The Show MAS Go On: Recensione in Anteprima per il documentario sui magazzini del popolo di Roma
Venezia 2014 | Sandra Ceccarelli, Iaia Forte, Maya Sansa e Filippo Timi ‘vivono’ i magazzini MAS nel doc di Ra Di Martino.
Che cosa hanno in comune le rovine del Palatino, il Colosseo, il Pantheon, la Bocca della Verità e i Magazzini MAS? Sono stati tutti inseriti tra le 101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita. Per chi non lo sapesse i Magazzini Mas sono una delle ‘istituzioni’ della Capitale. Un outlet nel cuore della città eterna, a Piazza Vittorio, con offerte inimmaginabili un arredamento di fatto rimasto ancorato agli anni ’60 e ’70.
Nati 100 anni fa, più volte chiusi, riaperti, dati per falliti e ovviamente sempre resuscitati, i Magazzini Mas vestono da decenni il ‘popolo’ di Roma. Quello più povero, tra stranieri, badanti moldave, vecchiette, drag queen e artisti dello spettacolo. Perché decine di costumisti televisivi e cinematografici vengono proprio qui, in via dello Statuto, per scovare possibili pezzi imperdibili a prezzi stracciati. All’interno di Mas il tempo si è ufficialmente fermato, affidandosi negli anni a ‘sponsor’ come Antonio Zequila e Alvaro Vitali. Indimenticabile, poi, il video del Supercafone girato proprio tra i suoi scaffali da Er Piotta.
Ebbene meno di un anno fa Mas annunciò la sua imminente chiusura. Per l’ennesima volta. Lacrime di coccodrillo, ovviamente, perché i Magazzini sono sempre lì, negli abiti di ‘palazzo bancarella’ che macina compratori e curiosi, tanto da suscitare l’interesse della talentuosa Ra Di Martino, regista di questo curioso e breve documentario dal titolo geniale. The Show MAS Go On, presentato come proiezione speciale nelle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia. Volti celebri al suo interno Sandra Ceccarelli, Iaia Forte, Maya Sansa e Filippo Timi, per un breve omaggio che partirà dalle storiche immagini di repertorio firmate Luce Cinecittà per poi intraprendere la strada della finzione. Con la Forte nei panni di una memorabile, cinica, volgare e kitsch proprietaria napoletana, tra aneddoti da raccontare sul passato dei ‘suoi’ Magazzini, il passato famigliare di stampo imprenditoriale e risvolti socio-antropologici che strapperanno non poche risate.
Questo è il personaggio ‘forte’ e vincente pensato dalla Di Martino, che ha di fatto sceneggiato il doc strada facendo, nel corso della produzione, a suo dire durata 6 settimane. Non poco tempo per 32 minuti appena di doc, a tratti visionari e persino fantascientifici. La regista ha infatti voluto citare Ai confini della Realtà, serie tv cult degli anni ’60, perdendo però completamente la bussola. Lo ‘sketch’ che vede duettare in bianco e nero la Ceccarelli e la Sansa, entrambe versione femme fatale, trova con difficoltà un reale senso compiuto, soprattutto perché inserito all’interno di un progetto che passa con costante e scarsa coerenza dalle immagini di oggi, che vedono intervenire dipendenti del Magazzino e semplici clienti, alle surreali visioni della regista.
Timi, teatrale, citazionista nei confronti del Giorni Felici di Beckett e come al suo solito intonato, canta con eleganza in una cesta di pancere a 3 euro, motivando il perché sia impossibile non innamorarsi di Mas, dei suoi abiti a pochi soldi e dell’odore di vecchio che ti inonda vestiti e capelli. Le trovate della De Martino, tralasciando il meraviglioso prologo presentato dallo stesso Filippo, tra ‘gattare’, negozi dei cinesi e barboni, finiscono di fatto qui. Girato con pochi spiccioli in tasca e concretamente nato dal ‘nulla’, quando una video artista, una aiuto regista e una agente decisero di iniziare subito le riprese per fermare il tempo di questo luogo\non luogo, trasformato per l’occasione in un palcoscenico, The Show MAS Go On potrebbe essere definita una grande occasione persa. E solo in parte riuscita.
Perché dinanzi ad un simile ‘monolite’ capitolino, da tutti amato, sbeffeggiato e almeno una volta nella vita visitato, si poteva fare molto di più. 100 anni di storia, compratori impensabili e quell’alone di trash estremo impossibile da cancellare avrebbero potuto fruttare ‘altro’. E non solo in termini di durata, qui effettivamente limitante. Se la straordinaria e sottovalutata Forte fa la differenza, trascinando l’intero documentario con tanto di momento musical finale, i minuti restanti oscillano tra trovate centrate ed altre particolarmente tirate. La speranza, vista la curiosità suscitata da un progetto con simili potenzialità, è che un produttore lungimirante possa metter mano al portafoglio per ridare vita cinematografica a MAS. Tra doc e lungometraggio di finzione, e con il sogno di uno spin-off legato all’esuberante proprietaria Forte da cullare. Nell’attesa, ovviamente, che ‘supercafone’ sia, tra mutande a prezzi scontati, manichini inimmaginabili e jeans a zampa di elefante.
Voto di Federico: 6
The Show MAS Go On (Ita, documentario, 2014) di Ra Di Martino; Sandra Ceccarelli, Iaia Forte, Maya Sansa, Filippo Timi