 5.5
3 Days to Kill (Usa, 2014) di McG; con Kevin Costner, Amber Heard, Hailee Steinfeld, Connie Nielsen, Tómas Lemarquis, Richard Sammel, Marc Andréoni, Bruno Ricci, Jonas Bloquet, Eriq Ebouaney, Joakhim Sigue, Alison Valence, Big John, Michaël Vander-Meiren – uscita giovedì 5 giugno 2014.