Le colline hanno gli occhi 2: uno sguardo all’originale
Come abbiamo fatto prima dell’uscita de Il prescelto, parliamo del film originale che sta alla base di un remake che presto vedremo al cinema. In quel caso parlammo ovviamente di The Wicker Man, oggi vogliamo dedicare questo post al film che sta (anzi, dovrebbe, e capiremo perchè il condizionale) alla base del prossimo Le colline
Come abbiamo fatto prima dell’uscita de Il prescelto, parliamo del film originale che sta alla base di un remake che presto vedremo al cinema. In quel caso parlammo ovviamente di The Wicker Man, oggi vogliamo dedicare questo post al film che sta (anzi, dovrebbe, e capiremo perchè il condizionale) alla base del prossimo Le colline hanno gli occhi 2 diretto da Martin Weisz.
Le colline hanno gli occhi 2, per molti anni inedito in Italia ed ora reperibile in dvd, fu diretto proprio da Wes Craven, regista della prima mitica pellicola (e assai sottovalutata) del 1977. Poco conosciuto, soprattutto per ovvi motivi in Italia, è nel resto del mondo una delle pellicole della filmografia del regista più odiate dal pubblico. Vediamo il perchè.
Nel 1984 Craven firmò il suo più grande successo commerciale, e fece di conseguenza la fortuna della piccola New Line Cinema (che oggi produce colossi come la saga de Il signore degli anelli), con Nightmare – Dal profondo della notte. Un capolavoro rimasto nell’immaginario e che colpì subito il pubblico e la critica alla sua uscita. Non voglio soffermarmi (anche perchè qui al CineBlog lo abbiamo fatto più volte) sui meriti di un film come Nightmare e della sua importanza, ma voglio sottolineare il fatto che fu l’anno dopo, nell’85, che Craven diresse Le colline hanno gli occhi 2: le aspettative erano ovviamente altissime.
Mettiamo poi in chiaro una cosa: Craven delude innanzitutto perchè la pellicola in questione è solamente un puro slasher con ragazzi come tanti ce n’erano in giro all’epoca. E non è “poco” per un regista che ha cambiato dall’interno le regole dello slasher rendendolo importante e politico. The Hills Have Eyes Part II vede un gruppo di motociclisti, di cui fa parte la ragazza sopravvissuta nel primo film, sorella fra l’altro del terribile Pluto (che è ancora vivo e vegeto nel deserto), viaggiare attraverso le colline per giungere nel luogo dove si terrà una gara. In quel luogo, ovviamente, non ci arriveranno mai: prendono una scorciatoia per arrivare prima e trovano l’inferno.
E da qui la pellicola si trasforma in un comunissimo teen-horror che richiama molto alla mente un Venerdì 13 qualsiasi, soprattutto (per situazioni ed atmosfere) Weekend di terrore. Sarà anche perchè il compositore delle musiche è lo stesso, il mitico Harry Manfredini, che però questo giro non si sforza di fare qualcosa di diverso e che non richiami alla mente Jason, sarà che gli omicidi alla fine avvengono nello stesso modo della serie prima citata (nulla, arrivo improvviso dell’assassino non inquadrato, morte), sarà che non manca neppure una scena di sesso (nei teen andava, e va, di moda e si sa), ma queste colline sono un vero clone.
Certo, chi ama l’horror anni ’80 “più basso”, semplice, senza alcuna pretesa (ma è questa la cosa grave… si parla pur sempre di Craven), grossolano allora potrà anche essere accontentato. Se riesce a passare sopra a qualche scempiaggine evitabile e a qualche scena francamente ridicola. C’è però da dire, a discolpa di Craven, che il regista aveva bisogno di soldi per i suoi progetti successivi, e allora -per sua ammissione- avrebbe diretto qualsiasi cosa…
E ora arriviamo alla questione remake: il film di Martin Weisz sarà un rifacimento solo nel nome. Se da una parte abbiamo degli adolescenti motociclisti, dall’altra vedremo dei soldati alle prese con i cannibali. Tutt’altro, insomma. Stiamo quindi parlando del sequel di un remake, e visto il precedente non è una brutta idea!
Se siete interessati comunque al film di Craven, cliccate sul link e potete comprare on line il dvd con traccia audio italiana in Dolby 5.1 e con traccia originale. Pochi i contenuti speciali (il trailer e una galleria fotografica), ma ce ne faremo una ragione…!