The Sound and the Fury di James Franco: Recensione in Anteprima
Venezia 2014 | Premio aeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2014 per James Franco
Un anno dopo l’essere sbarcato al Festival di Cannes nella sezione fuori concorso Un Certain Regard con As I Lay Dying e al Festival di Venezia con Child of God, James Franco è nuovamente tornato al Lido in qualità di regista con The Sound and the Fury, suo ennesimo progetto legato al mondo della letteratura. In questo caso colui che è stato Oz per la Disney ha infatti preso a piene mani da l’Urlo e il Furore, romanzo pubblicato nel 1929 dallo scrittore statunitense William Faulkner.
Presentato fuori Concorso alla Mostra del Cinema, il film permetterà a Franco di tornare comunque a casa con un riconoscimento, ovvero il Premio aeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2014, in quanto tra gli ‘autori più versatili e poliedrici della nuova scena americana‘. Parola di Alberto Barbera, per un divo effettivamente sempre più versatile.
Sceneggiatore, produttore, regista, cabarettista, attore, pittore, scrittore, scultore. L’infaticabile Franco ha addirittura 12 film in programma da qui a un anno, tra pre e post-produzione, con The Sound and the Fury che l’ha visto non solo regista ma anche protagonista. James indossa infatti i panni di Benjamin, ritardato mentale di 33 anni. Un ruolo complicato che Franco ha tramutato in realtà affidandosi a grugniti, andatura zoppicante e smorfie varie, convincendo e straniando, perché l’effetto cliché in questi casi è sempre dietro l’angolo.
Diviso in 3 parti rispetto alle 4 originali del romanzo di Faulkner, il film ruoterà attorno ad una decadente famiglia ‘bianca’ nel Sud degli Stati Uniti. C’è ancora la segregazione razziale, nella contea immaginaria di Yoknapatawpha. Qui Caroline e Jason Compson III hanno cresciuto ed accudito 4 figli, Benji, per l’appunto, Quentin, Caddy e Jason. A completare la famiglia una nipotina, figlia di Caddy, chiamata anche lei Quentin in memoria dello zio morto suicida. I 3 capitoli, neanche a dirlo, seguiranno i punti di vista lunghi 30 anni del muto-bambino Benjamin, del malinconico Quentin e del cinico calcolatore Jason, tutti in qualche modo legati a doppio filo dall’unica sorella, la dolce Caddy. Ciò che andrà in scena, vuoi o non vuoi, sarà la fine di una famiglia un tempo vista con rispetto, per poi implodere dinanzi al furente suono delle contraddizioni interne, amplificate da una crisi economica fino a quel momento a loro sconosciuta.
Una voce narrante per capitolo, fatti chiamati ad intrecciarsi e personaggi pronti a scontrarsi, all’interno di una messa in scena meno pseudo filosofeggiante rispetto ai precedenti lavori di Franco regista e con stile diretta. Il punto di vista del regista c’è, con tanto di scimmiottamento a Malick, per un’opera ambiziosa che prova a meditare su tempo, memoria e storia, senza però suscitare particolari emozioni. L’accurata eleganza dell’impianto narrativo va a scontrarsi con una freddezza di fondo che mai abbandona il progetto, tendenzialmente piatto persino nei momenti più drammatici. Soggettive a pioggia nel caso del proprio capitolo da attore, Franco salta da un espediente all’altro per rendere il tutto più avvolgente, inondando il film di musica e sfruttando esageramente la voce off, per poi montare il tutto con pressante insistenza, abbondando in flashback.
Se la ricostruzione storica è impeccabile, si fa leggermente fatica a seguire passo passo i lineamenti dei vari protagonisti, visto e considerato che di ‘spiegoni’ alla albero genealogico (fortunatamente?) non ce ne sono. Il flusso di coscienza dei 4 fratelli travolge chi osserva, senza però mai scattare al necessario step successivo. L’empatia. Tecnicamente solido, The Sound and the Fury ha condotto Franco verso una netta crescita autoriale rispetto al recente passato, più consapevole dei propri mezzi ma ad oggi ancora zavorrata dallo spropositato ego di un’ “artista” che di fatto vuole essere uno, nessuno e centomila. Peccando di vanità.
Voto di Federico: 6
The Sound and the Fury (Usa, 2014) di James Franco; con James Franco, Scott Haze, Tim Blake Nelson, Joey King, Ahna O’Reilly, Seth Rogen, Jon Hamm